la Repubblica, 13 maggio 2022
Benson e Lundini, nella nicchia c’è un diamante
Succede che muore Richard Benson – mito sgangherato tra musica incredibile, vita incredibile, tv romane d’epoca, concerti, realtà e millanteria, tutto incredibile. E succede che quelli di Una pezza di Lundini, piccolo programma annidato nella tarda sera di Rai 2, abbiano una puntata inedita registrata tempo fa, proprio con Richard Benson protagonista.
Mercoledì sera mentre molti guardavano altra televisione (con vario grado di soddisfazione) il gruppo Lundini ha deciso di mandare quella puntata, tale e quale, con l’intervista, le confessioni, il conduttore che forse per la prima volta si rivolgeva seriamente a un ospite. Ed è stato qualcosa che sarà difficile togliersi dalla mente, non fosse che per quella partenza con il “come stai” di prammatica e Benson che ironizzava sul fatto che giravano voci su quanto stesse poco bene: e invece lui era lì e oggi come oggi se ne dicono e purtroppo se ne sentono tante. Impressionante e anche di più: non fosse che poi alla fine, con esibizione alla chitarra con un brano nell’amatissimo stile prog all’italiana di decenni fa, è sembrata una puntata non solo normale ma doverosa, piena di curiosità soddisfatte e nuove curiosità da soddisfare. Con Benson che intanto andava enumerando conoscenze e incontri stellari, come se vivesse in permanenza dentro un film di quel Carlo Verdone che lo rese celebre proprio in Maledetto il giorno che t’ho incontrato e che è stato tra i primi a ricordarlo e celebrarlo (“Ildistorsore nel cielo”). E la cui comunanza con Benson era nata a base di modelli di chitarra di cui parlare e vite arrotolate – da vivere o da raccontare. In sé, la mezz’ora di tv più destabilizzante degli ultimi tempi, alla quale si ripenserà a lungo. Cose che possono succedere nelle famose nicchie televisive.