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 2022  maggio 10 Martedì calendario

Gianmarco Tamberi: «Mondiali e poi mi sposo»

Un salto nel futuro con Gianmarco Tamberi, oro olimpico nell’alto a Tokyo. Per sapere se la sua felicità è ancora piena di desideri e se intende rincorrerla. L’azzurro parla ai media, a casa sua, al Palaindoor di Ancona, anche se in questi giorni si è allenato a Osimo. Venerdì debutterà all’aperto, a Doha, nella prima tappa della Wanda Diamond League.
Pronto per l’esordio?
«Mi piace tornare alle gare con e contro il mio amico Mutaz Barshim, uno nato, anzi concepito per essere il migliore. È un atleta straordinario ci sentiamo spesso, anche ieri ero al telefono con lui. Strano no? Avere un avversario con cui si condividono incidenti, stati mentali, successi, è straordinario. Il doppio oro di Tokyo ha rafforzato questa simbiosi. Dopo tanti anni di rincorsa sia io che lui ci siamo chiesti: e ora che facciamo?
Come andiamo avanti?»
Il peso del successo olimpico non fa più volare?
«Il primo giugno compio 30 anni. Le ultime cinque stagioni le ho impiegate a inseguire quella che era diventata la mia ossessione. Da quando nel 2016 a un mese dai Giochi di Rio un infortunio al tendine di Achille mi ha privato dei Giochi.
Quando sei vicino a un sogno e lo vedi svanire, anima e corpo non capiscono più niente, se non che devono riavere quello che è stato loro tolto. L’anno scorso se andavo male in allenamento, ero triste per settimane, ma ho capito che non è una pazzia dedicare tutte le energie al tuo sogno, lo è voltare le spalle ai problemi, far finta che non esistano, mentre invece vanno affrontati.
Certo, quando arrivi in cima la domanda perché continuare te la fai.
Soprattutto se hai rincorso l’impossibile».
Voleva dire basta?
«La tentazione c’è stata. Ti dici: hosofferto tanto, non sono così sicuro di avere ancora quella voglia. Ho penato per la dieta, per i dolori, per le insicurezze, perché se hai un padre allenatore i tuoi rapporti sono sempre un po’ squilibrati, anche perché passi più tempo con lui che con la tua fidanzata. Non è normale.
Capita di non parlarsi per tutto il viaggio. Capita che una volta ho detto al fisioterapista che avevo unproblema al piede, e lui: strano che tuo padre non me lo me abbia detto.
E io: non lo sa, siamo stati sempre in silenzio. Ma io sono uno che non si accontenta, mi è rimasta la voglia di dimostrare che non ci sono limiti».
E continuare per riaprire la caccia al record mondiale di Sotomayor, quel 2,45 datato ’93?
«Nel 2014 sembrava che i cancelli del cielo fossero pronti alla riapertura,con il 2,43 di Barshim e il 2,42 di Bondarenko. Ma tutto si è fermato, non credo torneremo presto così in alto. Io a livello fisico sto bene, ma tecnicamente ho un po’ di cose da sistemare. Punto a 2,40. I Mondiali di Eugene a luglio sono un ottimo stimolo. Non ci saranno russi e bielorussi, gli ucraini invece si stanno allenando un po’ in Germania e un po’ in Turchia, ma immagino che la loro testa sia sempre nel loro paese. È un dispiacere enorme questo conflitto, ma noi sportivi possiamo fare ben poco per fermarlo».
L’atletica azzurra ai Mondiali dovrà riconfermarsi.
«Sì, giusto avere aspettative, ma non si possono sempre pretendere successi. Jacobs e la nostra staffetta avranno vita dura perché gli statunitensi in casa sono fortissimi, ma Marcell ha dato prova di potercela fare. Per la 4x100 il mio consiglio è: concentratevi su voi stessi e cercate di migliorare il record italiano».
Farà ancora la fame?
«Non a livello degli ultimi anni.
Nell’alto meno peso hai e più voli.
Devo perdere 3-4 chili, ora sono a 80, calerò a 76. A Tokyo ero una foglia».
Il gambaletto di gesso è finito nell’Adriatico?
«Per niente. Ci ho attorcigliato attorno la mia medaglia d’oro. A ricordo che sacrificio e successo vanno sempre insieme. Quella è la mia storia, non va separata».
E la vita fuori dalla pedana?
«Il 1° settembre sposo la mia Chiara a Pesaro, a Villa Imperiale, nelle Marche, che sono la mia regione e che amo. Il viaggio di nozze è rimandato a chiusura stagione, forse nella Polinesia francese».
Non è che le viene la mania di condividere altri ori?
«Con Barshim è stato emozionante e pazzesco. Ma uno basta e avanza».