Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  maggio 16 Lunedì calendario

“NON SOPPORTEREMO QUESTA DECISIONE” - LA RUSSIA CONTINUA A MINACCIARE LA NATO DOPO L’ANNUNCIO DELL’ADESIONE DI SVEZIA E FINLANDIA, MA ORMAI STOCCOLMA E HELSINKI HANNO DECISO. E ANCHE GLI USA E GLI ALLEATI: IL VIA LIBERA SARÀ VELOCE E DOVREBBE CHIUDERSI GIÀ A GIUGNO, TURCHIA PERMETTENDO. ERDOGAN USA LA SCUSA DEI CURDI, MA SUL PIATTO CI SONO ANCHE E SOPRATTUTTO LE ARMI: IL “SULTANO” VUOLE SUPERARE I DISSIDI PER LA CONSEGNA DEI SISTEMI MISSILISTICI S400 ALLA RUSSIA, PER CUI ANKARA È STATA ESCLUSA DAL PROGRAMMA DEI JET F35 -

 (ANSA) - La Nato "non deve farsi illusioni" sul fatto che la Russia possa sopportare l'adesione di Svezia e Finlandia all'Alleanza. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, citato dall'agenzia Interfax. "Il modo in cui garantiremo la nostra sicurezza... dipenderà dalle conseguenze pratiche" della prevista ammissione della Finlandia e della Svezia alla Nato: "Non dovrebbero farsi illusioni sul fatto che sopporteremo" questa decisione, ha affermato Ryabkov, sottolineando che la sicurezza dei due Paesi non aumenterà in seguito al loro ingresso nell'Alleanza.

2 - «MINACCIA NUCLEARE SERIA» PER FINLANDIA E SVEZIA SUBITO LA PROTEZIONE NATO Claudia Guasco e Gabriele Rosana per “il Messaggero”

Non sono servite a nulla le intimidazioni e nemmeno le ritorsioni, come tagliare le forniture di gas. Se il presidente russo Vladimir Putin pensava di ridurre a miti consigli Finlandia e Svezia usando la forza, le sue previsioni si sono dimostrate sbagliate. Anzi, ha ottenuto l'effetto opposto.

La premier finlandese Sanna Marin ha ufficializzato ieri la volontà del suo Paese di entrare nella Nato e la Svezia consegnerà domani una richiesta formale alla sede di Bruxelles. L'invasione dell'Ucraina, giustificata da Mosca come necessaria per frenare l'espansionismo dell'Alleanza atlantica, ha prodotto l'effetto opposto, con i due Paesi nordici che escono dalla zona cuscinetto di «non allineamento militare» (Helsinki) e «neutralità convenzionale», quindi non permanente (Stoccolma).

La Finlandia condivide una frontiera di oltre 1.300 chilometri con la Federazione russa, che ora si ritrova con l'Occidente dietro il cortile di casa. Come sintetizza efficacemente Mikhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «I confini della Nato si estenderanno alla periferia di San Pietroburgo. Benvenuto nella nuova realtà, signor Putin».

SICUREZZA NAZIONALE Il primo ministro Marin ha dipinto uno scenario fosco spiegando i motivi che hanno indotto il suo governo a entrare nell'orbita Nato. «Non avremmo preso questa decisione se non avessimo pensato che avrebbe rafforzato la nostra sicurezza nazionale. La minaccia nucleare è molto seria e non può essere isolata in una specifica regione se parliamo di armi nucleari», sottolinea.

L'ingresso nell'organizzazione «influenzerà la regione baltica, rafforzerà le capacità di tutti i Paesi di difendersi e anche la Nato». Superata la linea della neutralità, «siamo pronti a diversi tipi di reazioni da Mosca. Quando guardiamo alla Russia, vediamo un tipo di Paese molto diverso solo fino a pochi mesi fa. Tutto è cambiato quando il Cremlino ha attaccato l'Ucraina e penso che non possiamo più fidarci di un futuro pacifico accanto alla Russia».

Il processo di adesione ha passaggi formali da rispettare: l'ammissione dovrà essere ratificata dai trenta Paesi membri e per molti sarà indispensabile un passaggio parlamentare. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg assicura che la Nato darà garanzie di sicurezza a Svezia e Finlandia da subito, anche nel periodo di esame della candidatura, in ogni caso l'intenzione è di procedere spediti e la ministra degli Affari esteri tedesca Annalena Baerbock, nel vertice con i colleghi dell'Alleanza svoltosi a Berlino, fa sapere che il via libera sarà molto veloce e dovrebbe chiudersi già a giugno.

Tra i nove Paesi Nato che non fanno parte della Ue l'unico a non essere convinto è la Turchia, che ha già manifestato le sue perplessità a riguardo: sono motivazioni di politica interna, ovvero l'ospitalità fornita dalla Svezia a presunti terroristi curdi del Pkk, ed estera, cioè l'intenzione di mantenersi equidistante nel conflitto ucraino.

«La Turchia non sta tentando di bloccare l'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato, ha espresso delle preoccupazioni. Sono fiducioso che troveremo una soluzione e un accordo», assicura Stoltenberg. Al termine del summit berlinese, il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha detto chiaro e tondo cosa si aspetta Ankara: «Finlandia e la Svezia la devono smettere di sostenere i terroristi del Pkk».

Le frizioni sono soprattutto con Stoccolma, definita «provocatoria», mentre Helsinki è «rispettosa» delle preoccupazioni della Turchia, rimarca Cavusoglu. Ma secondo l'agenzia tedesca Dpa sul piatto ci sarebbe altro ancora. Il presidente Recep Tayyip Erdoan vorrebbe comprare da Washington dei jet da combattimento F16 e punta a superare i dissidi per la consegna dei sistemi missilistici S400.

Ha acquistato gli ultimi nel 2017, nonostante le vibrate proteste degli Usa e della Nato, e come conseguenza Washington ha escluso Ankara dal programma dei jet F35 e imposto sanzioni. Adesso però un riavvicinamento, se non una svolta nelle trattative, pare imminente con un incontro, probabilmente già a metà settimana, tra i due ministri.

«Ho parlato con il mio collega turco. La Nato è un posto per il dialogo, per parlare di ogni differenza che abbiamo fra noi - afferma il segretario di Stato Usa Antony Blinken Sono molto fiducioso sul raggiungimento del consenso per l'ingresso di Finlandia e Svezia». Che non è l'unica conseguenza del conflitto ucraino. La Nato potrebbe infatti definire la Russia non più «partner» ma «minaccia diretta» nel documento strategico che delinea le priorità per i prossimi anni e che sarà approvato dagli Alleati nel vertice di Madrid di giugno, scrive Bloomberg. Intanto a Bruxelles la commissione europea si prepara a presentare il piano DefendEU per aumentare in maniera coordinata la spesa militare dei Ventisette e ripopolare gli arsenali con caccia, fregate, missili e corazzati.

LA DIFESA EUROPEA Si parte da un'analisi della situazione attuale, di ciò che manca e degli ambiti in cui occorre intervenire per modernizzare in maniera efficiente gli armamenti dei Paesi Ue, facendo leva su una centrale comune per gli appalti che segua l'esempio di quanto fatto con i vaccini durante la pandemia.

Il commissario all'Industria Thierry Breton condividerà il testo in anteprima domani con i ministri della Difesa, in vista dell'adozione da parte del collegio dei commissari mercoledì. Nella sua mappatura, la commissione ha identificato le aree prioritarie in cui intervenire per razionalizzare i costi in modo da evitare le duplicazioni e colmare le lacune negli investimenti militari dell'Unione.

È una lista della spesa per la difesa quella che emerge dal documento, che elenca tra le azioni prioritarie il potenziamento dei sistemi anti-aerei e antimissile, in particolare alla luce della minaccia costituita dalla Russia, ma anche lo sviluppo di droni di precisione, superando i limiti finora dimostrati dall'industria europea, l'incremento delle scorte di munizioni, missili e pezzi di ricambio e l'ampliamento dell'inventario delle unità di combattimento navali, aeree e di terra.

Mentre sul fronte di guerra il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba incassa l'ulteriore sostegno degli Usa: «Altre armi e aiuti sono in arrivo in Ucraina», è il suo tweet dopo un incontro con Blinken. La prima linea russa è concentrata sul Lugansk, dove sono stati effettuati una trentina di bombardamenti in ventiquattr' ore, soprattutto su Severodonetsk dove un raid avrebbe preso di mira anche un veicolo con dieci civili fuga, tra cui bambini fortunatamente salvi.

Ma nel Donbass l'offensiva di Mosca «ha perso slancio ed è rimasta significativamente indietro rispetto ai piani», segnala il ministero della Difesa britannico fotografando una fase di incertezza nel conflitto. L'armata, che avrebbe perso fino a «un terzo delle truppe», tiene alta la pressione a est e colpisce anche in altre direzioni, come a Leopoli, tuttavia i difensori resistono e contrattaccano da Kharkiv. Per arrivare a una fase decisiva del conflitto «bisognerà attendere mesi», è la previsione del capo dell'intelligence ucraina.