Corriere della Sera, 15 maggio 2022
Gelmini: Ronzulli sfascia Forza Italia
Se non è un terremoto, ci somiglia molto. O almeno, è una durissima resa dei conti in Forza Italia, dove Silvio Berlusconi decide chi comanda nel partito e nomina la sua fedelissima Licia Ronzulli, già responsabile dei rapporti con gli alleati, a coordinatrice della Lombardia per Forza Italia, sostituendo Massimiliano Salini con una sorta di blitz che era in gestazione da un paio di giorni ma che ha subito un’accelerazione improvvisa nelle ultime ore e soprattutto una svolta imprevista.
La causa scatenante della decisione, raccontano i fedelissimi dell’ex premier, sarebbe il durissimo sfogo di Mariastella Gelmini, oggi ministra ma da sempre «donna forte» in Lombardia. Sfogo, proprio contro la Ronzulli, che ieri a Sorrento è stato ascoltato e riportato da Carmelo Caruso del Foglio e che ha fatto arrabbiare a tal punto il Cavaliere da decidere di accelerare i tempi della sostituzione di Salini e di mettere al suo posto non gli uomini a cui aveva pensato finora – Andrea Mandelli e Alessandro Cattaneo – ma la stessa Ronzulli che, giura, è stata avvertita della decisione «pochi minuti prima che fosse annunciata» e che, assicura, non aveva «chiesto nulla».
La Gelmini, a Sorrento dove partecipava all’evento Verso Sud organizzato dalla collega Mara Carfagna, è stata vista – molto agitata – prendere sottobraccio Antonio Tajani e sfogarsi: «La Ronzulli – il racconto del Foglio — porterà allo sfascio il partito. Io mi sono stancata. Non credo di meritarmelo. C’è un odio nei miei confronti. Vuole sfregiare i miei uomini. Sulla Lombardia sta decidendo tutto lei. Vuole sfregiare uomini vicini a me. Lei punta a sfasciarci. Chi le sta antipatico viene tagliato fuori». Il coordinatore azzurro ha ribattuto che non poteva farci nulla, che «decide Berlusconi». E lei: «Un giorno sarai costretto a decidere, Antonio, e arriverà il momento in cui sarai chiamato a salvare il partito». La replica: «Ma tu lo sai cosa significa mettere d’accordo tutti? Ci sei tu. Licia. Poi c’è la Bernini. La Casellati che minaccia di togliere il saluto. Voglio bene a tutti voi. Anche per me è difficile. Vedrai che ci parleremo di più».
Peccato che, a poche ore di distanza, lette le dichiarazioni, Berlusconi decida di sostituire immediatamente Salini, che aveva convocato pochi giorni fa per avvertirlo che in Lombardia ci sarebbe stato un cambiamento, perché «devo mettere una persona di mia assoluta fiducia, dobbiamo avere un cambio di passo». Decisione che il diretto interessato aveva preso malissimo,promettendo battaglia, tanto che si era deciso di attendere la presentazione delle liste per le Comunali o comunque il voto del 12 giugno prima di fare rivoluzioni.
Ma lo sfogo della Gelmini avrebbe fatto precipitare la situazione, con conseguenze adesso tutte da valutare. Perché certo non basta l’incarico a «responsabile per i rapporti con le associazioni imprenditoriali e gli imprenditori» a Salini, annunciato nella nota arrivata a sera, a placare gli animi. Anzi, la Gelmini fa sapere di essere «molto amareggiata» perché è stato fatto fuori «un cattolico vicino all’impresa, il più votato dopo Berlusconi alle Europee, e per di più in campagna elettorale». Ed è chiaro che per il partito si apre una faglia che allontana chi è più vicino ad Arcore e chi si sente sempre più escluso.
Adesso andrà capito se l’ala governativa, o anche solo chi contesta una gestione considerata troppo accentrata e nelle mani della stessa Ronzulli, si muoverà per costruire un’alternativa o se dopo l’ennesimo scontro Berlusconi riuscirà a mantenere l’unità nel partito. Già venerdì, alla convention di Napoli, è atteso a riportare pace. Ci saranno ministri e big. A meno di passi indietro, che sarebbero pesantissimi.