Corriere della Sera, 8 maggio 2022
Le dieci lezioni di politica del M5s
Non è mai troppo tardi. Il M5S ha inaugurato la sua scuola di formazione politica, in dieci lezioni, coordinata da Chiara Appendino. È consuetudine rimpiangere il maestro Manzi che tanto ha fatto per insegnare l’abc della lingua italiana. I maestri Manzi chiamati a insegnare l’abc della politica ai fortunati usciti dalla «tombola democratica» sono molti: dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico al teorico del fancazzismo Domenico De Masi, dal costituzionalista Gustavo Zagrebelsky alla politologa Nadia Urbinati, dall’ex ministro Fabrizio Barca al bellicoso «pacifista» Tomaso Montanari, all’economista premio Nobel Joseph Stiglitz.
Capire la politica, for dummies. Fra gli insegnanti, tutti virtuosi esempi di «società civile», alcuni sono animati da un’ansia intransigente di impartire lezioncine di etica, altri dalla volontà di raddrizzare i legni storti delle istituzioni politiche, altri ancora, inemendabili giacobini, da un sordo rancore verso il «governo dei migliori» da cui si sentono esclusi.
Dieci lezioni sono un corso accelerato; un po’ poco per studenti la cui idealità consisteva nell’aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Trasformare il movimento in un partito? La scuola di Conte contro quella di Di Maio? Dalla velleità alla buona volontà. È già qualcosa, il poco o il tanto del possibile.