Da “la Stampa”, 16 maggio 2022
SE SI CHIAMAVA STRONZENBERG ERA MEJO - IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO, STOLTENBERG, ETERODIRETTO DA WASHINGTON, NON AGEVOLA LA PACE: “LA GUERRA IN UCRAINA STA ANDANDO IN MODO DIVERSO DA QUANTO PIANIFICATO DALLA RUSSIA, L’UCRAINA PUO’ VINCERE” - E QUESTO SI TRADUCE IN UN RINNOVATO IMPEGNO A MANDARE ARMI IN UCRAINA FINO ALLA FINE DEL CONFLITTO - MA IN GERMANIA, L'ABBANDONO DI UNA POLITICA DI NON BELLIGERANZA STA PROVOCANDO MOLTI SCOSSONI NELLA SOCIETÀ, SOPRATTUTTO NELLA SUA COMPONENTE PROGRESSISTA… -
È stato un vertice che ha celebrato l'eterogenesi dei fini per il presidente russo Vladimir Putin, la riunione informale dei ministri degli Esteri della Nato di ieri a Berlino. La Finlandia, finora neutrale, ha annunciato ieri pubblicamente di voler entrare nella Nato, la Svezia lo farà oggi, l'Unione europea sta stringendo la sua alleanza con il Nord America e la Nato è più coesa che mai. In sintesi "la guerra di aggressione russa ha prodotto come risultato quello che il presidente russo ha sempre cercato di evitare" ha detto la ministra degli Esteri Annalena Baerbock. "Ha unito molto più di prima coloro che condividevano valori e principi" e ha portato "due paesi, che prima del 22 febbraio non avevano intenzione di farlo, ad entrare - forse - nella Nato".
A partire da queste premesse ha gioco facile il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg a dire che "la guerra in Ucraina sta andando in modo diverso da quanto pianificato dalla Russia" e che "l'Ucraina può vincere questa guerra", grazie anche al rinnovato impegno dei paesi dell'alleanza nel sostegno militare a Kiev per tutto il tempo che durerà il conflitto.
La guerra nell'ex repubblica sovietica tuttavia resta sullo sfondo al vertice di Berlino. Svezia e Finlandia, ospiti d'onore al vertice Nato, sono le vere protagoniste dell'incontro e il tema dell'allargamento dell'Alleanza atlantica la fa da padrone. Mentre il vertice è in corso in Germania, in Finlandia il presidente della Repubblia Sauli Niinistö e la premier finlandese Sanna Marin si presentano alle telecamere per annunciare che il governo ha deciso di chiedere ufficialmente l'adesione alla Nato.
E' "una giornata storica" perché "è l'inizio di una nuova era" ha detto Niinistö. A spiegare le ragioni concrete dell'ingresso è la premier Marin: "quando guardiamo alla Russia, vediamo oggi un paese molto diverso da quello di qualche mese fa. Tutto è cambiato da quando la Russia ha attaccato l'Ucraina e personalmente penso che non possiamo più credere che ci sarà un futuro di pace accanto alla Russia restando da soli" dice la premier.
"La minaccia nucleare è molto seria" e "non avremmo preso questa decisione se non avessimo pensato che avrebbe rafforzato la nostra sicurezza nazionale: pensiamo che sia la giusta decisione". Da Berlino Stoltenberg e Baerbock, sollecitati sulla questione, rispondono entrambi che la partecipazione della Finlandia e della Svezia nella Nato avrebbe come effetto di aumentare la sicurezza nell'intera regione.
Ma sul tema della sicurezza la ministra tedesca si concede una digressione che riflette bene il dibattito in quei paesi, come la Germania, in cui l'abbandono di una politica di non belligeranza sta provocando movimenti sussultori nella società, soprattutto nella sua componente progressista.
"Molti di noi stanno facendo esperienza che la sicurezza, la pace e soprattutto la libertà non cadono dal cielo e non sono un automatismo che vale in ogni tempo", e questo "non è un riconoscimento facile, almeno personalmente" ha detto Baerbock, mentre dallo schermo Stoltenberg, collegato da Bruxelles, la guardava incuriosito. "E' doloroso riconoscerlo, perchè sarebbe molto più facile vivere in pace anche con chi ha opinioni diverse" ma "ora non è il momento di risposte facili e l'Alleanza atlantica è più importante che mai, perchè significa sicurezza" ha concluso. Intanto oggi la Svezia dovrebbe approvare la domanda di adesione, dopo che ieri il partito social democratico al governo ha appoggiato la richiesta di entrare nella Nato, a condizione "di mantenere l'opzione unilaterale di non dispiegare armi nucleari sul territorio svedese".
Domani, secondo la stampa svedese, dovrebbe essere presentata a Bruxelles la domanda formale nella sede Nato. Al vertice di Berlino, intanto, gli occhi di tutti sono puntati sul nodo della Turchia, che ha fatto sapere di voler legare l'ingresso dei due Paesi scandinavi a delle chiare condizioni. Chiede di essere sostenuta nel combattere il partito dei lavoratori crudo Pkk, così come i gruppi curdi in Siria Ypg e critica il fatto che diversi Paesi abbiano limitato la fornitura di armi ad Ankara per la lotta a questi gruppi.
Nel corso dei lavori, però, il nodo sembra essere meno intricato del previsto. Sia il segretario di Stato Anthony Blinken, che il segretario generale della Nato si dicono "fiduciosi" di trovare un accordo con la Turchia, mentre il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn, sottolinea che la politica è "un po' teatrale" e talvolta è "un po' come un bazar", "bisogna trattare fino alla fine ma poi le cose alla fine riescono».