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 2022  maggio 09 Lunedì calendario

Il pacifismo bipartisan secondo gli italiani

L’invasione russa in Ucraina dura da oltre due mesi. Non si è trattato di una guerra rapida, come, probabilmente, si attendeva Putin. Ancora oggi non è chiaro quanto durerà, anche se lo squilibrio di forze è evidente. Tuttavia, Putin deve misurarsi con le possibili conseguenze dell’invasione, sul piano geopolitico ed economico. Non solo a livello internazionale e negli altri Paesi europei. Anche sul piano interno. In Russia. Peraltro, il conflitto ha assunto dimensioni molto più estese, rispetto alle previsioni. E al passato. Per la resistenza ucraina. E perché si è “mediatizzato”. È divenuto una guerra in diretta. Che si combatte con diverse armi. Reali e virtuali. Anche per questa ragione ha suscitato reazioni diverse fra i cittadini. In Europa e in Italia. Dove, come abbiamo visto in altri sondaggi precedenti condotti da Demos, il sostegno all’Ucraina è larghissimo, ma, non totale. Espresso da circa 3 italiani su 4. Infatti, il 20% dei cittadini ritiene che se la Russianon ha “ragione”, abbia, comunque, le “sue ragioni”. Si tratta di riserve “geo-politiche” e “politiche”. Una larga componente di persone è, infatti, contraria ad “azioni” e “sanzioni” di tipo militare a sostegno dell’Ucraina e contro la Russia. Si tratta di un atteggiamento che possiamo definire “pacifista”. Non solo per motivi di principio e di valore. Anche per opportunità. In base alla considerazione che il “negoziato” sia la strada migliore. Insieme a pressioni di segno economico (dalle conseguenze pesanti anche per noi). Senza ricorrere ad azioni “violente” – più o meno dirette. Si tratta di orientamenti politicamente trasversali. Tre italiani su quattro (del campione intervistato da Demos) ritengono, infatti, che il “pacifismo” non abbia un colore politico preciso. Mentre componenti limitate lo considerano di “Sinistra” (12%). Ancor meno di “Destra” (7%). In questisettori la definizione assume una connotazione più specifica. Il pacifismo, infatti, è ritenuto maggiormente di Destra, fra gli elettori di Centro- Destra. In particolare, presso la base della Lega e di FI. Mentre fra chi vota FdI prevale, in modo piùnetto, l’approccio indifferenziato. Espresso da coloro che non attribuiscono un colore politico a questa definizione. Parallelamente, nella base del M5S e, soprattutto, del PD, è maggiore (rispetto alla media) la tendenza a posizionare a Sinistra ipacifisti. Questi orientamenti suggeriscono che il pacifismo oggi è considerato “positivamente” e non come un pregiudizio da attribuire agli altri. All’altra parte politica. Più netta appare, invece, la distinzione di fronte alla possibilità di formare un esercito europeo. Spingendo l’Unione Europea a superare i limiti e le divisioni “nazionali”, anche nelle politiche “internazionali” e di difesa. Abbiamo già visto, in alcuni recenti sondaggi di Demos, presentati su Repubblica, come la guerra in Ucraina abbia allargato il consenso nei confronti della UE. Anzitutto, verso la Presidente Ursula von der Leyen. Un segno della domanda di una difesa “comune”, in tempi di tensioni crescenti a Est. Nell’Europa “post-sovietica”. In Italia, il favore verso questa prospettiva appare maggioritario: 57%. Tuttavia, ciò significa che quasi 4 italiani su 10 si dicono lontani dall’idea di una difesa comune. Questa posizione prevale nella base dei FdI, ma appare ampia anche fra gli elettori della Lega e, in misura minore, del M5S. Per contro, il consenso verso un esercito comune europeo cresce e raggiunge il livello più elevato a Centro-Sinistra. Tra chi vota PD. Ma risulta di poco inferiore nella base di FI. Nell’insieme, oggi appare difficile individuare tendenze precise nei confronti del pacifismo e del rafforzamento “militare”. Dunque, degli strumenti di difesa (e offesa) armata. Un tempo non era così. Il pacifismo era maggiormente radicato a (Centro) Sinistra. Il ricorso alle armi, a (Centro) Destra. Oggi, però, queste distinzioni non sembrano più attuali. Destra e Sinistra, infatti, sono divenute categorie incerte, che spiegano solo in parte le opinioni degli italiani. Soprattutto negli ultimi tempi. Perché lo scenario (geo)politico è cambiato profondamente. L’Italia, anzitutto, è guidata da un governo con una maggioranza “quasi” totale. Di “quasi” tutti. Presieduto da un “tecnico” che proviene dal sistema finanziario europeo. Mentre a livello internazionale sono avvenuti mutamenti profondi. Negli USA e in Europa. La guerra in Ucraina, peraltro, ha accentuato i cambiamenti di opinione fra i cittadini. Che oggi si mostrano disorientati, di fronte a questioni importanti. In continuo mutamento. Perché, se tutti vorrebbero la pace, è difficile immaginare una via “pacifica” per raggiungerla. Ma è difficile immaginare un’Europa più autorevole senza una difesa – e, quindi, un esercito – comune.