Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  maggio 12 Giovedì calendario

Dall’Himalaya parte la moda più sostenibile

Non c’è alternativa per la moda: nei prossimi cinque o dieci anni sarà completamente sostenibile. Chi vive di immagine non può permettersi di avere quella di chi inquina il pianeta».
Federico Marchetti è presidente della Sustainable Market initiative Task force, ovvero è l’uomo che il principe Carlo d’Inghilterra ha scelto per guidare un progetto ampio e ambizioso: accelerare il passaggio del mondo della moda al green. L’ex ad del gruppo Yoox ha annunciato ieri a Londra ai membri delle varie task force dell’SMI che l’imprenditore Brunello Cucinelli finanzierà con un milione di euro il primo progetto: l’Himalayan Regenerative Fashion Living Lab, che punta a ripristinare la fauna selvatica e l’agricoltura sostenibile in un’area dell’Himalaya dove il paesaggio è stato degradato a causa dello sfruttamento intensivo delle risorse.
«Brunello è un amico e la sua storia è perfettamente in linea con questo progetto. L’ha accolto subito e lo porterà avanti nel migliore dei modi», spiega Marchetti. «L’agricoltura rigenerativa è un tema in cui credo ed è fondamentale anche per il nostro territorio», conferma Cucinelli. Tra l’Umbria del re del cachemire e i monti asiatici dove il cachemire si produce, il passo è più breve di quello che sembra. A Solomeo, dove ha sede l’azienda, «abbiamo fatto rinascere il borgo e trasformato una valle riprendendocela zolla dopo zolla, abbattendo capannoni e piantumando olivi, vigne, alberi da frutto. Ora l’obiettivo è ricostituire la stessa armonia tra uomini e natura anche nelle piccole comunità locali dell’Himalaya dove si producono, oltre al cachemire, seta e cotone. Così si innesca un circolo virtuoso e si creano catene di valore della moda umanamente sostenibili. La nostra grande madre Terra ci ha accolti e nutriti, ci ha consentito di godere delle sue risorse. Tutelarla è la nostra prima responsabilità».
«Ho riunito questa task force nella primavera del 2021 con due obiettivi precisi», dice Marchetti, «creare un passaporto digitale in modo che i consumatori conoscano la provenienza di un capo prima di acquistarlo, da dove viene, con cosa e come è stato prodotto. E avviare un progressivo cambiamento verso la moda rigenerativa. Non sa che felicità ho provato quando la Comunità Europea ha previsto la creazione di un passaporto digitale per il tessile. Siamo fieri e orgogliosi che magari si siano ispirati un po’ anche a noi».
Per il secondo obiettivo, Marchetti ha chiesto aiuto allo scienziato spagnolo Marc Palahi, direttore dell’Istituto Forestale Europeo: «Mi piace essere concreto eportare risultati, avevo bisogno di una competenza specifica per creare una metodologia e favorire una produzione che potesse reintegrare ciò che preleva dal territorio, attraverso un’industria biologica e circolare, inclusiva, con effettipositivi sul clima e sulla natura. I territori rigenerati, resilienti e ricchi di biodiversità saranno la base del cambiamento, daranno potere alle comunità locali e indigene, sostenendone l’economia nel rispetto dei loro diritti».
E a proposito della rinascita di Solomeo l’imprenditore racconta: «Il principe Carlo è stato un precursore della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Ne parlava già negli anni 70 quando ero un ragazzo. E recentemente, durante il nostro primo incontro in digitale, stavo parlando dalla mia torre quando hanno iniziato a suonare le campane dell’Ave Maria e lui è rimasto incantato dalla storia del nostro borgo, come siamo riusciti a ripopolarlo e a farlo tornare a lavorare. In fondo oggi con internet non è complicato. L’ho invitato subito a farci visita e a scoprire la magia di questo luogo».
Durante il G20, il principe Carlo si è rivolto ai leader mondiali e alla loro “schiacciante responsabilità verso le generazioni future”. E ha presentato l’SMI con oltre 300 Ceo per fornire soluzioni alla crisi climatica globale. Dopo il suo speach, Cucinelli è stato invitato ad un tè alla bella residenza dell’ambasciatore britannico a Roma: «Ci siamo seduti nel loro splendido parco. Erano le 12.30. “Certo principe – gli ho detto – a quest’ora due begli spaghetti al pomodoro sarebbero il regalo più bello”. E lui: “Non sarebbe mica male”. Adora il nostro Paese e tutta la bellezza che c’è. Vengo da una famiglia di contadini, non avevamo niente e mi è rimasto nella testa. Chi avrebbe pensato trent’anni fa che questi temi sarebbero stati di nuovo attuali? Tornare indietro non è più possibile. La mentalità è cambiata: i giovani non sprecano, recuperano, rigenerano. Una lezione dal passato che vale per tutta l’umanità». «Nella task force ho riunito ad di culture diverse, da Burberry a Chloé, da Stella McCartney, a Giorgio Armani», conclude Marchetti, «è una fortuna che tra noi ci sia re Giorgio, il suo esempio verrà seguito da tutti. È sempre stato così. Questo è solo un primo passo: la migliore risposta a quello che sta succedendo in Ucraina: dimostrare che la collaborazione tra popoli e nazioni diverse è possibile e può migliorare il mondo».