ItaliaOggi, 11 maggio 2022
Pane, burro, würstel e aringhe. La cena fredda dei tedeschi che finisce alle 20 per vedere il tg (che dura un quarto d’ora)
È in pericolo l’Abendbrot, il rito delle famiglie tedesche. Ci si ritrova tutti insieme, dopo la scuola e il lavoro, genitori e figli, a consumare quello che è l’unico pasto comune. A colazione non c’è tempo, gli orari scolastici sono diversi a seconda delle classi, ed entrambi i genitori quasi sempre lavorano. A pranzo si rimane a scuola o si va alla kantine, la mensa scolastica o aziendale.
Abendbrot letteralmente significa il pane della sera, una cena fredda, con pane nero, burro, affettati misti, würstel di fegato da spalmare sulle fette, uova sode, formaggi, e cetrioli in salamoia, al Nord anche aringhe crude o affumicate. Niente di cotto, neppure una zuppa di patate. Da bere tè o, quando è stagione, sidro fresco.
Ci si ritrova a casa prima delle sei, per la cena, e si finisce al più tardi prima delle 20, quando comincia il telegiornale che dura al massimo un quarto d’ora. Poi i bambini vanno a letto. Mi chiedo perché vadano di moda le cucine di lusso che piacciono ai tedeschi, se non cucinano quasi mai. Di solito invitano gli amici per un barbecue in giardino, altro rito osteggiato dai vicini.
Una volta che mi trovavo impegnato in un tour di conferenze sull’eterno tema italiani e tedeschi, in una cittadina in Renania, l’organizzatore mi invitò a casa alle 17, un paio d’ore prima dell’appuntamento con il pubblico. Pensai a un tè, e invece mi trovai a tavola con tutta la famiglia, per l’Abendbrot. Non compresi l’onore che mi era riservato, come scopro in ritardo sulla Süddeutsche Zeitung. L’Abendbrot è riservato ai familiari, di rado siedono a tavola gli amici.
Fui invitato anche all’Est, subito dopo la caduta del Muro. Andai in visita a una Lpg, come dire un kolchoz, le enormi fattorie statali della Germania comunista. Il fattore e direttore mi invitò a una cena, un Abendbrot con birra, e pane spalmato di strutto con i ciccioli, come dicono in Lombardia. L’agricoltura socialista funzionava bene, ma le fattorie vennero chiuse perché producevano troppo secondo i parametri della Ue.
L’Abendbrot risale agli anni venti, durante la grande inflazione della Repubblica di Weimar. Le cene erano frugali, un uovo costava un miliardo di Reichsmark al mattino, e una decina di miliardi alla sera. Una frittata era un lusso proibito per una famiglia di operai. La frugalità unita alla parsimonia è rimasta una virtù per ogni classe sociale. Si ricorda ancora quando Loki Schmidt, la moglie del cancelliere, invitò a cena nel suo bungalow ad Amburgo Juan Carlos, re di Spagna, e la regina Sofia. Offrì loro un Abendbrot anseatico, con anguilla affumicata.
A causa della guerra in Ucraina, informa il giornale di Monaco, il costo della cena fredda è aumentato, pane e burro sono più cari. Ma l’Abendbrot non è in pericolo per l’inflazione. La cena fredda, istituzione criticata come piccolo borghese e dai dietologi, preoccupati per il colesterolo, viene rispettata dal 40% delle famiglie, per cui rimane il pasto principale, assicura Jörg Werner, 52 anni, artista di Giessen, che da 13 anni conduce ricerche sociali sul tema. L’Abendbrot garantisce parità, integrazione, è un’istituzione democratica. Ed è anche femminista: le donne si possono sedere a tavola senza sudare ai fornelli. Per il 77% è importante sedersi tutti insieme, più che il cibo. Si arriva al 95% per le famiglie con i bambini.
Tutti amano l’Abendbrot, ma sempre meno lo rispettano. Colpa nostra, di noi italiani. La pietanza preferita dai bambini sono gli spaghettibolognese, da scrivere così tutto di seguito, che poco hanno a che vedere con la ricetta originaria. Si comprano congelati, come le lasagne e la pizza, che seguono subito dopo. E i genitori condividono i gusti dei figli, invece di restare fedeli alla tradizione.
Le madri non faticano, ma l’Abendbrot all’italiana, con Coca-Cola al posto del sidro o dell’apfelsaft, sempre succo di mela, è un’altra cosa. E anche il pane non è più quello di una volta. Il Brot tedesco è un bene tutelato dell’Unesco, con quasi tremila specialità. Ma è sempre più difficile trovarle. Pane e panini vengono prodotti da grandi società che poi li forniscono semicongelati alle panetterie, agli ipermercati e ai ristoranti.