Corriere della Sera, 14 maggio 2022
Londra sanziona amante, ex moglie e cugini di Putin
C’è perfino la nonna dell’amante di Putin nella nuova sventagliata di sanzioni lanciata dalla Gran Bretagna all’indirizzo dell’élite russa. Ma il personaggio che spicca di più nell’elenco è proprio lei, Alina Kabaeva, l’ex ginnasta olimpica che sarebbe l’attuale partner del dittatore russo e che gli avrebbe dato pure tre figli.
Alina compare in cima alla lista di dodici parenti e amici dello zar del Cremlino cui Londra ha congelato i beni e proibito l’ingresso nel Regno Unito. Questa volta non si tratta di famosi oligarchi, ma proprio della cerchia più intima di Putin: e il governo Johnson ha deciso di colpirli perché, come spiegano sotto anonimato funzionari governativi britannici, «sono persone che il leader russo usa da anni per nascondere le sue ricchezze personali».
In pratica, un network di familiari che agisce da prestanome: ufficialmente, Putin ha solo un modesto stipendio e possiede non più di un piccolo appartamento a San Pietroburgo, due vecchie macchine di epoca sovietica e un garage. Ma in realtà è uno degli uomini più ricchi del mondo: secondo il finanziere anglo-americano Bill Browder ha un patrimonio di oltre 200 miliardi di dollari, anche se i britannici sono più cauti e parlano «solo» di 24 miliardi.
Ma comunque è un forziere enorme, intestato a familiari e amici: e dunque sanzionare loro significa mettere le mani nelle tasche stesse di Putin. Alina Kabaeva, per esempio, è stata messa nel mirino perché, in quanto presidente del più grande gruppo privato russo dei media, il National Media Group, è legata a Bank Rossiya, l’istituto controllato da Gennady Timchenko, considerato il «banchiere personale» di Putin. Timchenko è anche in rapporti con Anna Zatseplina, la nonna di Alina, che avrebbe ricevuto dal banchiere un appartamento di lusso a Mosca: e così pure la vecchietta è finita nel mirino delle sanzioni.
Non è sfuggita alla scure di Londra neppure l’ex first lady russa Lyudmila, dalla quale Putin aveva divorziato nel 2014. Da allora lei è stata fatta sparire dalla scena pubblica: ma questo non le ha impedito di giovarsi di rapporti preferenziali con diverse banche statali russe ed esibire un livello di ricchezza che non trova spiegazioni ufficiali. Nell’elenco delle sanzioni c’è poi tutta la schiatta dei cugini di Putin. Innanzitutto Mikhail Shemolov, che ha un patrimonio di 600 milioni di oscura provenienza e che a quanto pare non sapeva neppure di essere comproprietario del «Palazzo di Putin», la sontuosa e stravagante residenza sul Mar Nero che è di uso esclusivo del leader russo. Poi ci sono Roman e Mikhail Putin: il primo è un fanfarone che si è sempre vantato dei rapporti col più famoso cugino e ha pure messo su una società di consulenza, la «Putin Consulting», per facilitare gli investimenti stranieri in Russia; il secondo siede nel consiglio di amministrazione di Gazprom, il colosso russo del gas, così come di un’altra società energetica. Ed entrambi i cugini si ritrovano chissà come nelle tasche mezzo miliardo a testa.
Nessuno di questi personaggi è un oligarca della fama di un Roman Abramovich, che aveva enormi interessi in Occidente: si tratta invece di individui – spiegano i britannici – «che si muovono deliberatamente nell’ombra», a parte la Kabaeva, si potrebbe dire, che è stata da tempo messa sotto i riflettori dai media. Ma ora Londra è andata a stanarli: e li ha aggiunti alla lista di oltre 1.000 persone e 100 società colpite da sanzioni. Come ha detto la ministra degli Esteri Liz Truss, «stiamo portando alla luce e prendendo di mira l’oscuro network che sostiene il lussuoso stile di vita di Putin»: e, fanno sapere, non è finita qui.