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 2022  maggio 15 Domenica calendario

Putin e Xi sono malati?

Il presidente russo Vladimir Putin, 68 anni, sarebbe gravemente malato di cancro: un tumore del sangue, forse una leucemia. Quello cinese Xi Jinping, stessa età, si starebbe curando per un aneurisma cerebrale con la medicina tradizionale, e avrebbe rifiutato un intervento chirurgico. Entrambi mostrano nelle occasioni pubbliche i sintomi dei loro malanni, e lo stato di salute precario, unito alle difficoltà economiche dei loro paesi, potrebbero favorire nelle prossime settimane un colpo di stato.
Quando non si sa più come liberarsi di un autocrate si alimentano sempre voci sulle sue condizioni di salute: in mancanza di altre soluzioni, agli oppositori non resta spesso altro che confidare nella complicità del destino. Ma le voci su Putin e Xi sono ormai così insistenti che devono contenere un fondo di verità. A diffondere i dubbi sul presidente russo sono soprattutto gli ucraini, i quali sperano che un cambio della guardia al Cremlino favorisca la pace. In un’intervista a Sky News, il maggiore-generale Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence di Kiev, ha detto senza perifrasi che Putin «è gravemente malato di cancro ed è già in corso un colpo di stato per rimuoverlo, un golpe che nessuno può fermare». Budanov ha solo 36 anni, ma è uno degli uomini più vicini al presidente Zelensky, che lo ha nominato a capo dei servizi nel 2020. Secondo l’ufficiale, la sconfitta della Russia nella guerra porterà al rovesciamento di Putin. Invitato a spiegare da cosa derivasse tante certezze, ha aggiunto: «Sono a capo dell’intelligence. Se non le so io queste cose, chi dovrebbe saperle?». Magari gli oligarchi russi amici di Putin. Uno di loro, rimasto anonimo per evitare ritorsioni, ha infatti confidato a un finanziere occidentale che il presidente russo «è molto malato, ha un tumore del sangue» e ha subito recentemente «un intervento alla schiena» legato alla sua condizione. L’affermazione è contenuta in una registrazione non autorizzata, pubblicata negli Usa da New Lines, una rivista specializzata nel Medio Oriente che segue con attenzione il conflitto in Ucraina. Il misterioso oligarca, che pare molto vicino al capo del Cremlino, afferma che tutti in Russia sono preoccupati per lo stato dell’economia. «Speriamo che Putin muoia», ha detto forse a nome anche di altri oligarchi. «Ha rovinato l’economia russa, quella dell’Ucraina e molte altre. Il problema sta nella sua testa: un pazzo può gettare il mondo sottosopra».

È impossibile trovare conferma di queste voci, che sembrano però in parte avallate dall’analisi delle più recenti immagini di Putin: il tremore del piede, i continui schiarimenti di voce e la mano destra aggrappata per 12 minuti al tavolo durante il colloquio con il ministro della Difesa Sergei Shoigu; il volto e il collo gonfi, le macchie scure sulle guance coperte dal fondotinta, la coperta posata sulle ginocchia alla parata della Vittoria, e soprattutto il lungo tavolo usato per tenere a distanza gli interlocutori. Dopo un trapianto di midollo, che viene effettuato per combattere la leucemia, i pazienti assumono immunosoppressori e sono particolarmente soggetti alle infezioni.

Capire quello che accade in Cina è ancora più complicato, ma anche Xi Jinping avrebbe seri problemi di salute: secondo l’agenzia indiana Asian News International, sarebbe stato colpito da un aneurisma alla fine del 2021. Ricoverato in ospedale, avrebbe rifiutato un intervento di craniotomia e chiesto di essere curato con la medicina tradizionale cinese. Sulla sua assenza ai Giochi invernali di Pechino si sono fatte molte ipotesi, ma quasi tutte legate al Covid. Già nel 2019, durante la visita in Italia e Francia, zoppicava vistosamente e aveva avuto bisogno di essere aiutato a sedersi. Tra le conseguenze dell’aneurisma cerebrale, la dilatazione di un’arteria del cervello che può a volte rompersi, ci sono dolori alla schiena e alle gambe.
A Pechino, anche al vertice del partito comunista c’è chi vorrebbe liberarsi di Xi, il quale è invece intenzionato a farsi confermare a vita. Come Putin, il leader cinese è impegnato in una guerra che rischia di perdere, quella contro il Covid, e la sua ostinata decisione di bloccare le città, inseguendo ancora l’obiettivo di zero contagi, ha già portato alla chiusura di 4,3 milioni di piccole imprese, a un insostenibile calo del prodotto interno lordo e al blocco del 98% dei voli in entrata e in uscita. Può darsi che non siano necessarie le malattie per togliere di mezzo i due più potenti despoti del mondo: i loro errori potrebbero bastare.