Corriere della Sera, 17 maggio 2022
Intervista a Luigi Strangis, vincitore di «Amici»
Non ha avuto fretta Luigi Strangis, 20 anni, il vincitore della 21esima edizione di «Amici». Polistrumentista, una nemmeno troppo vaga somiglianza con Ultimo, Strangis ha battuto durante la finale (che su Canale 5 è stata seguita da 4.327.000 spettatori pari al 28,7% di share) il ballerino Michele. Appassionato di musica fin da quando era piccolo, ieri, nel commentare la sua vittoria, si è rivolto a Maria De Filippi, dicendole: «Se sto bene è grazie a te».
Ora la sua vita è cambiata.
«Soprattutto è cambiata la consapevolezza di me stesso. Ho fatto una crescita personale e musicale. E mi sento anche più responsabile».
A chi deve dire grazie?
«Ai miei genitori che mi hanno tenuto sempre con i piedi per terra. Non sono di quelli che mi riempiono di complimenti e non hanno mai dimenticato di dirmi le cose che non andavano. Allo stesso tempo mi hanno spronato. Sono stati loro a dirmi di partecipare ad “Amici”. A dire il vero lo dicevano da anni».
Perché ha aspettato finora?
«Non mi sentivo pronto ed è passato il tempo. Fino a quando ho avvertito che dovevo fare un passo in più, forse più grande di me. All’inizio non sapevo dove sarei arrivato: sono un tipo che si deve ambientare. Non pensavo alla vittoria: lavoravo solo per me stesso e per chi mi ascoltava».
Come è stato cantare davanti a un’arena urlante?
«Mi sembrava come se prima non avessi mai cantato davanti a nessuno: è tutta un’altra storia, poi ti ci abitui. C’è molto lavoro dietro questo percorso e grande professionalità: la scuola ti forma».
Tra gli ex allievi chi ama?
«Irama e Sangiovanni. Poi Alessandra Amoroso: in loro c’è qualcosa di diverso».
Madame ha commentato con un cuore il suo ultimo post su Instagram.
«Non me l’aspettavo e quando l’ho visto ero contentissimo. Non la conosco personalmente ma la seguo e spero di incontrarla presto».
Dopo la vittoria Lamezia Terme era in festa.
«È stato bello vedere quelle immagini, come se si fosse riunita la città. Io anche dopo la vittoria ho continuato a lavorare: il 3 giugno uscirà il mio Ep, l’ho chiamato con il mio cognome: sarà una sorta di presentazione».
Il ricordo più forte di questa esperienza?
«I discorsi con Maria. Mi hanno fatto crescere, capire qualcosa di me. Ho realizzato grazie a lei che non dovevo stare troppo in silenzio ma lasciarmi andare. Lo faccio sul palco: nel resto del tempo è come se trattenessi le emozioni per liberarle davanti al pubblico. Ho capito che devo farle trapelare anche prima».
È un timido?
«Semi timido, direi. Lo sono all’inizio poi mi sciolgo».
Le hanno detto che somiglia molto a Ultimo?
«In moltissimi. Lo ascolto da sempre, spero di conoscerlo. È un complimento».
Quest’anno ha cambiato la sua vita. Come vorrebbe che la cambiasse il prossimo?
«Non mi pogo traguardi ma nemmeno limiti. Ora voglio costruire un mio percorso. Cantare a Sanremo sarebbe un onore: l’ho sempre seguito e negli ultimi due anni ho visto un grande cambiamento grazie ad Amadeus. Per poterci andare però dovrei avere un pezzo adatto, che mi rappresenti. Diciamo che non ho fretta: ho aspettato per “Amici” e mi è andata bene, posso aspettare anche ora».
È vero che suo padre le ha comprato la prima chitarra a 6 anni?
«Sì, ma gliel’avevo chiesto io. Lui mi faceva sentire grandi musicisti, Eric Clapton, John Mayer così è nata la passione. Ma non ho mai preso lezioni di canto: solo ad “Amici” ho imparato che la tecnica è fondamentale».
Con la vittoria le arriveranno anche 150mila euro. Si farà un regalo?
«Vorrei investirli nella musica. E magari fare un regalo ai miei genitori: un bel viaggio. Loro, sì, se lo meritano».