la Repubblica, 11 maggio 2022
Il cantiere letterario di Marc Fumaroli
Scomparso il 24 giugno del 2020, Marc Fumaroli non ha purtroppo potuto portare a termine il progetto più audace della sua lunga carriera di studioso: una grande disanima – da Omero a Grossman – degli alterni significati della dialettica pace e guerra nell’immaginario occidentale. Usciti un anno dopo la sua morte, allo stato frammentario e con il titoloDans ma bibliothèque. La guerre et la paix(a cura di Pierre Laurens,Les Belles Lettres/Éditions de Fallois, 2021), i testi da lui accumulati in attesa della loro disposizione finale sono, proprio per il loro carattere di work in progress, estremamente rivelatori del suo modo di lavorare e di vivere la sua vocazione di studioso.Laprimaconstatazione chesi impone all’evidenza è quanto la riflessione di Fumaroli sulla guerra e la pace «come fatti costitutivi della natura umana» mostri bene, alla luce di quanto sta accadendo oggi in Europa, come per lui la letteratura, l’arte, la storia delle civiltà del passato non rappresentassero solo la linfa necessaria per vivere nel presente ma ne fornissero anche una irrinunciabile chiave di lettura.Fin dalle sue prime opere, Marc Fumaroli ha dimostrato di ignorare le frontiere disciplinari e ha allargato sistematicamente il suo campod’indagine, intrecciando chiavi interpretative letterarie, storiche, politiche, religiose e artistiche in modo da leggere in un’ottica sempre nuova la civiltà francese dell’età classica. Eppure, in questo suo ultimo libro, l’insigne studioso osadi più. All’apice della gloria accademica sente la necessità di prendere ufficialmente le distanze dalle regole della ricerca scientifica imposte dalla deontologia accademica e annuncia l’intenzione «di non più esitare, per falso rigore, ad attraversare tutte le frontiere nelle più diverse direzioni»...Vediamoallora cosapossono suggerire sul piano del metodo la novantina di testi di diversalunghezza – e a un diverso stadio di elaborazione – che ci introducono nell’ultimo cantiere di lavoro di Fumaroli. Sostenuta dauna formidabile erudizione e da una curiosità instancabile, la sua riflessione critica sembra qui procedere al di fuori di qualsivoglia schema o piano prestabilito, per analogie, associazioni, illuminazioni, secondo i dettati dell’arte della memoria da lui così a lungo meditata, e trovare nella scrittura frammentaria la sua forma immediata più congeniale. Sono infatti questi cortocircuiti improvvisi tra epoche e culture diverse a consentire allo studioso di attraversare duemila anni di avvicendamenti storici nel segno della persistenza dei simboli e delle forme. Vediamo lo scudo d’Achille trovare un’ultima eco in quello di Auden, iloisirsdella nobiltà francese d’Antico Regime in tempo di pace ricordare quelli dei Samurai giapponesi dell’epoca Edo, la riscoperta della légèreté settecentesca al tempo del Secondo Impero raggiungere il suo apice nell’arte di Degas come nella filosofia di Nietszche e di Cioran. Per quanto possa spaziare tra le civiltà e i secoli, il metodo analogico di Fumaroli risponde in primo luogo a una irrinunciabile esigenza di continuità. La continuità di quella riflessione dell’uomo sull’uomo propria della letteratura, dell’arte e della poesia,che affonda le sue radici nella Grecia antica e passa anche attraverso i moralisti del Grand Siècle. Una continuità che, come afferma Fumaroli, «la sconcertate discontinuità degli esseri e delle società umane» può contestare, negare, ma non interrompere. Ed è in nome di questa continuità che egli si mostra disposto a rimettere in discussione i suoi stessi giudizi. NellaGuerre et la paix è, ad esempio, il diciottesimo secolo – per cui aveva a lungo provato una forte idiosincrasia – ad essere oggetto di una radicale revisione critica che ne propone una immagine del tutto inattesa e cotrocorrente. È infatti a un’opera di forte ispirazione religiosa come Les aventures de Télémaque che Fumaroli affida il compito di fargli da guida nel secolo della philosophie.Dopo una luminosa analisi del romanzo con cui Fénelon intendeva insegnare al duca di Borgogna, presunto successore di Luigi XIV, un’arte del buon governo incentrata non già sulla gloria delle armi ma sui benefici della pace, Fumaroli avanza la tesi secondo cui il messaggio pacifista di Fénelon avrebbe continuato ad esercitare un’influenza tenace su una Francia duramente provata dal succedersi ininterrotto delle guerre volute da Luigi XIV. Lo studioso ne delinea le alterne fortune apartire dal drammamorale dei due sovrani succeduti al Re Sole, costretti a sacrificare l’insegnamento di Fénelon agli imperativi della politica e dell’opinione pubblica, senza per questo riuscire ad arginare il declino del prestigio monarchico. Ma è soprattutto nell’avvicendarsi degli stili pittorici ed architettonici, da un gusto rocaille che poteva fiorire solo in un clima di pace, alla politica artistica ufficiale della monarchia, costretta a promuovere un ritorno allo stile classico del Grand Siècle, cheFumaroli leggei segni premonitori dei quel “partito civico della guerra” che avrebbe trovato il suo manifesto nel Il giuramento degli Orazi e nelBrutodi David e messo di lì a poco fine con la Rivoluzione a quella civiltà francese d’Antico Regime che costituiva per lo studioso una patria ideale.Gli scritti che figurano inDans ma bibliothèque mostranobenecomeFumaroli abbia lavorato contemporaneamente a excursus destinati a costituire l’impalcatura teorica generale del libro e che chiamano in causa la storia delle idee nel senso più ampio del termine, come a messe a fuoco di personaggi chiave, di libri, opere d’arte finalizzati ad illustrare e potenziare la forza argomentativa delle sue tesi... A dare unità e coerenza a queste disiecta membra è innanzitutto una forza visionaria nella quale intuizione ed erudizione possono contendersi il diritto di precedenza – può essere l’erudizione a fare nascere l’intuizione o l’intuizione a chiedere conferma all’erudizione – ma finiscono sempre per sostenersi reciprocamente.E sei mondi di cui Fumaroli ha ricostruito con magistrale sapienza la temperie storica, religiosa, letteraria e artistica, costituiscono una lettura magnetica, ciò non dipende anche da questa sua capacità visionaria, dal fatto che questi mondi sono innanzitutto i suoi mondi, i mondi che ha saputo richiamare in vita con la forza empatica della sua fede di umanista?