la Repubblica, 15 maggio 2022
I quattro componenti della band P38 — La Gang
Hanno un nome i quattro componenti della band “P38 — La Gang”. La Digos di Reggio Emilia li ha identificati e segnalati alla Procura dove, dopo il concerto del Primo maggio al circolo Arci “Il Tunnel”, è stato aperto un fascicolo: inneggiare al terrorismo da un palco è «istigazione a delinquere».
Il gruppo musicale, che durante le esibizioni indossa passamontagna, esibisce simboli del terrorismo rosso e canta testi che esaltano le Br, è finito nel mirino della magistratura assieme a Marco Vicini, presidente del circolo. I quattro, fino ai giorni scorsi erano noti con i soli nomi d’arte di Astore, Papà Dimitri, Jimmy Pentothal e Young Stalin. Per loro si è subito mobilitata un’ala antagonista che ha raccolto 6mila euro in vista delle spese legali. In cambio di un contributo economico per i P38, sul sito produzionidalbasso. com si può ricevere una maglietta. Si va dalla t-shirt con la scritta“Ho paura del futuro non delle guardie” a quelle col simbolo P38 e la stella a cinque punte, passando per le magliette col viso di Stalin e la scritta “Si stava meglio prima” o con la scritta “Curcio”, fondatore delle Br.
A Reggio Emilia, la band (che in inverno ha suonato anche a Roma, Brescia e Milano) ha collezionato l’ennesima denuncia, dopo quelle per il concerto del 22 aprile — all’ex centrale del latte di Corticella a Bologna, gestita dal collettivo Crash — e del 25 aprile a Pescara, per il quale sono stati denunciati da Bruno D’Alfonso, figlio di Giovanni, carabiniere ucciso dalle Br nel 1975.
Sui componenti del gruppo, tutti incensurati, per adesso affiora che sono musicisti e autori non legati a particolari gruppi organizzati, anche se sono vicini agli ambienti deicollettivi e dei centri sociali. Fino a qualche tempo fa ne facevano parte anche altri artisti, che però si sarebbero staccati dal gruppo proprio a seguito dei contenuti troppo radicali di alcuni testi, come la canzone “Nuove Br”. Un’estremizzazione che non tutti hanno gradito. Gli indagati rischiano pene fino a cinque anni. Martedì davanti agli inquirenti Vicini, il gestore del circolo Arci di Reggio Emilia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel frattempo si è infiammato il dibattito politico. Parole durissime sono state espresse dai familiari di Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Br nel 2002 a Bologna, e da Maria Fida Moro, figlia dello statista rapito e assassinato dalle Br nel 1978: «Questa non è libertà di pensiero, ma istigazione al terrorismo ». Intanto il 27 maggio la band è attesa per un concerto a Segrate(Milano).