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 2022  maggio 13 Venerdì calendario

Alpini, 500 molestie segnalate

La domanda precisa era: «Ti sei sentita molestata in questi giorni dagli alpini?». In 500 hanno cliccato sulla casella «sì». Poi altri 160 messaggi, inviati via mail e sugli account social, hanno fornito racconti più dettagliati: approcci maleducati, insulti grevi, palpeggiamenti. È il contenuto del dossier ultimato delle associazioni femministe «Non Una di Meno Rimini» e «Casa Madiba» e che sarà consegnato nelle prossime ore all’autorità giudiziaria. La Procura intanto ha già aperto un’inchiesta dopo che una donna ha denunciato di essere stata molestata da tre «penne nere» che hanno partecipato al raduno tenuto nella citta romagnola da giovedì a domenica. Anche questo episodio è inserito nel dossier che comprenderebbe, dicono le attiviste, altre quattro denunce – una proveniente da una donna straniera che ha lasciato l’Italia ma determinata a firmare l’esposto – più circostanziate.
«Siamo un Paese ancora maschilista – osserva adesso il presidente della Camera Roberto Fico —. Quello che è successo al raduno è inaccettabile e deve farci riflettere». Poi però c’è pure chi, come Elena Donazzan (Fratelli d’Italia), assessora al Lavoro e alle Pari Opportunità del Veneto, sostiene questo: «Se uno mi fa un sorriso e mi fischia io sono pure contenta».
Parole, queste ultime, a cui le femministe ribattono rilanciando sdegnate i racconti giunti da donne e ragazze che nei giorni scorsi erano in giro o al lavoro per Rimini. Una scrive: «Mentre andavo in bici mi hanno fermata cercando di farmi entrare in capannone, ma io sono riuscita a scappare». Poi c’è la cameriera di un albergo che invia la mail subito dopo aver staccato dal turno: parla di «gente che allunga le mani, cerca di darti baci sulla guancia dopo averti tolto di forza la mascherina». Poi, «sempre ubriachi, sempre aggressivi», gli alpini fanno domande così: «Che intimo indossi?». E anche: «Ma ce le hai le mutandine?».
In un altro messaggio una giovane racconta che per strada alcuni alpini, «dopo avermi trattenuta per un braccio, mi hanno detto che mi avrebbero dato “una bella pennellata”. Mi hanno bloccata per circa un minuto interminabile... Si sono allontanati solo quando ho gridato che avrei chiamato i carabinieri».
Un’altra annota: «Magari non è una molestia, ma sul lungomare ho sentito più volte scandire questo coro: “Noi siamo il battaglione Aosta e siamo sempre in cima! Ma se scendiamo a valle, attenta ragazzina...”».
Un’altra ancora racconta: «In dieci minuti di passeggiata con il cane mi hanno fermata quattro volte, toccata due e seguita altre due». C’è anche un papà che al Corriere di Bologna ha raccontato della figlia quattordicenne «approcciata con parole irriguardose da alpini settantenni che poi l’hanno seguita. Lei allora ha urlato: “Vergognatevi, potrei essere vostra nipote!”».
Sulla piattaforma online Change.org, intanto, è guerra delle petizioni: quella per chiedere la sospensione per due anni delle adunate ha raccolto sino a ieri sera 17.500 adesioni. Quella di risposta – «continuiamo con gli storici raduni» – è giunta a quasi 1.300 firme.