ItaliaOggi, 10 maggio 2022
Napoli, la prima città a dirsi amica dell’impero russo
Fëdor Dostoevskij definì Napoli una «nuova Gerusalemme dove la terra respira il mistero». E nel capoluogo partenopeo, ancora oggi, ci sono importanti tracce russe. Porta del giardino del Palazzo Reale, lato Maschio Angioino: lì si trovano due cavalli di bronzo che lo zar Nicola I, nella metà dell’800, donò al re di Napoli, Ferdinando II. Un simbolo del legame tra la città del golfo e la Russia.
L’affinità tra Napoli e la Russia dura da 245 anni. In quanto capitale del Regno di Napoli, poi Regno delle Due Sicilie, il capoluogo campano fu la prima città occidentale ad aver goduto di un rapporto di amicizia con l’allora impero Russo. Nel 1777 re Ferdinando I di Borbone e l’imperatrice di tutte le Russie, Caterina II, sottoscrissero un accordo in virtù del quale la Russia fu rappresentata dal primo ambasciatore sul suolo italico, Andrey Kirillovich Razumovsky, al Palazzo D’Alessandro di Pescolanciano, dove nel 2018 l’allora sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e l’ambasciatore della Federazione russa in Italia, Sergey Razov, inaugurarono una targa commemorativa.
Le principali testimonianze del rapporto tra Napoli e la Russia, però, sono le statue equestri che raffigurano due palafrenieri nell’atto di domare i cavalli. Le opere, scolpite dall’artista russo Pjotr Klodt von Jürgensburg, hanno una storia affascinante. Nell’ottobre del 1845, come ha ricordato Il Mattino, Nicola I e la sua consorte, Aleksandra Fëdorovna, decisero di visitare l’Italia del sud. Un viaggio dettato da ragioni politiche, ma ancor prima da motivi di salute: la zarina soffriva di tubercolosi e su consiglio dei medici si recò con lo zar a Palermo.
Nicola I fu presto richiamato a Pietroburgo per affari di Stato, mentre la zarina decise di restare a Palermo, che divenne una sorta di succursale della corte di russa. Al termine del soggiorno, quando lo zar fece ritorno in Italia, la coppia decise di visitare Napoli, capitale del regno delle Due Sicilie, per esprimere riconoscenza a Ferdinando II. I sovrani russi furono ospitati a Palazzo Reale e in quell’occasione si cementò l’alleanza e l’amicizia tra i due sovrani. Nicola I realizzò a Kronstadt una fabbrica uguale a quella di Pietrarsa, dove oggi si trova il museo ferroviario, mentre a Napoli si cominciò a gustare il baccalà del baltico.
Nicola I, una volta rientrato a San Pietroburgo, fece inviare come dono imperiale a Ferdinando II le due monumentali sculture equestri, copie dei quattro gruppi equestri in bronzo che si trovano ancora oggi nella città russa sui quattro angoli del ponte Anihkov, sul fiume Neva. All’inizio i cavalli di bronzo vennero posizionati sul cancello d’ingresso dei giardini di Palazzo Reale per poi, alla fine dell’800, essere spostati ai lati della porta del giardino del Palazzo Reale. Che a Napoli è conosciuta anche come porta dello zar.