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 2022  maggio 15 Domenica calendario

La molestia è un reato, non c’entra con la calvizie

Prima o poi doveva succedere. E infatti è successo. Mentre da noi in quel di Rimini veniva effettuata la più imponente “operazione speciale” di catcalling della storia militare, e contestualmente ai fischi e alle avances da caserma partivano i tweet e le prese di posizione e le denunce da parte delle vittime dell’ennesima manifestazione del patriarcato maschilista e predatore, al di là della Manica un giudice britannico stabiliva che definire un uomo pelato costituisce reato di molestia sessuale. Viviamo ormai in un’epoca in cui è più che raccomandabile distinguere senza se e senza ma il bene dal male e in nome dell’inclusività è più che riprovevole azzardarsi a distinguere il bello dal brutto (con buona pace del Nietzsche filologo che nel suo La nascita della tragedia argomentava come la bellezza delle statue greche vedesse scolpito nel marmo l’ideale apollineo di un popolo di pastori e agricoltori e pescatori e commercianti e soldati piuttosto lontano dalla perfezione delle figure maschili di Policleto o dagli standard della Venere di Milo attribuita ad Alessandro di Antiochia). Riletto con la sensibilità odierna, così incline all’indignazione, perfino l’eros sprigionato dal Cantico dei cantici col suo inno alla vulva – «Giardino chiuso tu sei, sorella mia, mia sposa / sorgente chiusa, fontana sigillata» – non suona più tanto bene. E in quest’era caratterizzata da una sovrestesa suscettibilità, era fatale che a offendersi e a ritenersi oggetto di molestia fosse a un certo punto perfino lui, il predatore maschio maschilista patriarcale dell’antropocene fallocentrico, toccato nel vivo lì dove batte più ferocemente il sole una volta evaporatesi le folte chiome. Fateci caso: è in genere prerogativa del maschio diversamente pilifero farsi crescere una folta barba, così da compensare lì sotto quel che è venuto è mancare là sopra. La perdita dei capelli è infatti uno shock anche per il più predatore e patriarcale e fallocentrico dei maschi che, lontano dagli occhi dei suoi simili arriva a piangere calde lacrime in ricordo dei giorni felici in cui poteva usare un pettine. Resta tuttavia controverso, per non dire incomprensibile, il ragionamento in base al quale il giudice britannico ha stabilito che dare del pelato a un maschio sia molestia sessuale. Io ci vedrei più che altro una discriminazione, lì dove non è più possibile esibire una scriminatura.