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 2022  maggio 09 Lunedì calendario

Bono canta nella metro di Kiev

In Ucraina c’è la guerra, ma si può andare e venire da Kiev in relativa sicurezza e molte celebrità compiono il viaggio per portare aiuti, solidarietà e parole di conforto. Ieri c’è andato anche Paul David Hewson, più noto come Bono, il leader degli U2, che ha improvvisato un concerto nella stazione Khreshchatyk della metropolitana. Bono era accompagnato da David Howell Evans, in arte The Edge, il bravissimo chitarrista del gruppo.
SIRENE D’ALLARME
Quando scoppia una guerra Bono si mobilita sempre e ancora si ricorda il suo impegno per il conflitto in Bosnia Erzegovina, con i concerti per rompere l’indifferenza dell’Occidente e la canzone Miss Sarajevo che cantò e incise con Luciano Pavarotti, suo grande amico. L’arrivo a sorpresa nella metropolitana di Kiev è stato preceduto dall’installazione di alcuni riflettori e di un impianto acustico, dalla chiusura degli accessi alla stazione e dalle telefonate a giornalisti e operatori. Accompagnati anche dalle sirene dell’allarme antiaereo, Bono e The Edge hanno cantato alcuni classici del repertorio degli U2: Sunday, Bloody Sunday, With or without you, Desire. La canzone che ha commosso di più il pubblico presente, tra cui c’erano una decina di soldati in uniforme, è stata la prima, scritta da Bono per commemorare la domenica di sangue del 30 gennaio 1972, quando i soldati inglesi uccisero 14 civili nordirlandesi a Derry, dando inizio alla rivolta contro il governo di Londra. «Bottiglie rotte sotto i piedi dei bambini, corpi sparsi per la strada senza uscita». Le immagini della guerra sono uguali in tutto il mondo, e in tutte le epoche. Bono ha pronunciato anche un breve discorso, facendo riferimento ai conflitti in Irlanda, dove è nato 61 anni fa. «La gente in Ucraina ha detto – non sta combattendo solo per la vostra libertà, ma per tutti noi che amiamo la libertà». Poi ha invitato un soldato ad avvicinarsi e cantare con lui Stand for Ukraine sulle note di Stand by me. Si è poi scoperto che si trattava di Taras Topolia, il leader della band ucraina Antylia, richiamato dal fronte per l’occasione. «È stato incredibile, la leggenda della musica è venuta in Ucraina, sostiene l’Ucraina, è al fianco dell’Ucraina ha detto il militare – Per noi è importante, ci dà forza. È stata una sorpresa, mi ha chiamato ieri e mi ha chiesto di cantare con lui. Crediamo in ciò che facciamo, non abbiamo scelta: meglio morire in battaglia che rinnegare i nostri valori». Topolia è subito tornato al fronte e assicura che la guerra va meglio: hanno già riconquistato decine di villaggi. Bono e The Edge invece si sono recati in visita nelle città bombardate di Borodyanka e Irpin, quindi il passaggio nella fossa comune di Bucha, simbolo delle atrocità commesse dall’esercito russo durante la sua occupazione. In un tweet pubblicato sul profilo degli U2, Bono ha spiegato: «Il presidente Zelensky ci ha invitati a esibirci a Kiev come gesto di solidarietà al popolo ucraino ed è quello che siamo venuti a fare». Le canzoni di Bob Dylan, Joan Baez e Malvina Reynolds hanno contribuito a fare terminare la guerra del Vietnam e tutto può servire. Bono si è dato da fare fin dai primi giorni del conflitto, scrivendo una poesia che la speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, ha letto il 17 marzo durante le celebrazioni della festa di San Patrizio, protettore dell’Irlanda. Il finale con le parole «il dolore dell’Irlanda ora è l’Ucraina e il nome di San Patrizio ora è Zelensky» è apparso ai critici come un eccesso di retorica.
CAMPAGNE UMANITARIE
Bono e The Edge hanno poi contribuito, con Bruce Springsteen, Kacey Musgraves e Carole King al Global Citizen’s Stand Up for Ukraine, inviando un video nel quale cantano Walk On con nuove parole ispirate a conflitto. Il riciclo è normale, quando c’è urgenza: anche Elton John aveva riadattato Candle in the wind, composta per Marilyn Monroe, per l’ultimo omaggio a Lady Diana. Le atrocità della guerra sono sempre state al centro della produzione degli U2, che si esibirono nel 1997 tra le rovine di Sarajevo. Bono è stato molto attivo nelle campagne umanitarie e a sostegno dei Paesi più poveri, con incessanti iniziative per la cancellazione del debito del Terzo Mondo. Al tragico G8 di Genova, nel 2001, aveva anche incontrato con Bob Geldof il presidente russo Vladimir Putin. Non sappiamo che cosa si dissero e chissà che cosa gli direbbe adesso, se lo rivedesse.