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 2022  maggio 06 Venerdì calendario

VITE DA SORCI - UN LETTO SINGOLO, UN ANGOLO COTTURA SPARTANO E UN BAGNO CON VASO ALLA TURCA: È L’ARREDAMENTO DELLA CELLA FATTA REALIZZARE NEL CARCERE UCCIARDONE DI PALERMO PER IL PENTITO DI MAFIA TOMMASO BUSCETTA ALL’EPOCA DELLE DEPOSIZIONI DEL MAXI PROCESSO. ALL’EPOCA, PER NASCONDERE LA SUA POSIZIONE, SI INSCENAVANO FINTI TRASFERIMENTI DA ALTRI LUOGHI DELLA CITTÀ - NEL 1993 OSPITÒ ANCHE RIINA CHE… -

Un letto singolo, un angolo cottura assai spartano ed un bagno con vaso alla turca assai più basico. È l’«arredamento» della cella fatta realizzare nel carcere Ucciardone di Palermo per ospitare il pentito di mafia Tommaso Buscetta all’epoca delle sue deposizioni nell’ambito del maxi processo alle cosche palermitane istruito dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Le immagini sono state mostrate per la prima volta a margine della conferenza dei procuratori generali del Consiglio d'Europa, organizzata dalla Procura Generale della Cassazione e dai Ministeri degli Esteri e della Giustizia.

I finti trasferimenti inscenati La permanenza di Buscetta nell’area, gestita in quei giorni dall'ex capo della polizia Antonio Manganelli, venne tenuta riservata per motivi di sicurezza. La cella si trova nell'area dell'aula bunker dell’Ucciardone che venne costruita appositamente per la celebrazione del processo che vide imputati insieme, per la prima volta, i vertici, i «colonnelli» e gli uomini d’onore palermitani.

Nella stessa ala pernottavano gli agenti della polizia che dovevano vigilare sulla sicurezza di Buscetta, il collaboratore di giustizia che con le sue dichiarazioni fu il teste principale dell'accusa e permise a Falcone di ricostruire gli organigrammi di Cosa Nostra e far luce su decine di omicidi e traffici illeciti. Per nascondere la presenza di Buscetta, le mattine in cui questi avrebbe dovuto deporre, si inscenavano finti trasferimenti del pentito all'Ucciardone da altri luoghi della città.

Ha ospitato anche il “capo dei capi” Nel 1993 la cella venne usata dal boss Totò Riina che, dopo la cattura, venne trasferito nell'ala riservata per assistere ai processi a suo carico. Il detenuto era controllato dagli uomini della Polizia Penitenziaria 24 ore al giorno grazie a un sistema di videosorveglianza. I pasti, prelevati dalla cucina del carcere ed ermeticamente chiusi alla presenza del direttore dell'Ucciardone, venivano aperti solo per la consegna a Riina.