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 2022  maggio 15 Domenica calendario

Storia degli orrori di Alberto Genovese

Nudo, Alberto Genovese aziona la telecamera del suo iPhone che riprende una ragazza prona sul letto, le mani legate dietro la schiena da un paio di manette mentre gli sta praticando un rapporto orale.
A Terrazza Sentimento è il 9 aprile 2019, la preda è Lorena detta Lori, una splendida e magrissima diciottenne dai grandi occhi nocciola, studentessa e modella che si ritrova nella camera che l’imprenditore predilige per i rapporti sadomaso. La caccia era iniziata a gennaio, quando Genovese aveva visto e subito desiderato quella ragazza di ventitré anni più giovane ritratta nella foto mandata dall’amico Johnny, pr della Milano di notte.
Johnny: Ti passo una cucciola... Maggiorenne da giorni... Conosciuta ieri... A che ora da te? Serve qualcosa? E non mi rispondere la figa!
Genovese: Lei. Da ora sono libero.
Johnny: Arriviamo per le 6.30 lì. Così convochiamo.
Genovese: Top. Droga e alcol ne ho, manca la gnagna...
Johnny: Tu basta che apri il cellulare e cade dal cielo... è in Puglia... Salvati il contatto però è proprio il tuo genere...
Genovese: Da chiavare sì...
Johnny: Stra plasmabile, numero uno anche di carattere, è molto piccola di testa, è giusta per te.
L’eccitazione di Genovese cresce a dismisura nei giorni di vigilia, tanto che il 5 aprile, tronfio per l’obiettivo ormai centrato, gira una foto della splendida Lorena all’amico Frank: «Questa è la prossima, limonata tutto il tempo». Del resto, la giovane età è una calamita irresistibile; ci scherza persino con gli amici: «In effetti, basta uscire con piccoline che ancora non hanno fatto la terza elementare come età, per me ci siamo anche...».
E così il 9 aprile Alberto accompagna Lorena in camera, la telecamera è pronta per un filmato che andrà ad aggiungersi a quelli già custoditi nell’imponente archivio della sua collezione privata. La sua ossessione è infatti quella di riprendere e fotografare i riti che compie sulle ragazze per eccitarsi nel rivedersi e, anche, condividere le scene con gli amici più stretti.
Una volta arrestato, il 7 novembre 2020, i tecnici della polizia scientifica violeranno la memoria del suo telefonino per rimanere senza parole. Conteranno 10.739 video e ben 498.906 immagini. In particolare, tra il luglio del 2020 e il giorno del suo fermo trovano 46.324 scatti e 3846 filmati.
Siamo a febbraio del 2021 quando gli inquirenti si calano negli abissi di quel mondo, così scintillante negli affari e nell’apparire e così brutale nelle relazioni e nelle ritualità sessuali. In questura, visionando scatti, chat e filmati, un investigatore ripete un vecchio proverbio: «Finché possiamo dire questo è il peggio, vuol dire che il peggio ancora può venire».
Ha ragione. Se sull’aspetto giudiziario è doveroso attendere l’esito dei procedimenti, è anche vero che la Procura di Milano dal 25 gennaio 2021 ha allargato l’indagine dalla violenza su Francesca alle possibili violenze contro altre sei ragazze.
Lorena è una di loro. Giorgia Pagano e Martina Dolcetto, le investigatrici della squadra mobile di Milano che analizzano i filmati di Terrazza Sentimento, sono uscite all’alba dalle loro case e già sono di fronte al pc con le prime immagini del video del 9 aprile.
Notano subito l’assenza d’interazione tra Lorena e Genovese. «La partecipazione all’amplesso è passiva» scrivono le agenti nella loro relazione, «la ragazza pratica il rapporto orale a occhi chiusi, senza proferire né lamento né parole di dissenso, subendo così ogni iniziativa dallo stesso».
Lorena, bloccata dalle manette, intontita e rallentata dagli stupefacenti, sembra attendere il suo destino. Genovese appoggia il telefonino a un paio di metri di distanza perché riprenda il rapporto orale, poi ritorna alla preda inerme, la orienta e la guida nelle azioni per soddisfare i propri desideri. Quindi, con la telecamera del telefono ora indugia sui dettagli fisici della diciottenne ora sugli strumenti del supplizio, come quel «frustino di colore nero, probabilmente utilizzato durante l’atto».
Questo primo brevissimo video si consuma in pochi minuti e, in fondo, assomiglia ai tanti girati da coppie che prediligono il sesso estremo. Ma siamo solo all’inizio di quell’incontro. Le agenti si avviano a esaminare il video successivo, questa volta più lungo. L’iPhone è sul comodino dal quale riprende il letto matrimoniale dove Lorena è a cavalcioni sopra Genovese.
«Ferma! Ferma, torna indietro» chiede all’improvviso l’agente alla collega. «Ecco, qui, aspetta, ingrandisci» L’immagine si allarga su un dettaglio del corpo della giovane che viene cerchiato in rosso con il cursore: «Si nota la presenza di un livido sulla coscia sinistra della ragazza che si sta mettendo inginocchiata sopra Genovese il quale è appoggiato con la schiena sulla testiera del letto».
Un primo livido: sesso consensuale o violenza su una ragazza pesantemente drogata, incapace di reagire? Lui certo nega e decideranno i magistrati, ma un inquirente che ha lavorato per oltre un anno sul suo caso mi confida: «Il contenuto di file fotografici e video documenta in maniera inequivoca i rapporti sessuali e la loro natura estrema accompagnati dall’uso di sostanza stupefacente, la quale potrebbe aver annebbiato i ricordi della vittima.
Quest’ultima è inquadrata in più occasioni con lo sguardo assente, oppure sofferente per le pratiche sessuali che è stata costretta a subire; in molte occasioni è ammanettata e si vedono lividi e segni sul corpo, oltre a lacrimazioni in concomitanza degli atti sessuali».
Dopo quel primo rapporto, Genovese è soddisfatto. L’amico Johnny, che gli ha procurato il contatto, gli manda un messaggio: «Non hai ancora liberato la piccolina?». E lui: «Liberata alle 23». L’amico fa due conti e risponde: «Dai ci sta dopo 30 ore» e Genovese di rimando: «Minchia ha 18 anni». E poi con Frank.
Frank: Mi hanno detto che hai chiavato il missile, è vero?
Genovese: Yes... minchia fratello l’ho sfondata... ma poi come vengono bene i video...
Frank: Fatti fidanzato
Genovese: Quando una ha una faccia così bella... col cazzo in bocca è esteticamente pazzesco.
In questura, dopo un caffè alla macchinetta, le agenti Giorgia e Martina tornano così al computer e decidono di studiare meglio i video di quei giorni.