Il Messaggero, 15 maggio 2022
I dieci nuovi santi del Papa
Il deserto, il silenzio, il richiamo di Dio dopo una vita dissipata, avventurosa, ricca di colpi di scena. Tra i dieci santi che Papa Francesco proclamerà stamattina in piazza san Pietro c’è una delle figure più interessanti della Chiesa contemporanea: Charles Eugène de Foucauld, visconte di Pontbriand, in religione fratel Carlo di Gesù. Un uomo complesso che viene menzionato anche come esploratore del Sahara oltre che studioso della lingua dei Tuareg. Tuttavia la sua grandezza è l’eredità spirituale che ha lasciato al mondo.
ISLAM
De Foucauld resta il simbolo indiscusso del dialogo (possibile) con i musulmani. «L’Islam ha prodotto in me un profondo sconvolgimento» scriveva nelle lettere dall’Algeria, al confine con il Marocco. Ed è nei grandi spazi desertici dove si avverte più che altrove il mistero del divino che Charles elabora il concetto della fraternità universale in un cammino di fede profonda che ha ispirato tutta la sua vita adulta. Prima libertino e dissoluto, poi apprezzato esploratore fino a che nel suo cuore ha germogliato la presenza di Dio che lo porta ad entrare nei trappisti nel 1890. Nel 1901 viene ordinato prete e riparte per l’Africa con un altro spirito, scegliendo un puntino nel deserto dove trascorre 13 anni. E sarà lì, nel villaggio tuareg di Tamanrasset, in Algeria, che troverà la morte nel 1916 durante un saccheggio. Alla notizia della sua morte, i tuareg musulmani - suoi amici - attraversarono il deserto per rendere omaggio all’uomo che aveva testimoniato l’umiltà e l’amore di Cristo in mezzo a loro, predicando il Vangelo in punta di piedi, con le azioni del cuore. Le linee del suo pensiero sono condensate negli statuti dei Piccoli fratelli del Sacro Cuore, la congregazione religiosa che avrebbe voluto fondare ma non fece in tempo. Fu ucciso prima. Aveva 58 anni.
EREDITÀ
Dopo due anni di pausa forzata per via del Covid in piazza san Pietro torna un rito di canonizzazione particolarmente solenne e importante. Oltre a Charles de Foucauld sale all’onore degli altari anche Titus Brandsma, il prete giornalista che sfidò il nazismo morendo in un campo di concentramento, oltre a diversi fondatori di ordini religiosi: Lazzaro, detto Devasahayam, César de Bus, Luigi Maria Palazzolo, Giustino Maria Russolillo, Maria Rivier, Maria Francesca di Gesù Rubatto, Maria di Gesù Santocanale, Maria Domenica Mantovani. In tutto cinque italiani, tre francesi, un olandese e un indiano. Alla canonizzazione è presente, come è tradizione, anche il capo dello Stato, Mattarella.