Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  maggio 16 Lunedì calendario

Cosa pensano gli italiani della guerra

La guerra in Ucraina è destinata a durare ancora a lungo. Non solo, c’è il rischio che si allarghi oltre i confini dell’area. E debordi, fino a divenire una guerra mondiale. È quanto temono molti italiani, che assistono alle vicende del conflitto in tempo quasi reale. Si tratta di indicazioni che emergono da un sondaggio di Demos per Repubblica. L’attenzione e la tensione verso quanto avviene in Ucraina, d’altronde, sono costanti ed elevate. E, come si è osservato di recente, 6 italiani su 10 si dicono molto o abbastanza informati, al proposito. Anche se con molti dubbi. Quasi metà dei cittadini intervistati ritiene, infatti, che le notizie siano manipolate oppure distorte. D’altronde, la guerra è al centro di un teatro mediatico, dove gli attori sono sempre in scena, senza soluzione di continuità. In Italia più che altrove. Una recente indagine di Eurobarometro per la Commissione Europea, mostra come l’Italia sia il Paese nel quale l’informazione sulla guerra in Ucraina è maggiormente seguita. Ciò riflette, sicuramente, la sensibilità dei cittadini verso un dramma che avviene in un Paese non molto lontano, da cui provengono molte persone (soprattutto donne) che vivono e lavorano in Italia. Tuttavia, la sensibilità degli italiani è determinata anche dall’attenzione dedicata dai media del nostro Paese agli eventi di questa guerra. Onni-presente, nelle pagine dei giornali, nei programmi delle TV pubbliche e private e, ovviamente, nei canali social. Dove queste notizie hanno raggiunto decine di milioni di interazioni, come ha rilevato sottolineato Prima Comunicazione. Una rivista specializzata, appunto, nell’osservazionee l’analisi sul mondodell’informazione.
Se ciò avviene, inoltre, è perché coinvolge il “sentimento” delle persone. Infatti, come si è visto, una larga maggioranza di persone sostiene la resistenza del popolo ucraino, ma c’è una “minoranza non troppo minoritaria” che difende e giustifica le ragioni dell’invasore. La Russia.
Inoltre, circa un quarto degli italiani pensa che le immagini sui crimini russi siano “costruiti ad arte” dal governo ucraino.
Al di là delle ragioni che orientano gli atteggiamenti, non è chiaro quanto il conflitto possa durare ancora. Su questo aspetto l’opinione pubblica appare divisa. E, quindi, incerta. Secondo il 47% potrebbe concludersi piuttosto presto. Fra qualche mese o (secondo una frazione più ridotta) qualche settimana, pochi giorni. Mentre una quota di poco inferiore (44%) ritiene che continuerà più a lungo. Un anno o più. Prevale, però, l’idea che la guerra in Ucraina resterà confinata in quell’area. Una questione fra i due Paesi (41%). Mentre una quota poco inferiore di italiani (38%) ritiene che il conflitto potrebbe allargarsi. Senza,però, contagiare e investire altre zone europee. Come pensa, invece, una componente di persone più limitata, ma non irrilevante: il 15%. Tanto più e soprattutto perché questa parte della società evoca la minaccia di una possibile “guerra mondiale”.
Le “paure” circa la possibile estensione della guerra in Europa e nel mondo coinvolgono, in particolare, i più giovani. Ma non mostrano un’impronta politica particolare. Le preoccupazioni geo-politiche, infatti, appaiono circoscritte. Solo fra gli elettori del M5S il timore che il conflitto possa scavalcare le frontiere dell’area e perfino nazionali, diventando “mondiale”, appare (non di molto) superiore alla media. Si tratta, peraltro, della stessa base politica che ipotizza – e teme – una guerra di più lunga durata. Tuttavia, come si è detto, è difficile associare un profilo sociale e politico preciso allo sguardo degli italiani sulla guerra in Ucraina. Per ragioni diverse. Si tratta di un evento drammatico e – al tempo stesso – mediatico. Gli stessi protagonisti – involontari – di queste vicende contribuiscono alla rappresentazione. Gli ucraini, in particolare, costretti a subire attacchi sanguinosi e sanguinari, che devastano le loro città e la loro popolazione, utilizzano le immagini violente e drammatiche di massacri e devastazioni per delineare un clima d’opinione sfavorevole nei confronti del nemico – invasore. La Russia. E, al contrario, a generare solidarietà con il proprio Paese. La propriaazione.
Anche per queste ragioni c’è da pensare che questo conflitto continuerà ancora a lungo. Perché si combatte e si svolge su diversi terreni. Quello reale, ovviamente. Il più drammatico, per i protagonisti. La popolazione, ma anche gli eserciti. E quello “mediale”. “Rappresentato” dalla narrazione dei media. In diretta. Un giorno dopo l’altro. Minuto per minuto. In modo diretto e in-diretto. Bellico, politico e geo-politico. Uno spettacolo davvero inquietante. Al quale partecipano attori diversi. Con ruoli diversi. Speriamo che finisca presto. Per gli ucraini, soprattutto. Ma non solo.