Corriere della Sera, 10 maggio 2022
Giulia, 16 anni, campionessa d’italiano
Sogna di diventare scrittrice ma studia economia aziendale. Giulia Arnoldi, 16 anni, è una studentessa di terza superiore all’istituto tecnico Einaudi di Dalmine (Bergamo), ed è la vincitrice di quest’anno delle Olimpiadi di italiano.
Il tecnico e l’italiano, una contraddizione?
«Non lo è, il tecnico offra comunque una buona preparazione di base in tutte le materie, anche umanistiche, e ho preferito concentrarmi sulla parte economica e linguistica».
Una rivincita sui liceali?
«Sì, ma guardiamola in maniera non univoca: può essere un messaggio per dire ai liceali che possono intraprendere studi tecnici e riuscire bene. La scuola non deve limitare ma aprire più possibilità».
Ti sei sentita in qualche modo discriminata per il fatto che studi in un tecnico?
«No, in particolare nel mio istituto tutti gli indirizzi sono molto valorizzati, e nel mio gruppo questo aspetto non esiste».
Come hai scelto?
«Mi sono sentita molto libera, anche con i miei genitori: papà è impiegato, mamma casalinga, mi hanno sempre detto che avrei potuto fare ciò che preferivo. Mio fratello studia automazione in un istituto tecnico e ha già superato i test per studiare ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano, ma non mi ha condizionato».
E alla fine, ti piace?
«Si, dalla mia esperienza le materie come economia aziendale difficilmente si riescono a imparare da soli, la scuola superiore tecnica ti dà un aiuto in più, il liceo è una scelta validissima, ma sull’aspetto pratico forse è carente».
Torniamo alle Olimpiadi, com’è andata?
«Prima ci sono state le selezioni, soprattutto sulla parte grammaticale. Una volta arrivati in finale abbiamo dovuto sviluppare tre tracce in 4 ore: la prima è quella che ho trovato più complessa, doveva rispettare i canoni del riassunto, ma forse è quella che mi è riuscita meglio. La seconda riguardava le parole di Nelson Mandela sul razzismo. Nell’ultima, la più divertente, abbiamo dovuto inventare un’intervista a un cantante rap: non è un genere che amo, ma è sottovalutato, e invece è il più usato per la denuncia sociale. Ho immaginato di incontrare un certo H20, che affrontava temi ambientali».
Impegnato, quindi. Ma quando Giulia stacca, chi è?
«Pratico ginnastica artistica da quando ho sei anni, suono il piano, dipingo, e da poco suono la chitarra».
Qualche amico speciale?
«No, in realtà non esco spesso, mi piace svagarmi e vedermi con gli amici, ma non sono il punto di riferimento di ogni giorno».
L’ultimo libro che hai letto?
«On writing di Stephen King, e sto leggendo Sepulveda, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore».
Vuoi fare la scrittrice?
«Ehm… ammetto: mi piace scrivere, ho un quaderno azzurro dove conservo i pensieri più significativi. Non lo ha mai letto nessuno. Se dovessi scrivere per altri, mi piacerebbe dire ai giovani che non è mai tardi per i propri sogni».
Il viaggio della vita?
«In una campagna scozzese: il clima è molto poetico».
Non sei da discoteca.
«Non ci sono mai stata: mi piace divertirmi in maniera più tranquilla».
Se potessi cambiare la tua vita con quella di un altro?
«Mi piacerebbe essere nei panni di alcuni insegnanti che, anche se non saranno mai famosi, hanno cambiato la vita dei ragazzi».
Ti racconti sui social?
«Uso Instagram, posto foto di luoghi dove vado o di momenti felici. Non foto mie: sono una che veste jeans e felpa. Tik Tok? Non mi interessa».
Il tuo momento felice della domenica?
«La polenta, una tradizione. Ma non chiedetemi di cucinare: mi stanco subito!».