ItaliaOggi, 6 maggio 2022
Germania, lo stipendio è un tabù. Neanche i coniugi sanno quanto guadagna il marito o la moglie
La prima domanda che ti fanno gli americani, subito dopo essersi presentati, è: quanto guadagna? E si attendono una risposta sincera. Ti valutano dallo stipendio, o dai diritti d’autore.
I tedeschi sono discreti, più degli italiani. Magari ti chiedono che auto guidi, ma il prezzo non è un metro di giudizio. Una fuoriserie da giocatore di calcio non è ben vista: guadagni bene, ma sei uno sbruffone. Non è un dato statistico, a prima vista girano più Suv e limousine di lusso a Roma che a Berlino o a Amburgo. L’ostentazione per i tedeschi è un brutto segno.
A quanto leggo, lo stipendio è un tabù anche tra molti coniugi. Non si sa quanto guadagna il marito o la moglie, in famiglia si tengono conti separati. I genitori ignorano la busta paga dei figli. Secondo una recente statistica, nel 41% delle coppie si ignora lo stipendio del partner. «Über Geld spricht man nicht», di soldi non si parla, è una vecchia massima sempre attuale. Il denaro rovina il carattere, o con il denaro finisce l’amicizia, sono altri proverbi citati spesso.
Essere indiscreti provoca invidia e ostilità. Quando ero a Parigi, come corrispondente, un giovane collega (che aveva quasi la mia età) mi chiese al primo incontro: quanto ti pagano? Ebbi il torto di rivelargli la verità. Perché non avrei dovuto? E lui insistette: perché guadagni il doppio di me? Pensano che sia più bravo, risposi. Non per arroganza, mi aveva infastidito. Erano anni in cui la professionalità era quasi una parolaccia. La sincerità può essere un difetto, tuttavia diventammo amici.
Gli imprenditori e anche i lavoratori in Germania protestano contro Bruxelles, in nome della privacy.
L’anno scorso la commissione aveva elaborato una norma per rendere trasparenti stipendi e salari, con il fine di annullare o ridurre il divario tra i sessi. In Europa le donne guadagnano all’ora il 13% in meno, una giusta preoccupazione, in certi settori in Germania la differenza è ancora più alta, oltre il 20%. Ma ora la legge del Parlamento europeo esagera: per la commissione, le imprese sarebbero state obbligate a comunicare i dati a partire da 250 dipendenti. Il Parlamento pretende la trasparenza già da 50 addetti, obbligando anche le piccole imprese artigianali alla trasparenza assoluta. La norma riguarderebbe il 60% dei lavoratori europei.
La legge non è ancora definitiva, i tedeschi sperano di convincere gli eurocrati a dimostrarsi ragionevoli.
«Per le piccole imprese sarebbe un veleno», ha protestato Steffen Kampeter, cristiano-democratico, ex sottosegretario alle finanze. Provocherebbe conflittualità tra compagni di lavoro, con effetti negativi sul rendimento. Holger Schwanneke, segretario generale della Cassa Artigiani, ha messo in guardia: «È un pericolo per i rapporti di lavoro nelle nostre imprese».
In Germania, già adesso, i dipendenti possono informarsi sulla busta paga dei colleghi, a partire dalle imprese con 500 dipendenti. Ma pochi sfruttano il diritto. Alla Siemens, l’anno scorso lo hanno fatto in cento, alla Bayer appena in dieci. Perché, obiettano i sostenitori della trasparenza, temono di mettersi in cattiva luce con capi e compagni.
Secondo studi sociologici, che non bisognerebbe mai accettare ad occhi chiusi, il rapporto con il denaro sarebbe influenzato dalla fede religiosa. Per i cattolici la ricchezza è sospetta, si presume che non sia stata accumulata in modo lecito. Per i luterani, sei ricco perché Dio ti aiuta, e si presume che tu sia onesto e buono, fino a prova contraria, e comunque lo devi dimostrare nel modo in cui spendi il denaro. Sei tenuto a impiegarlo anche a fin di bene. Ma questo sembra contraddire la discrezione dei tedeschi, che non sembra diversa tra cattolici e protestanti.
Manfred Wiesner, 36 anni, che dirige in Svizzera l’impresa di famiglia, una catena di 45 ristoranti con mille dipendenti, la pensa come gli eurocrati: camerieri, cuochi, segretari, tutti sanno tutto di tutti. Anche quanto guadagna il capo e padrone: 245mila franchi all’anno, cinque volte di più di un apprendista. La trasparenza, secondo Manfred, ha creato un clima familiare di reciproca fiducia.