la Repubblica, 12 maggio 2022
Achille Lauro, lo straniero
Se l’Eurovision venisse vinto dal rappresentante di San Marino sarebbe divertente per due motivi. Primo, il pensiero della piccola Repubblica costretta a ospitare l’edizione 2023 e quindi a più che raddoppiare la popolazione, che è di 33mila persone, mentre questo festival ne muove 40mila tra cantanti, giornalisti, addetti ai lavori e turisti. Secondo, parliamo di un posto che cerca di essere il più possibile simile a una città medievale. E il suo rappresentante è Achille Lauro, uno che il Medioevo (quello dei cervelli e della morale) lo combatte con la contemporaneità, ovvero con sfrontatezza, trasgressione ed eccesso, anche in eccesso a volte, perché esiste anche l’eccesso di eccesso.
Ma il 2023 è lontano e poi chissà. La certezza è che le prove — in vista dell’esibizione di stasera per la semifinale — sono andate benone e hanno convinto la stampa e il popolo di Internet. Achille è uno dei favoriti, anche perché lui il tallone del suo omonimo non l’ha, o meglio può sfruttare quello di Mahmood e Blanco, che non possono essere scelti al televoto dagli italiani, mentre lui sì, proprio in quanto formalmente a Torino per San Marino. Aggiungiamoci per l’appunto delle prove flamboyant . In senso letterale, visto che qua e là partono anche robuste vampate di fuoco. E in senso metaforico, visto come si veste per interpretare la canzone Stripper : tutina nera completamente trasparente, con slip sgambati e copricapezzoli a stella, lungo boa nero, stivali da cowboy decoratissimi, cappellone di camoscio, trucco pesantissimo. E toro da cavalcare. Toro finto, ovviamente, di quelli da luna park, dove ci si mette in sella e si tenta di non farsi sbalzare, tutto rivestito di rosso tipo divano, e che si chiama Roberta. Un toro gender fluid insomma, e il dettaglio non stupisce più di tanto. D’altrondeStripper racconta la storia d’amore tra uno spogliarellista e una donna cowboy. Forse non esattamente una storia di tutti i giorni. Ma lui risponde che il brano «è libero come voglio essere, liberi come bisognaessere». Libero anche, per l’appunto, di scegliere il sistema un po’ levantino di partecipare, senza essere sanmarinese, al concorso “Una voce per San Marino” pur di essere in gara e adesso. D’altronde, proprio perché gli autoctoni sono solamente i 33mila di cui sopra, quasi nessuno era di San Marino (tra gli italiani c’erano anche Valerio Scanu, Spagna, Tony Cicco e Alberto Fortis). E comunque le gare bisogna vincerle, come ha fatto proprio con Stripper . Il fatto è che la finale è stata pochi giorni dopo il festival di Sanremo, dov’è andato male al limite del malissimo, 14°, e molti hanno interpretato quella partecipazione in terra straniera come un atto di presunzione, una non rassegnazione al destino, «e invece io a San Marino sono stato invitato ancor prima di prendere parte a Sanremo».
Stasera sapremo se passerà le semifinali e se lo rivedremo sabato, ma i dubbi sono pochi e comunque già esserci e fare parlare nuovamentedi sé è la vittoria più importante per uno che vive di cliccate e di like ancor più che di introiti delle canzoni. Per questo si sta preparando in modo meticoloso: gli eccessi che canta e che magari vive davvero anche nel privato (e che comunque sarebbero fatti suoi) li abbandona quando si tratta di lavoro. E anche a Torino è così: attenzione estrema a ogni dettaglio, in primo piano il look, rispetto degli impegni istituzionali, legati alla manifestazione, a cominciare dalle conferenze stampa d’obbligo, ma nulla più. Niente interviste, per esempio. Maniacale e monacale: il resto è riposo in albergo. Ecco, giusto ieri mattina sul presto è stato avvistato a fare una passeggiata al parco del Valentino. Ma chissà poi se era veramente lui: in giro è pieno di ragazzi che gli assomigliano, per look, trucco e tatuaggi.
In attesa di sapere come andrà l’Eurovision, questa è forse la sua vera vittoria.