Il Messaggero, 6 maggio 2022
Le sorelle Caira
Ad Atina, in provincia di Frosinone, sorge il Museo Académie Vitti, il museo più piccolo del mondo. Non solo, è luogo di grande significato storico, permettendoci di riscoprire una storia di successo ed emigrazione che ruota attorno alle sorelle Caira, una scintilla d’estro che nasce nella provincia laziale, giungendo alla conquista di Parigi.
L’Académie Vitti la prima scuola femminile di disegno nacque nel 1889, al civico 49 di Boulevard du Montparnasse e fu una vera e propria svolta per il panorama artistico parigino. Una vicenda ricostruita nei particolari «traendo spunto da epistolari, diari, documenti d’archivio e testimonianze orali», da Marco Cosentino e Domenico Dodaro, gli autori di Madame Vitti, un romanzo appassionante e corposo, edito da Sellerio.
L’INTUIZIONE
Maria, la sorella maggiore, ebbe l’intuizione ma il merito va condiviso con Anna e Giacinta, capaci di conquistarsi un posto da protagoniste nel panorama artistico internazionale, entrando in contatto con artisti dalla fama immortale, come Pablo Picasso e Rainer Maria Rilke. Non è affatto un’esagerazione parlare di donne rivoluzionarie e difatti, come scrivono Cosentino e Dodaro che tornano sugli scaffali dopo il successo ottenuto con Il fantasma dell’impero, scritto con Luigi Panella e vincitore del Premio Selezione Bancarella 2018 basti pensare che a quel tempo l’École des Beaux-Arts non ammetteva le donne. Ecco perché Maria dovette intestare al marito Cesare l’Académie Vitti ma quella divenne l’unica istituzione a prevedere lezioni di nudo maschile, in classi esclusivamente femminili.
Immigrata e analfabeta, Maria si era lasciata alle spalle Gallinaro e come molti italiani, si era messa in marcia con la propria famiglia, in mezzo a zampognari e artisti di strada. E Madame Vitti fa centro, la sua intuizione è giusta. Le allieve di ogni nazionalità aumentano, sono artiste in cerca di aria nuova e soprattutto, della libertà per potersi esprimere senza lo stigma sociale, anche grazie al richiamo esercitato del primo insegnante, il celebre pittore Paul Gaugin che ritrova «la mia isola tropicale nel mezzo del quattordicesimo arrondissement».
ICONA
Maria, «furba come il Diavolo», divenne un’icona – il dipinto che la ritrae, riprodotto sulla copertina, è esposto al Metropolitan Museum di New York mentre la situazione in casa era turbolenta e quando tornarono ad Atina, nel giugno del 1914, sono lei, Cesare e la sorella Giacinta, un triangolo alla luce del sole, «un inverosimile equilibrio di rinunce e vantaggi reciproci», scrivono gli autori. Non c’è un lieto fine perché i Caira in seguito ad investimenti azzardati finiranno sul lastrico e la provincia italiana non fu tenera con Maria dopo i suoi anni parigini ma questo libro, finalmente, ci restituisce una grande storia di riscatto e libertà.