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 2022  maggio 11 Mercoledì calendario

Il tappo per il vino inventato dallo scienziato Lambrecht



Un Sassicaia, uno champagne, un Ceretto Cannubi da una magnum del 2009. Bottiglie importanti, gelosamente custodite nella cantina di casa o in mostra in ristoranti ed enoteche. Possibile consumarle al calice? E se si è in due o in tre, si può scegliere di degustare ciascuno un bicchiere diverso, senza dover aprire o acquistare tutte le bottiglie? La risposta è sì. O almeno, questa è la direzione in cui la richiesta del consumatore sta andando, assecondata sempre di più da locali che ampliano l’offerta di vini al bicchiere. Ma come è possibile stappare bottiglie costose ed evitare che il vino si rovini? A risolvere il dilemma ci ha pensato uno scienziato americano, Greg Lambrecht, fisico specializzato in ingegneria medica, famoso per aver inventato protesi rivoluzionarie, valvole cardiache e dispositivi medici per pazienti oncologici, ma anche un particolare tipo di tappo che è riuscito a capovolgere la prospettiva del consumo di vino: il Coravin. È lo stesso Lambrecht a raccontare la sua storia sulle pagine de I piaceri del Gusto, mensile de ilgusto.it, l’hub del Gruppo Gedi, inserto cartaceo che domani (giovedì 12 maggio) trovate allegato a la Repubblica, La Stampa, Gazzetta di Mantova e la Provincia Pavese: 48 pagine ricche di spunti di viaggio, in cui la redazione ha selezionato i 100 piatti per cui vale la pena sedersi a tavola in Italia. E di testimonianze, come quella dello scienziato dei tappi, che ha nel curriculum anche 5 anni alla Pfizer: «Oggi non sei più obbligato ad aspettare 5 o più anni che il vino sia pronto: puoi degustare un bicchiere ora e uno nel futuro, dalla stessa etichetta, per sperimentarne l’evoluzione. Io, in quanto scienziato, non sono paziente…».
Appassionato di vino sin dall’età di 16 anni, a partire dal 1999 realizza di voler creare qualcosa di speciale che coinvolga il mondo dell’enologia, qualcosa in grado di migliorare la qualità della vita della gente. È così che, dopo anni di test, nel 2011 nasce Coravin, azienda di tecnologia vinicola, attiva in 60 Paesi, che grazie a tappi ipersofisticati permette di bere un calice mantenendo intatte qualità e capacità conservativa della bottiglia. Una tecnologia che raggiunge l’apice in un dispositivo dotato di un ago che attraversa i tappi senza rimuovere il sughero. Il vino estratto viene sostituto con gas argon puro, così l’ossigeno non entra in contatto col liquido rimanente. «L’ago che usiamo nel Coravin — racconta Lambrecht — è lo stesso del mio dispositivo per la chemioterapia. Il primo prodotto che sviluppai era per la chemioterapia: una protesi sottocutanea con un tubo che raggiungeva il cuore tramite un ago. Iniziai a fare trial clinici in giro per il mondo. Conobbi così diversi chirurghi, e tutti mi regalavano un vino “da bere nel futuro”. Ma io volevo capire subito che gusto avesse. Quando stappi una bottiglia, hai il tempo contato: uno o due giorni per berla al top. Per questo è nata l’idea di Coravin. I primi trenta dispositivi li feci nella mia tavernetta, a Boston. Oggi abbiamo consumatori a Shanghai, Hong Kong, Sydney, New York, Parigi... Nell’azienda lavorano 80 persone e abbiamo servito più di 150 milioni di bicchieri: molti a giovani che hanno voglia di sperimentare. La sede globale è in Boston, quella europea è ad Amsterdam, quella asiatica è a Hong Kong. E stiamo per aprire in Australia».
In questo momento storico, la gente è molto attenta al benessere, poter bere un solo calice è una bella opportunità, ma molto costosa. «È un investimento per la vita — risponde Mr Coravin — il modello meno caro è il Timeless (quello con l’ago): 149 euro. Un iPhone costa 1000 euro. Quanto vale la qualità della vita? Il range di spesa oggi è fra i 99 e i 299 euro. Ma il mio scopo è abbatterlo».