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 2022  maggio 06 Venerdì calendario

Quei 135mila a cui il vaccino ha fatto male

Su EudraVigilance, banca dati di Ema, l’agenzia europea del farmaco, sono indicate quasi 30 tipologie diverse di disturbi elencati come sospette reazioni avverse ai vaccini contro il Covid-19. Si va da quelli a carico del sistema sanguigno e linfatico ai problemi al cuore o all’apparato gastrointestinale. Ma ci sono anche i disturbi psichiatrici, quelli al sistema respiratorio, ai reni. Ventisei in tutto.
Nulla a che vedere, però, con quel terribile bruciore, “come se avessi il fuoco dentro – dice Federica Angelini –, che è comparso il giorno dopo la somministrazione della prima dose di Astrazeneca: 48 ore dopo ero al Pronto soccorso, sembravo completamente bruciata dal sole”. Federica Angelini, insegnante 51enne di Verona, è la presidente del comitato “Ascoltami”.
Oltre 1.400 iscritti, in tutta Italia, che, come lei, sono diventati numeri e percentuali nei rapporti sulla sicurezza dei vaccini di Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco, per aver manifestato problemi di salute dopo la vaccinazione. In tutto 134.361 persone, per un totale di 99 segnalazioni ogni 100 mila dosi somministrate, delle quali il 17,8 % con sintomi gravi, come riporta l’ultimo rapporto, aggiornato al 26 marzo scorso, dell’agenzia. In pratica il 7,66% delle reazioni avverse segnalate complessivamente nei Paesi Ue: alla data del 30 aprile riguardavano 1 milione e 753 mila europei.
Certo, non tanti se rapportati in percentuale all’imponente numero di cittadini vaccinati (872.389.769 di dosi finora somministrate in Ue a circa 329 milioni di vaccinati). Infatti si supera di poco lo 0,5%. Sono molti, invece, in valori assoluti. Gli effetti si sono manifestati soprattutto con Pfizer-Biontech (927.803), seguito da Astrazeneca (482560), Moderna (284.784) e Johnson&Johnson (58.166). Ultimo Novavax, il vaccino arrivato sul mercato solo quest’anno, con 303 casi.
Una scala che ricalca quella italiana. E l’Italia svetta sempre ai primi posti nella classifica dell’area Ue. Anche se va detto che ci riferiamo comunque a valori assoluti, è sempre al quarto o quinto posto, per ogni tipologia di vaccino, dopo Germania, Olanda, Francia o Austria, tranne che nel caso di Johnson&Johnson (prima dell’Italia ci sono anche Portogallo e Spagna).
Novantanove segnalazioni ogni 100 mila somministrazioni non sembra essere un dato troppo allarmante. Ma non per chi ora è costretto a convivere con disturbi invalidanti. “Io devo prendere oppioidi e antistaminici da un anno – racconta Federica –, l’anno scorso non sono riuscita a terminare l’anno scolastico, quest’anno accumulo assenze, almeno una a settimana. Ma tra gli iscritti c’è chi ha perso il lavoro perché non riusciva più a reggere. Ognuno di noi è stato visitato in media da 15-20 specialisti, perché nella sanità pubblica, quando vedono che gli esami di routine non rilevano niente alzano le mani: abbiamo speso migliaia di euro. Ma alzano le mani anche tanti medici di base. Alcuni sono terrorizzati. Pur di non affrontare l’argomento ti mandano a casa la lettera che sancisce la fine del rapporto fiduciario: purtroppo accade”.
Ed è vero che il governo ha previsto un fondo di 150 milioni di euro di indennizzi a favore di chi ha subito danni fisici a causa della vaccinazione: 50 quest’anno, altri 100 l’anno prossimo.
Ma per il comitato Ascoltami, il fondo è insufficiente e l’urgenza di risolvere i problemi di salute è tale da far passare il resto in secondo piano. Intanto ha lanciato una petizione (che ha già raccolto quasi 10 mila firme) per chiedere alle Regioni di aprire negli ospedali reparti preposti proprio alla diagnosi e alla cura dei disturbi cagionati dai vaccini.
Tra le reazioni avverse c’è anche l’acufene, segnalato in tutta Europa ma anche negli Stati Uniti. Eri Garuti, giornalista, ha avvertito un fischio all’orecchio destro subito dopo aver fatto la prima dose di Pfizer. Poi è arrivato il calo dell’udito. È riuscita a ottenere l’esenzione dalle altre dosi, fino alla fine di quest’anno, dopo oltre 5 visite specialistiche a pagamento e dopo un ulteriore esame eseguito da due otorini dell’Asl di Arona, dove abita. “Alla fine hanno scritto che la correlazione con la somministrazione del vaccino era probabile – dice Garuti –. Intanto, però, avendo più di 50 anni, mi è arrivata la multa per aver violato l’obbligo vaccinale. Il risultato? Decine di telefonate per riuscire a farmela cancellare, perché l’onere della prova spetta sempre al cittadino. E ancora non so se ce l’ho fatta”.