Il Messaggero, 12 maggio 2022
Le grandi donne di Vespa
Con Donne al potere, da oggi in libreria (RaiLibri, pp.336 20) Bruno Vespa centra la sua narrazione su venticinque Signore della politica, dell’impresa e della scienza tra pubblico e privato. Non si tratta di un mero collage di storie e figurine, piuttosto di una questione decisamente attuale, «quella che un tempo si chiamava emancipazione femminile», che riguarda la doppia misura e la doppia morale sovente riservata alle donne, sia sul versante delle aspirazioni professionali, sia sull’ottenimento delle cariche pubbliche.
CONQUISTE
Abbiamo fatto «enormi passi in avanti», scrive l’autore – giornalista classe 44, noto volto televisivo e narratore affabile che guida il lettore confezionando ritratti di donne protagoniste del nostro tempo, unendo cariche politiche e influencer, scienziate e imprenditrici, tutte figure di successo che hanno raggiunto i propri obiettivi anche grazie ai sacrifici, barcamenandosi fra la famiglia e il lavoro e talvolta, facendo i conti con un certo ostracismo del patriarcato dominante.
Del resto, lo stesso Vespa mette in chiaro nella premessa che «la maternità è ancora un elemento discriminatorio, soprattutto in un paese come l’Italia, tuttora arretrato in fatto di servizi per l’infanzia» e così, in diversi ambiti professionali, le donne «sono quasi sempre più motivate, spesso più rigorose, perché sono preparate ad una scalata più ardua dei loro colleghi».
AVVERSITÀ
Il risultato sono venticinque caratteri forgiati nelle avversità fra cui Chiara Ferragni, Ilaria Capua, Marta Cartabia nel complesso, diciotto italiane e sette straniere ecco Greta Thunberg, Lady Gaga e la Regina Elisabetta II – tutti fulgidi esempi che devono illuminare e spronare la società al cambiamento, con buona pace di chi ancora si ostina ad appellarlo come gentil sesso.
Vespa apre la narrazione con le cinque donne che hanno sfiorato l’insediamento al Quirinale, chiosando con un pizzico di perfidia: «sembravano finalmente maturi i tempi, ma gli uomini (e le donne!) hanno voluto diversamente». Si parte «la donna quirinabile per eccellenza, Maria Elisabetta Alberti Casellati, prima donna Presidente del Senato». Vespa ricorda le premesse – «il centrodestra per la prima volta aveva la maggioranza relativa dei grandi elettori» – e il relativo scoglio insormontabile: «Il problema è che una persona di centrodestra non doveva andare al Quirinale», perché invisa al centrosinistra ma, nel suo specifico caso, «perché non l’ha voluta innanzitutto Forza Italia, il suo partito», sino a farla arenare a quota 382, con una sessantina di franchi tiratori all’opera. Erano quirinabili anche Elisabetta Belloni – «signora con una vita molto riservata» e Paola Severino (la prima donna giunta alla carica di ministro della Giustizia, con una «straordinaria forza di volontà»), seguite da Letizia Moratti – di cui Vespa ricorda la vita e il carattere «un po’ forte» – giungendo sino a Marta Cartabia, «così stimata che ogni volta che c’è l’occasione si fa il suo nome per le cariche più alte della Repubblica», capace di compiere «una carriera in un ascensore con fermate ai piani giusti, senza nessuna discesa».
Il capitolo successivo riguarda Emma Bonino e Giorgia Meloni, «le sole donne leader della storia italiana» e subito dopo, lo sguardo del narratore plana sul fronte scientifico, raccontando le vite di successo di Fabiola Giannotti – «la prima donna chiamata a dirigere il Centro Europeo Ricerche Nucleari» e già «riconfermata per un secondo mandato da direttore generale» – Maria Chiara Carrozza – «la prima donna della Storia a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche» – e infine, Ilaria Capua, intenzionata a prendersi un anno di stop perché, «non voglio restare sulla mia ruota di criceto mentre il mondo corre».
EMPATIA
Vespa ritrae tutte le protagoniste con una prosa di facile lettura, riuscendo ad accostarle anche empaticamente al lettore, come accade nel capitolo dedicato alle capitane d’impresa ovvero Ornella Barra, Marina Berlusconi, Miuccia Prada, Marina Caprotti, Lucia Aleotti ed Emma Marcegaglia, definita «dama d’acciaio». Fra le pagine c’è spazio anche per le regine senza corona Angela Merkel, su tutte giungendo sino alle pagine dedicate alle influencer, raccontando Maria De Filippi e Chiara Ferragni, introdotta da una citazione di Roland Barthes, descritta come una donna vincente, «sempre e solo per un mondo magico, perfetto, anche per l’amore libero».
SPUNTI
Pagina dopo pagina, è palese l’intento di Vespa di dar vita ad una narrazione socio-politica del nostro tempo, cogliendo al balzo e inserendosi nel dibattito dell’attualità della cronaca ma discostandosi, con garbo e toni sempre pacati, dai punti di vista dominanti, riuscendo così a volgere l’attenzione verso storie anche meno note ma sempre foriere di spunti riflessivi.
Francesco Musolino