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 2022  maggio 16 Lunedì calendario

Elogio di Carolina Di Domenico

La domanda che da tanto tempo accompagna ogni uscita pubblica di Carolina Di Domenico è: ma perché? Perché non le vengono affidati incarichi sempre più prestigiosi, popolari, importanti? Ma perché? Anche stavolta, affiancando su Raiuno il duo Corsi-Malgioglio questa ragazza del 1979 ha confermato di avere due qualità che dovrebbero essere le più preziose nella tv: ha i cosiddetti «tempi tecnici» ossia non sbaglia un intervento, non si sovrappone e non deraglia mai dall’argomento. E poi sa di che cosa parla, ha competenza dove per competenza non si intende conoscere quanti follower abbia quel tale vip oppure quale sia l’ultima storia Instagram di quell’altro. Lei di musica, come direbbe Fabrizio De Andrè, ne capisce e lo dimostra anche in un programma su Radio2 che conduce con Pier Ferrantini dei Velvet che da nemmeno un anno è suo marito. Il programma si intitola come un live dei Rolling Stones ossia Rock’n’roll circus e talvolta patisce collocazioni di palinsesto poco incoraggianti.
In sostanza «CaroDido» (foto) è molto più eclettica e ha molti più margini di crescita di quanto sia stato possibile verificare finora. Ma perchè? Mistero. Oltretutto fa parte, insieme con Milly Carlucci, Federica Pamicucci e poche altre, della ristrettissima cerchia di conduttrici che abbiano grande padronanza dell’inglese, sfoggiato già negli anni di Mtv che sono stati la sua prima vera palestra (da Cattelan a Giorgia Surina, Mtv è stata una autentica culla di una generazione decisiva). Poi le apparizioni al Dopofestival e in altre edizioni dell’Eurovision le hanno dato un’esperienza e una credibilità che poche altre possono vantare. Ora, dopo il 41 per cento di share della finale Eurovision, è un’altra volta il suo momento: merita la conduzione di un format che magari mescoli musica, costume e attualità. Sarebbe il suo. Anche per non chiedersi un’altra volta ma perché?