La Stampa, 13 maggio 2022
Bitcoin, l’incubo Lehman
«È un disastro tutto rosso sangue» scrive Nicola, disperato, su Discord. Su Reddit, invece, c’è chi racconta di aver «perso tutti i risparmi di una vita». Colpa di Terra, la moneta virtuale che rischia di passare alla storia come la Lehman Brothers delle cryptovalute: in una manciata di giorni ha polverizzato gli oltre 40 miliardi di dollari di capitalizzazione e dai 120 dollari a cui veniva scambiata è crollata a una manciata di centesimi. Abbastanza perché Gaia racconti che, «con questo stress, perderà i capelli». Mentre Salvatore si accontenterebbe di qualcuno che lo consolasse e gli spiegasse «come reagire a questo momento». In rete la disperazione è così forte che i moderatori del forum di Reddit – frequentato da oltre 44mila persone – hanno pubblicato un post con i numeri telefonici dell’assistenza psicologica (e di emergenza) di tutto il mondo: in troppi hanno scritto di volersi suicidare. Come l’utente che ha perso oltre 450mila dollari e non è più in grado di onorare i propri debiti: «Presto perderò la mia casa, diventerò un senzatetto». Con grande pragmatismo Mike si limita a dire che se tornasse indietro non investirebbe più sulle crypto.
La realtà dei fatti, tuttavia, è molto più complessa. E somiglia tanto a uno schema Ponzi capace di far impallidire quello architettato da Bernie Madoff: il finanziere americano morto lo scorso anno aveva causato perdite ai suoi clienti per circa 17 miliardi di dollari promettendo rendimenti del 12%; Terra è arrivata a garantire il 20%.
Emanuele Ricco, fisico e quantitative researcher di Quaternion Technology (oltre che socio di Fatti di Algos e del Luiss Quantum & AI Labalgoritmiche) prova a far chiarezza sul complesso meccanismo della moneta, che ne regola la parità con il dollaro: «Quando il valore di Terra deve aumentare, se ne riduce il numero in circolazione, quando deve calare accade l’opposto. L’enorme problema di questa meccanismo è che si reggeva su un collaterale a garanzia volatile come il Bitcoin. E quando sono scattate le vendite sulla più famosa delle crypto l’algoritmo non è stato in grado di mantenere la parità di cambio». Terra, però, non è mai riuscita a trovare il proprio equilibrio al punto che il fondatore Do Kwon ha iniettato nel sistema centinaia di milioni di dollari per coprire i buchi di meccanismo dal quale uscivano più denari di quelli che vi entravano. «È arrivato a valere 40 miliardi di dollari, ma non poteva sopravvivere. Il problema principale del mercato delle cryptovalute è lo storytelling e il marketing che si crea attorno e distrae dalla sostanza e solidità del business» fa eco Antonio Simeone cofondatore di Euklid.
Anche perché in circolazione sul mercato si contano oltre duemila cryptovalute, e se il numero uno della divisione specializzata di JpMorgan, Umar Farooq, è convinto che il Bitcoin sia «qui per restarci», altrettanto non si può dire delle altre monete. «Ci sarà una selezione naturale e forse la moneta migliore ancora non esiste» dice Massimo Siano, numero uno del Sud Europa di 21Shares che poi spiega: «L’algoritmo è crollato per le vendite forti e per la volatilità di Bitcoin che è dovuta a un mercato ancora non maturo. Probabilmente la strada è quella giusta, ma solo troppo in anticipo sui tempi. Se guardiamo a quando è nato Internet, sono poche le realtà che ancora esistono. Di certo resta valido il suggerimento di diversificare sempre gli investimenti».
Le tensioni su Terra e Bitcoin hanno messo in crisi anche Tether, il maggiore stablecoin al mondo che però assicura: «Manterremo l’ancoraggio al dollaro a tutti i costi». Tuttavia, la società non ha voluto rivelare quale sia la sua copertura. Un problema non secondario per uno strumento che capitalizza 80 miliardi di dollari.