La Stampa, 7 maggio 2022
Al gran ballo delle debuttanti niente le lesbiche
Vanessa sta studiando nella sua casa a Prato, in Toscana. Vanessa è un nome di fantasia, reale invece è il resto di questa storia. Ha 18 anni, quest’anno l’attende l’esame di maturità. Sulla scrivania si innalza una pila di libri. Sul calendario del telefonino è cerchiata una data, il 22 giugno, il giorno del tema. Sui telefonini dei suoi compagni di classe, invece, è segnata anche un’altra data, il 18 giugno, la sera del grande ballo delle debuttanti, un appuntamento dal gusto antico di un liceo che sulla tradizione punta molto, il Convitto Nazionale Cicognini, più di quattrocento anni di storia, una sfilza di alunni illustri da Gabriele D’Annunzio a Curzio Malaparte e Mario Monicelli. E poi gli arredi storici, i soffitti affrescati, il teatro, la cappella, la facciata monumentale e una preside, Giovanna Nunziata, che sei anni fa per riportare in vita il passato del suo istituto ha deciso di riprendere l’antico uso del ballo delle debuttanti riservato a chi frequenta l’ultimo anno.
Non a tutti, in realtà. Vanessa, per esempio, non potrà andare. «Avrei voluto invitare una ragazza che mi piaceva, mi hanno detto che non è possibile – spiega – Posso solo invitare un ragazzo ma non mi interessa andare con uno sconosciuto. Avrebbe un senso partecipare al ballo se accanto a me ci fosse una persona che amo e per la quale affrontare tutti gli impegni e i costi della serata». Per prepararsi le ragazze devono acquistare un vestito da cucire su misura, devono frequentare ogni venerdì i corsi di valzer. «Ho già tanto da fare per la maturità, avrei volentieri dedicato del tempo alla preparazione del ballo ma con la persona scelta da me».
Vanessa sapeva che il ballo era aperto solo alle coppie eterosessuali, le regole erano le stesse degli altri anni. Pensava di poterle cambiare. Lei e un’altra quindicina di compagni hanno iniziato a porre il problema già a novembre. «Quando sono state presentate le liste per l’elezione dei rappresentanti del consiglio di istituto abbiamo chiesto di inserire una modifica dello statuto del ballo». Niccolò Sanesi ha accettato e, quando è stato eletto, ha portato la richiesta alla preside. «Noi rappresentanti siamo andati due volte tra fine febbraio e marzo a parlare con la dirigente. In entrambi i casi la risposta è stata un rifiuto. È bene cambiare ma non bisogna sovvertire tutto, ci ha detto la preside».
«Ci sono rimasta male – ammette Vanessa – È stata una grande delusione. Ancora adesso sono triste e mi torna la rabbia se ci penso. Sono stata privata di una cosa normale come ballare».
Non le basta la promessa che la dirigente ha scritto in una lettera indirizzata all’ArciGay dii Prato e Pistoia che ha sollevato la questione dopo il rifiuto. «Da settembre 2022 attiveremo l’iter necessario ad apportare a questa manifestazione delle modifiche agli schemi tradizionali e consolidati nel tempo», ha assicurato. «A settembre non sarò più al Convitto – risponde Vanessa – Mi hanno impedito di vivere un momento unico che non si ripeterà più. I tempi del liceo non tornano. Vuol dire chiudere male un percorso durato cinque anni dentro un istituto dove non avevo mai subito discriminazioni». I compagni e gli insegnanti di Vanessa sanno della sua omosessualità. «Tutti mi hanno sempre accettata senza pregiudizi. Gli insegnanti, anzi, mi hanno aiutata molto».
Il 18 giugno Vanessa andrà comunque al ballo. Accompagnerà il fratello che frequenta l’ultimo anno del suo stesso istituto. «Potrò soltanto guardarlo mentre ballerà con la sua fidanzata. Sono contentissima per lui ma perché non posso fare lo stesso?»
Tutto quindi è rinviato al prossimo anno sulla base della promessa scritta dalla preside nella lettera inviata all’Arci Gay di Prato e Pistoia: «Sono disponibile a far trattare l’argomento e ho piacere di continuare questo discorso con voi», precisa. E studentesse e studenti del Convitto e l’Arci Gay hanno scelto di ascoltare le sue parole. «C’era chi voleva boicottare il ballo, abbiamo deciso invece di non andare allo scontro», spiega Niccolò Sanesi.
«Abbiamo preso atto con soddisfazione dell’apertura per il prossimo anno scolastico – conferma Marco Del Tongo, presidente dell’Arci Gay di Prato e Pistoia – Resta il rammarico perché quest’anno tante persone sono rimaste escluse ma non è lo scontro la strada che intendiamo percorrere. Preferiamo accompagnare questi percorsi che hanno come obiettivo l’inclusione attraverso una collaborazione».
La preside è avvisata: la battaglia è solo rinviata di qualche mese.