Fausta Chiesa e Fabio Savelli per corriere.it, 11 maggio 2022
EUROPA ALLA CANNA DEL GAS - L’UCRAINA HA ANNUNCIATO CHE SOSPENDERÀ DALLE PRIME ORE DI QUESTA MATTINA IL FLUSSO DI GAS ATTRAVERSO UN PUNTO DI TRANSITO CHE FORNISCE QUASI UN TERZO DEL METANO DESTINATO A SLOVACCHIA, UNGHERIA, AUSTRIA, ROMANIA E ITALIA INCOLPANDO MOSCA DELLA DIFFICOLTÀ NEGLI APPROVVIGIONAMENTI – “ LE FORZE DI OCCUPAZIONE RUSSA INTERROMPONO LE OPERAZIONI” IL GESTORE UCRAINO HA DICHIARATO DI NON POTER OPERARE NELLA STAZIONE DI COMPRESSIONE DEL GAS DI NOVOPSKOV, NELLA REGIONE DI LUGANSK, A CAUSA “DELL’INTERFERENZA DEI RUSSI” – LA REPLICA DI GAZPROM -
Alle 5 della mattina di mercoledì 11 maggio si capirà se c’è stata (o meno) una riduzione dei flussi di gas dalla Russia al punto di arrivo di Tarvisio, in Friuli. Il gestore italiano Snam a quell’ora potrà valutare se quello che sta succedendo nel Donbass può ripercuotersi sulle forniture di metano destinate all’Italia. Certo un po’ di preoccupazione c’è sentendo gli operatori, ma fonti industriali rassicurano sulla capacità del sistema di forniture di assorbire eventuali blocchi grazie alla ramificazione della rete di gasdotti che trasportano il gas russo verso l’Europa.
L’Ucraina ha annunciato ieri che sospenderà dalle prime ore della mattina il flusso di gas attraverso un punto di transito che fornisce quasi un terzo del metano destinato a Slovacchia, Ungheria, Austria, Romania e Italia incolpando Mosca della difficoltà negli approvvigionamenti «poiché le forze di occupazione interrompono le operazioni». A dichiararlo in una nota GTSOU, il gestore di Kiev, decretando lo stop del transito attraverso la rotta Sokhranivka. Si tratta di un tracciato delicatissimo perché il metano passa per il territorio della regione separatista di Lugansk in cui la guerra divampa e le rappresaglie sono quotidiane.
Gli ucraini sostengono la tesi della «forza maggiore» inserita nei contratti come clausola da esercitare quando si verifica un evento al di fuori del proprio controllo. Il gestore ucraino ha dichiarato di non poter operare nella stazione di compressione del gas di Novopskov, nella regione di Lugansk, a causa «dell’interferenza delle forze di occupazione nei processi tecnici», aggiungendo che potrebbe spostare temporaneamente il flusso interessato al punto di interconnessione fisica «Sudzha», situato nel territorio controllato dall’Ucraina.
Gazprom però non è dello stesso avviso. Il monopolista delle esportazioni russe di gas ha affermato che è «tecnologicamente impossibile» spostare tutti i volumi e non ci sono certo pericoli che consiglierebbero di farlo. Quel che è certo è che la stazione di compressione di Novopskov è stata occupata dalle forze russe e da combattenti separatisti appena qualche giorno dopo l’inizio delle operazioni militari russe. Da questa rotta passano circa 32,6 milioni di metri cubi di gas al giorno destinati all’Europa. La notizia ha fatto schizzare i prezzi dei futures del gas al mercato di Amsterdam (Ttf) oltre i 100 euro al megawattora.
Prezzo del gas in aumento L’Ucraina continua a essere un’importante via di transito per il gas russo verso l’Europa anche dopo l’invasione russa del Paese il 24 febbraio, ma i rischi di interruzioni dovute alla guerra dominano ancora il mercato. «I prezzi del gas in Europa manterranno questo premio per il rischio geopolitico per il prossimo futuro», hanno affermato gli analisti di Stifel Chris Wheaton e David Round in una nota all’inizio di martedì 10 maggio. I prezzi del gas potrebbero rimanere alti per il resto del 2022 e del 2023, hanno affermato.