Avvenire, 6 maggio 2022
La Buriazia si «ribella» al tributo di sangue
Cresce in Buriazia il malcontento per la guerra: la regione remota della Federazione russa, ai confini con la Mongolia, registra infatti il numero più alto dei militari uccisi in Ucraina, in rapporto alla popolazione. Sono 121 su un totale di oltre 2.500 già identificati, anche se Mosca nega. «Ci sono moltissime persone che non sono contente della situazione, anche se nessuno è ancora pronto a rischiare per protestare», spiega in una intervista all’Adnkronos Mariya Vyushkova, nata e cresciuta in Buriazia (fra le regioni più povere della Federazione russa, fra le regioni con il numero più elevato di militari in rapporto alla popolazione) prima di trasferirsi a Novosibirsk per l’università.
Vyushkova, che ora è ricercatrice in una università americana, è fra i fondatori della Free Buryatia Foundation, una nuova organizzazione contro la guerra, nata anche per sostenere le minoranze etniche in Russia e contrastare la discriminazione di cui sono oggetto, per portare le minoranze a «essere parte di una nuova Russia democratica». Free Buryatia Foundation è il primo movimento di opposizione su base etnica in Russia. «Noi parliamo anche di altri, ma speriamo che si creino altri gruppi come il nostro, che ogni minoranza dia vita a un suo gruppo. Non siamo a conoscenza dei dettagli della situazione di altri, per esempio, degli yakuti. Ma è molto importante organizzarci», precisa, sottolineando che la Fondazione difende tutti i buriati, perché «anche i russi che vivono in Buriazia (il 70,05%) patiscono più dei russi che vivono altrove».