La Stampa, 9 maggio 2022
Nadal a ruota libera da Fabio Fazio
I l vero re di Roma, il mito bifronte del tennis insieme con Roger Nadal, è sempre lui: Rafa Nadal. Guerriero e filosofo, Re Pescatore appassionato di mare e benefattore con la sua Fondazione, in collegamento con Fabio Fazio a «Che tempo che fa» Rafa, che quest’anno celebra vent’anni di carriera, ha ribadito dalla capitale la sua stoffa di campione anche di umanità. «Il tennis è una grande parte importante della mia vita, ho iniziato ad allenarmi a tre anni, e Roma resta un posto speciale: qui io e mia moglie Francisca abbiamo preso la decisione di sposarci. Ma nel mondo ci sono tante cose più importanti». A partire dalla guerra in Ucraina, che ha convinto i dirigenti di Wimbedon a bandire i tennisti russi e bielorussi. «Posso capire la decisione – dice l’ex n. 1 (oggi è n.4), e davanti alla tragedia dei bambini che muoiono, della gente che perde tutto, Wimbledon è davvero una piccola cosa. Ma per me è un’ingiustizia, perché conosco i miei colleghi e so che non c’entrano niente». Anche sul Covid ha le idee chiare: «Quello che è successo in Australia con Djokovic è stato sbagliato per tutti. Io posso solo dire che se seguiamo le regole i danni possono essere limitati». Ventuno Slam (un record), dieci titoli vinti al Foro, 209 settimane da n.1, 1261 partite senza mai spaccare una racchetta. Il segreto sta nella discilina di zio Toni, e nella capacità di autocontrollo: «Paura ne ho, anche in campo, da piccolo mi spaventava il buio, ma capire che alla fine il tennis resta un divertimento mi ha aiutato a tenere a bada le frustrazioni. Il segreto è accettare l’imperfezione». Godersi la grande passione per il Real Madrid, di cui non manca una partita («che serata con Ancellotti prima del match con il City») o le risate con Federer («un grande rivale, ma ci siamo anche divertiti tanto»). Mentre sullo schermo scorrono le mille immagini di una carriera fantastica, l’ultima perla: «La cosa più importante della vita? Non vincere, ma essere felici». Mitico Rafa.