La Stampa, 10 maggio 2022
Ecco le frasi di Micciché su «Musumeci fascista»
Il presidente della Sicilia, Nello Musumeci ha scritto una lettera alla Stampa in cui chiede che siano «doverosamente chiari i contorni di una vicenda (le frasi di Miccichè su "Musumeci fascista", "il governatore odia la democrazia") che, per la gravità delle affermazioni contenute, non può certo cadere nel silenzio». La risposta più chiara e semplice che possiamo dare al governatore della Sicilia è quella che pubblichiamo qui a fianco, cioè la trascrizione dell’intervista registrata che il nostro Giuseppe Salvaggiulo ha fatto al coordinatore di Forza Italia, Gianfranco Miccichè. Come si evince dal testo, non c’è proprio nulla da smentire.
***
Alcuni stralci della trascrizione della registrazione dell’intervista al presidente dell’Assemblea siciliana Miccichè.
Il patto violato
«Per la prima volta nella storia del centrodestra in Sicilia abbiamo un problema: Musumeci. Come lui ben sa, non possiamo ricandidarlo. Cinque anni fa ci costrinse alla candidatura. Quando cominciammo a ragionare, disse: "Io comunque sono candidato, con o senza di voi. O state con me o perdete". Non è il sistema migliore per farsi volere bene dalla gente. Non so se chiamarlo ricatto, ma questa è la frase che disse. Un’imposizione, non una scelta».
Campagna acquisti
«Appena diventato presidente, la prima cosa che ha fatto è chiamarsi i nostri deputati per farli passare con lui: "Ti faccio assessore, ti faccio di qua, ti faccio di là". Ha creato rotture in tutti i partiti. Ma sei scemo? Ha rotto i coglioni a tutti i partiti della coalizione. A tutti. Dopo di che, quando succedono queste cose fatte dai suoi uomini, lui dice sempre che non ne sapeva niente. Ma una volta l’ha fatto lui direttamente con una nostra deputata di Siracusa che stava venendo a Palermo e me l’ha raccontato: "Mi ha telefonato il presidente dicendomi di passare da Catania perché mi doveva parlare. E ha tentato di convincermi a passare con lui". Sono stati cinque anni così».
Il fascismo
«Ha tentato di distruggere i partiti facendo diventare i capi dei nostri partiti suoi assessori. Altra scorrettezza assoluta. Odia il parlamento, lo odia! D’altro canto è fascista vero. Nella storia della Sicilia lui è il fascista che esiste nella zona di Catania. Nella Sicilia orientale c’è sempre stato il fascismo. A Palermo no: è troppo nobile e intellettuale. Musumeci odia i partiti, il parlamento, la stampa. I tre pilastri della democrazia: se li togli, non esiste più».
Palermo e Roma
«Musumeci ha sempre odiato i partiti. Ragazzo, ora ci chiedi il voto? Cerchi i partiti? E non ha cercato noi, perché lo sapeva che i siciliani non lo votano. Ha cercato quelli di Roma. La Meloni, La Russa, fascisti come lui di vecchia data. Sapendo bene che noi non lo vogliamo. Non Micciché, tutti i partiti! Anche Fratelli d’Italia. Non hanno nessunissimo piacere di stare con lui. La Meloni ha fatto questa specie di minaccia: senza l’ok su Musumeci loro non danno l’ok su Lagalla sindaco. Sai quanti abbiamo parlato disperati? Nessuno. Il silenzio più totale, fai quel cazzo che vuoi. Musumeci si è comportato talmente di merda che ha convinto tutti i nostri assessori a passare nel suo partito, per cui noi avevamo finti assessori, in realtà ascari passati totalmente con lui. A me su 4 ne è rimasto uno, che l’ha mandato a fare in culo. L’altro giorno hanno chiamato Cascio, il nostro candidato, dicendogli che se si ritirava lo faceva assessore al posto di quest’ultimo che mi è rimasto. Possiamo accettare la candidatura di Musumeci? No. Infatti non l’accetteremo».
Il potere e la rottura
«In Sicilia Forza Italia è sempre stato primo partito. Può essere che ora Fratelli d’Italia e Musumeci ci battano, perché hanno una lista che di fatto porta tutto il peso del governo regionale su Palermo, perché tutti gli assessori sono con loro. Un livello di potere che tu non puoi capire. Noi in assemblea li abbiamo un po’ stoppati, però hanno un potere infinito. Io solo una brioche col gelato posso promettere».
«Questa presa di posizione della Meloni, così rigida e ferma, ha creato indubbiamente una sorta di rottura nel centrodestra. (...) Poi ci siamo detti: "Ragazzi, guardiamoci in faccia, dobbiamo distruggerci perché la signora Meloni ha deciso che dobbiamo morire tutti? Manco per niente". A Lagalla abbiamo detto: "Tu vuoi vincere o fare il finto candidato? Perché se vuoi vincere, non si deve parlare di Musumeci". Lui ovviamente se n’è strafregato di Musumeci. Il rappresentante della lista di Musumeci ha tentato di dire: "Scusate, stiamo facendo un accordo senza considerare la Regione e Musumeci". È stato aggredito da tutti: "Ma vattene affanculo e non rompere le scatole!"».
Il rebus Meloni
«La verità è che lei rischia moltissimo, perché anche quelli di Fratelli d’Italia se ne fottono, da dove sono non si muovono. (...) Il fatto che abbia tentato questo colpo di mano ha fatto incazzare un po’ tutti. Il centrodestra è vincitore perché siamo riusciti a evitare queste minacce, ricatti. (...) Musumeci non è di Fratelli d’Italia, lo è diventato un mese fa. È sempre stato all’opposizione di tutti: di Fini, di Rauti. Vecchia destra? Forse di più. Troppo. Lui è uno di quelli che non ha immagazzinato dentro di sé il congresso di Fiuggi; Meloni che nasceva da lì ci sta ripensando. La sua convention a Milano era destra-destra-destra-destra. La mia sensazione è che lei voglia diventare la Le Pen di qualche anno fa, la responsabile della destra europea. Trattare con la destra americana e non so con quale altra. Insomma un ritorno a un periodo… Io non credo che se lei volesse restare nel centrodestra rischierebbe un’azione come questa. A lei di Musumeci non gliene frega un cazzo. La mia sensazione è che vuole rompere. Che le interessa? Oggi è: tutti al governo tranne lei. Lei vuole rimanere in questa condizione. Può essere il primo partito, ma non so con quale facilità potrebbe fare il premier. Mi sembra che non la si veda».