la Repubblica, 12 maggio 2022
Apple dice addio all’iPod
C’è un mondo prima dell’IPod e c’è un mondo dopo l’iPod. E da oggi ci sarà un mondo senza l’i-Pod.
La piccola macchina digitale creata da Apple per ascoltare musica senza supporti, presentata al mondo da Steve Jobs il 23 ottobre del 2001 va in pensione, definitivamente, ma nei suoi ventuno anni di esistenza ha contribuito, in maniera sostanziale, a cambiare il mondo. Da quella data la rivoluzione digitale entra nelle nostre tasche e non solo diventa per noi familiare, ma fa il suo ingresso con un clamoroso impatto nella cultura popolare, negli stili di vita, nell’industria della musica e dell’intrattenimento, in quella dell’elettronica: iPod cambia la Apple e la Apple cambia tutto il resto. Può fare tutto questo un ‘semplice’ lettore di file mp3? Si, se si pensa che la Apple si è rifondata attorno all’i-Pod, che non avremmo oggi l’i-Phone e gli smartphone, non avremmo lo streaming di musica e cinema, persino gli Ebook avrebbero avuto meno futuro e i podcast forse avrebbero quantomeno avuto un altro nome. Non solo: Jobs quel giorno annunciò un oggetto ultraportable etiny ,ultraportatile e minuscolo, personale e mobile, e questi aggettivi servono a definire buona parte del mondo della comunicazione odierna.
Tutto per un piccolo lettore di musica digitale, nato all’indomani del successo di iTunes, il primo negozio di file digitali musicali da scaricare: era piccolo ecool ,un oggetto da possedere ma anche da far vedere agli altri, come status symbol, un sognoper gli appassionati di musica che finalmente potevano avere “mille canzoni in tasca” (e oggi ne abbiamo a disposizione più o meno 80 milioni…), canzoni che in qualche modo definivano l’anima, il sentimento, la cultura di chi le scaricava, al punto che era interessante per il pubblico sapere quali canzoni fossero nell’i-Pod degli altri, persino in quelli dei presidenti degli Stati Uniti.
L’industria discografica accolse l’iPod con estrema diffidenza, sapeva che gli avrebbe tolto potere e mercato, come poi avvenne, ma non capì che non era Apple a imporre il cambiamento, ma la gente, che preferiva i file, le playlist, la musica con un clic e a basso costo, ai CD e più in generale ai supporti fisici.
Al primo iPod ne seguirono altri, il Mini, lo Shuffle, il Nano, il Touch, aprendo la strada agli smartphone, all’idea di avere in tasca un terminale per essere connessi al mondo intero. E noi siamo cambiati con loro, abituandoci a vedere video ovunque, ad essere connessi alla Rete e leggere libri e giornali, a guardare la tv in mobilità, e alla fine a non avere più bisogno di un iPod perché gli smartphone fanno di più e di meglio. Ma, a dire il vero, anche se oggi non sembra così, l’iPod ci mancherà, perché era l’ultimo device ad essere dedicato soltanto alla musica, all’ascolto della musica, mentre i nostri smarpthone fanno molto altro e quella dell’ascolto è solo una delle molte funzioni che hanno. I vinili stanno tornando di moda, persino le audiocassette hanno una loro nicchia di giovanissimi amatori, e altre tecnologie scomparse stanno avendo nuova vita, come le foto Polaroid. Magari anche l’iPod, forse in forme diverse, troverà nuova vita. Del resto la fantascienza ce lo ha sempre detto: a volte ritornano.