Il Messaggero, 11 maggio 2022
Totti si schiera con Mou
Più o meno è andata come quando giocava. All’epoca, quando meno te l’aspettavi, arrivava la giocata illuminante, l’assist, il gol a tirar fuori la Roma dalla situazione complicata di turno. Ieri Francesco Totti ha concesso uno dei tanti bis della sua carriera. E poco importa che non abbia più gli scarpini ai piedi. Le sue parole vanno in rete con una facilità irrisoria: «Quello che abbiamo visto a Firenze è stato uno dei tanti episodi a sfavore della Roma in questa stagione – ha detto a margine della presentazione della Coppa Italia Frecciarossa – Non siamo qui a recriminare ma se il VAR non aiuta l’arbitro tutto diventa più complicato». Ascoltarlo parlare alla prima persona plurale fa sempre un certo effetto. Parole da tifoso, da innamorato, di chi, prima o poi, è destinato a varcare nuovamente il cancello di Trigoria dalla porta principale. Francesco, però, non cade nel tranello e dribbla la questione, quando la domanda fa riferimento proprio ad un suo possibile ritorno in società: «La Roma può migliorare anche a livello dirigenziale? La Roma si migliora sempre, anno dopo anno. Con o senza dirigenti». Il sorriso sornione che accompagna la replica è eloquente. Della serie: oggi le mie vicende personali sono secondarie a quelle del club e soprattutto al problema arbitrale, ormai un nervo scoperto che non si può più sottovalutare. La novità sostanziale di queste ultime ore è che Mourinho da lunedì è meno solo. Perché oltre all’assist di Totti, ha ricevuto per la seconda volta (la prima nel 2022) il supporto pubblico della società.
CLUB PRESENTE
Al Franchi la presenza del gm Pinto nel post-gara al posto del tecnico nella sala stampa è stata simbolica. E non per le parole garbate del dirigente ma per quello che la sua presenza ha significato. Pinto è stato scelto dai Friedkin (intanto Dan lunedì ha partecipato alla riunione dell’Eca) per essere rappresentati e per veicolare il loro pensiero all’esterno, dal momento che hanno deciso di mantenere un profilo silente. Ergo, parla sì Pinto ma l’input è della proprietà. José rimane quindi il front-man del club. Ma da ieri non è più l’unico. Ora ci sono anche il connazionale e... Totti. Francesco che però non fa sconti. Con la schiettezza che lo contraddistingue, ieri si è lasciato sfuggire come la stagione giallorossa, per adesso, sia da valutare con un «cinque e mezzo. C’è però Tirana, ci sarò anche io. È tantissimo tempo che non andiamo in una finale di coppa. È fondamentale alzare un trofeo, andremo lì il 25 maggio vogliosi e combattenti fino alla fine». Eccola la prima persona plurale che ritorna. Non c’è nulla da fare, è più forte di lui, gli viene naturale. Come esaltare Mourinho: «Uno dei più grandi allenatori al mondo. La Roma si migliora con acquisti mirati. Lui sa chi gestire e chi comprare e la società farà di tutto per accontentarlo». Allenatore che è riuscito a ricompattare una piazza, a creare un’empatia che va al di là dei risultati. Si spiega anche così il post ieri su Instagram dell’ex presidente Rosella Sensi: «Dopo l’ennesimo errore arbitrale, ora la Roma si ritrova a dover aspettare una decisione che dovrebbe essere automatica. Mi riferisco all’anticipo a venerdì 20 maggio per concedere almeno 24 ore in più di preparazione a Mourinho e la squadra in vista della finale di Tirana». Tutti uniti per la stessa causa. Tifosi, capitani, ex presidenti. Questa, per ora, è la grande vittoria di José.