Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”, 11 maggio 2022
PER CHIUDERE QUESTA GUERRA NON BISOGNA STRAVINCERE: BISOGNA OFFRIRE A PUTIN UNA VIA D'USCITA ACCETTABILE - MACRON L’HA CAPITO: NON VUOLE IL CROLLO DELLA RUSSIA E HA MESSO IN GUARDIA DALLA "TENTAZIONE DELL'UMILIAZIONE” DI MOSCA - GLI STATI UNITI CONSIDERANO CHIUSA OGNI POSSIBILITÀ DI DIALOGO CON CREMLINO: BIDEN HA DEFINITO PUTIN “CRIMINALE DI GUERRA”, “MACELLAIO”, “ASSASSINO” - IL SEGRETARIO ALLA DIFESA LLOYD AUSTIN HA CHIARITO CHE L'OBIETTIVO AMERICANO E’ “VEDERE LA RUSSIA INDEBOLITA AL PUNTO CHE NON POSSA PIÙ RIPETERE QUEL CHE HA FATTO IN UCRAINA” -
I governi occidentali aiutano l'Ucraina con armi, intelligence, soldi, sanzioni alla Russia, e una scelta di campo chiara: stiamo con voi, gli aggrediti, contro gli aggressori russi. Ci sono poi differenze di sensibilità tra Europa e Stati Uniti, ma va segnalato un ultimo, decisivo punto di contatto tra i due lati dell'Atlantico: «Spetta all'Ucraina definire le condizioni per i negoziati con la Russia», ha detto ancora lunedì a Strasburgo il presidente francese Emmanuel Macron, a nome di tutta la Ue.
«Solo l'Ucraina ha il potere di stabilire che cosa considera un successo», ripete da tempo la Casa Bianca. Anche se vi aiutiamo, gli obiettivi finali della lotta li decidete voi. La vittoria Finché la Russia continua a devastare le città ucraine, sarà quindi l'Ucraina a stabilire fino a quando vorrà o potrà combattere. Non è una decisione facile, perché le condizioni cambiano a seconda dell'evoluzione militare sul terreno, e più la guerra continua, più le vittime aumentano, più si rafforza la voglia di non rendere inutili quei sacrifici. Lo spiega con chiarezza il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
«Nei primi mesi della guerra consideravamo vittoria il ritiro delle forze russe entro i confini anteriori all'invasione del 24 febbraio (quindi lasciando Crimea e parte del Donbass alla Russia, ndr ) e il pagamento dei danni», ha detto il ministro in un'intervista al Financial Times , rilasciata dopo la parata di Mosca e la Festa dell'Europa a Strasburgo. «Adesso, se siamo abbastanza forti sul fronte militare e vinciamo la battaglia cruciale per il Donbass, la vittoria per noi consisterà nella liberazione del resto dei nostri territori».
Quindi Kiev punta ora a recuperare la completa integrità territoriale, compresi la Crimea e tutto il Donbass, tornando alla situazione anteriore alla prima invasione russa del 2014, ovvero ai confini riconosciuti dal diritto internazionale.
L'Ucraina combatte per la sua sopravvivenza come Paese libero, ma la Russia? Quale potrebbe essere un esito accettabile - al di là delle follie retoriche sulla «de-nazificazione» -, la famosa via di uscita da una «operazione militare speciale» che Putin sperava di chiudere in pochi giorni con la caduta di Kiev e del presidente Zelensky, e che invece sta entrando in una fase di stallo? Se Macron continua con le sue lunghe telefonate a Putin, è anche per cercare di individuare qualcosa che convinca il leader del Cremlino a sospendere le azioni militari conservando una qualche credibilità in Russia.
Qui emerge una differenza di atteggiamento tra Europa e Stati Uniti che è andata rafforzandosi con il passare delle settimane. Le dichiarazioni del presidente Biden su Putin - «criminale di guerra», «macellaio», «assassino» - hanno lasciato intendere che la Casa Bianca considerasse finita ogni possibilità di dialogo con il leader russo. A fine aprile il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha chiarito l'obiettivo Usa: «Vedere la Russia indebolita al punto che non possa più ripetere quel che ha fatto in Ucraina».
Le trattative Parigi sembra meno attratta da un crollo della Russia, più propensa a circoscrivere la guerra e chiudere la crisi appena il Cremlino aprirà un vero spiraglio per le trattative, se mai accadrà. «Quando la pace tornerà sul suolo europeo, non dovremo mai cedere alla tentazione dell'umiliazione», ha detto Macron nel suo discorso a Strasburgo. Il presidente ha poi chiarito la posizione a breve termine della Francia durante l'incontro con il cancelliere Scholz, lunedì sera a Berlino: «Restiamo concentrati sul nostro obiettivo, fare tutto il possibile per un cessate il fuoco».
Traguardo condiviso dal leader cinese Xi Jinping, che ieri ha parlato lungamente al telefono con Macron convenendo sulla necessità di «rispettare l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina», una svolta dopo l'iniziale apparente equidistanza tra Mosca e Kiev. L'Italia di Draghi è sembrata nelle scorse settimane più vicina agli Stati Uniti, e il premier nell'intervista al Corriere di qualche settimana fa ha espresso perplessità sull'utilità dei colloqui con Putin. Ieri però Draghi a Washington ha detto a Biden che «in Italia e in Europa le persone vogliono la fine di questi massacri, le persone si chiedono che cosa possiamo fare per portare la pace».
L'Europa sembra camminare sul filo di una solidarietà completa con l'Ucraina, nella speranza però di non cadere in una guerra infinita. C'è poi la questione dell'ingresso dell'Ucraina nell'Unione. «Il nostro è l'unico Paese in Europa dove la gente muore per i valori della Ue», sottolinea Kuleba. Ecco perché Macron si è inventato la «Comunità politica europea» in cui accogliere subito Kiev: non perdere la faccia è un obiettivo non secondario dell'Europa in questa guerra.