la Repubblica, 12 maggio 2022
Le tre frontiere della droga in America Latina
Si guarda alla Colombia ma si parla al Paraguay. Perché qui sorge la Triple frontera. Non il celebre film con Ben Affleck in cui 5 ex appartenenti alle Forze speciali derubano un narcotrafficante e per salvare la pelle, oltre al malloppo, sono costretti a una fuga rocambolesca in mezzo alla giungla. Le Tre frontiere sono il nuovo crocevia del narcotraffico, l’Eden dell’illegalità, la base operativa della criminalità internazionale. Indica il vertice del triangolo che delimita i confini tra Paraguay, Brasile e Argentina. È segnato da una cittadina, Pedro Juan Caballero, 500 chilometri da Asunción, che si affaccia proprio sul confine dello Stato di Mato Grosso.
Con gli anni è diventata un “porto franco” ma si è conquistata anche la fama di essere l’area più violenta della regione. Una terra senza leggi dove si commercia di tutto: dalla droga, alle armi, alla prostituzione al riciclaggio di denaro fino al traffico di organi. È stata eletta capitale da tutte le organizzazioni criminali e terroristiche. Qui, come nella vicina Ciudad del Este, fondata dal dittatore Alfredo Stressner nella sua marcia di avvicinamento al Brasile governato all’epoca da una giunta militare, si mescolano scitii libanesi, cinesi, taiwanesi, coreani, siriani, palestinesi. Ma anche messicani, colombiani, italiani, spagnoli, brasiliani. Ognuno padrone del proprio settore commerciale che va dall’elettronica, ai giocatoli, al tessile, al software.
È la droga a dominare su tutto. Un business miliardario. Una cospicua fetta è ritagliata per la Triplice. Si traffica soprattutto in cocaina, anche se il Paraguay è famoso in tutto il Sud America per coltivare e produrre la marijuana. Una “maconha”, come si chiama in Brasile, di scarsaqualità. Meglio la polvere bianca. Arriva dalla Bolivia e in parte del Perú su voli clandestini ed è trasferita nel ranch dei potenti di turno, quindi portata con i camion in altre proprietà dove è stoccata in attesa di essere distribuita. Il Paraguay ha un vantaggio: ha 3.500 chilometri di corsi d’acqua su cui viaggiano centinaia di navi. I fiumi scendono verso l’Atlantico, sboccano a Buenos Aires o Montevideo e da qui è facile prendere le rotte verso l’Europa, l’Asia, l’ Australia. Marcelo Pecci aveva firmato decine di inchieste, obiettivo n’drangheta, Comando Vermelho di Rio, Primeiro Comando da Capital di San Paolo. Temevano tutti di vedere compromessa la nuova base di smistamento di droga mondiale e riciclaggio. E comodo rifugio per latitanti e boss. La Triple Frontera andava protetta. Chi la minacciava doveva morire.