La Stampa, 12 maggio 2022
Laura Pausini racconta il suo Eurovision
Laura Pausini come è andata la prima semifinale? Dopo tutte le prove, controprove, le entrate, le uscite… tutto secondo i piani? Scivolato liscio?
«È andata benissimo, eravamo agitati perché è un programma completamente in inglese, con le regole che sappiamo, è difficilissimo. Quando siamo tornati in camerino alla fine della serata ci siamo abbracciati e urlato di gioia. È stato tutto velocissimo e non vedo l’ora che sia stasera».
Sì, ma a un certo punto le è scappato un «porca vacca» in perfetto italiano. Puro stile Pausini.
«Non avendo le "z" da brava romagnola c’era una parola in inglese che non mi veniva e siccome porcavacca lo dico praticamente sempre (meglio quello che altro), sono incespicata su una parola e sparato lì la mia esclamazione. Ero molto preoccupata perché ci hanno chiesto di non dire nulla in italiano ma alla fine se lo sono fatto andare bene. O così o così».
A poche ore dal suo compleanno (saranno 48 anni lunedì) sta dimostrando la sua ecletticità. Presentatrice, maestra di cerimonie, a suo agio con due colleghi esperti come Alessandro Cattelan e Mika. Come si è sentita quando glielo hanno proposto?
«Ho accettato con tantissimo entusiasmo e lo riaccetterei altre mille volte. Siamo tre persone unite e poi rappresentare il mio Paese è un immenso onore oltre che un piacere. Spero, fino a ora, di non aver deluso le aspettative. Mi piace pensare che in queste occasioni la professionalità debba farla da padrona, ma anche se è stancante le cose difficili della vita sono altre».
Alessandro Cattelan e Mika, così diversi e diversi anche da lei. Se con uno ci può essere un’intesa artistica perché fate lo stesso mestiere, con Alessandro l’intesa si è creata strada facendo?
«Durante la prima serata, lo avete visto tutti, si è capito che siamo un gruppo. Ci supportiamo a vicenda e poi loro sono grandi professionisti. Non potevo sperare di meglio. Mika fa il mio stesso mestiere e con lui avevo fatto il concerto benefico "I Love Beirut" dove presentavamo dei cantanti e andò benissimo. Lo dico chiaro: uno dei motivi poter cui ho accettato di fare Eurovision è la presenza di Ale Cattelan. Lui è un vero presentatore e rende questa esperienza ancora più rincuorante. Oggi (ieri per chi legge, ndr) è il suo compleanno e abbiamo festeggiato in camerino con le nostre figlie. Mi creda, questo show con loro due è una delle cose più belle che ho fatto nella mia vita».
Che cosa l’ha colpita di più fra gli interpreti di questa edizione?
«Mai come quest’anno lo slogan di Eurovision è azzeccato: "The Sound of Beauty", che poi è anche sinonimo di "La bellezza è pace". In più quest’anno molti Paesi hanno portato i pezzi nella loro lingua e questa eterogeneità in un periodo come questo, dove sappiamo che non lontano da noi c’è chi vive una guerra, dà speranza e alimenta il sogno. La musica è la prima cosa che avvicina ai sogni».
È abituata alle "macchine da spettacolo" e dall’America al Sudamerica ne ha viste tante. Com’è questa "macchina".
«Non è facile. Questa è la verità, anche perché è gestita da due grandi autorità come Ebu e Rai e ognuno ha i suoi ritmi. La Rai con l’esperienza di Sanremo ha dei tempi che a volte non collimano con quelli di Ebu. È complicato. Per primi noi conduttori dobbiamo essere pazienti e a disposizione, ma a me più una cosa è difficile e più mi stimola. Dopo tanti anni di mestiere le cose facili non mi piacciono. Qui è come essere tornata ai miei esordi e adoro questa cosa. Mi tiro su le maniche e pedalo».
Una vittoria al Golden Globe per «Io sì/Seen», ora il film sulla sua vita. A quando un ruolo da attrice? Ci sta pensando? Glielo hanno offerto?
«Il cinema è da sempre una mia grandissima passione e il solo aver fatto parte del progetto con Sofia Loren mi ha riempita di gioia e di gratitudine. Penso che ci sia la possibilità di esplorare altri campi se ti senti preparato ed emozionato all’idea di andare a conoscere un mestiere che non è il tuo. Io non mi sento un’attrice e con Piacere di conoscerti ho fatto me stessa, la Laura B, quella che non avrebbe avuto il mio successo, ma sono sempre io. Mi piace molto fare tv e per questo devo ringraziare tanti Paesi che mi hanno spronata a farlo, anche se il primo l’ho fatto con Paola Cortellesi su Rai1. Mi emoziona dirlo perché io e lei quando siamo sedute sul divano parliamo di "Laura e Paola 2" che la Rai ci ha chiesto tante volte, ma siamo sempre occupatissime. Un giorno però troveremo il tempo e lo rifaremo. Promesso».