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 2022  maggio 06 Venerdì calendario

I 90 anni di Valentino

Il prossimo mercoledì 11 maggio per lui comincerà come tutti gli altri giorni, con quel garbo e quella perfetta routine che lo caratterizzano. Farà uscire dalla camera i carlini che dormono con lui e si dedicherà alla colazione, apparecchiata perfettamente tra ceramiche, fiori e una tovaglia dai colori a contrasto, ogni dettaglio al suo posto, proprio come non ne trascurava nessuno alle sfilate. Comincerà così la giornata del novantesimo compleanno di Valentino, all’anagrafe Valentino Clemente Ludovico Garavani, nato a Voghera l’11 maggio del 1932, ma cosmopolita per istinto, poliglotta, e con una cittadinanza d’elezione romana.
I FESTEGGIAMENTI
Fiori e dolci, dei quali ci ha confessato di essere goloso, non mancheranno per tutta la giornata, ma il designer spegnerà le candeline in serata, dopo un balletto dell’étoile Eleonora Abbagnato, durante una cena a casa sua, dove sarà un perfetto padrone di casa, visto che è solito coccolare al meglio gli ospiti, quelli che lui chiama la sua numerosa famiglia. I più curiosi potranno poi assaporare un po’ di quell’atmosfera dai post su Instagram di @realmrvalentino, che conta ben 2 milioni di follower. Da sempre circondato dal bello, tant’è che Pierpaolo Piccioli, attuale direttore creativo della maison, gli ha dedicato una felpa in edizione limitata, con la stampa della massima del couturier: I love beauty, it’s not my fault (Amo la bellezza, non è colpa mia). Il capo sarà venduto dall’11 maggio sul sito valentino.com e il ricavato andrà alla Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti.
Quest’ultimo è il socio e compagno di una vita del creativo, sua ombra e spirito guida. Si conobbero in una serata di luglio del 1960. Uno era studente svogliato di architettura, l’altro aveva aperto un atelier nella Capitale dopo un’esperienza di 5 anni a Parigi. Valentino aveva seguito i corsi della Chambre Syndicale de la Couture Parisienne e aveva fatto apprendistato da Jean Dessès e da Guy Laroche, ma non riusciva a vendere abiti. Il loro sodalizio cambiò le cose. Nel 1962 Valentino fu chiamato dal marchese Giovanni Battista Giorgini a partecipare alla famosa sfilata alla Sala Bianca di palazzo Pitti a Firenze, che avrebbe dovuto lanciare il made in Italy. Era l’ultimo a presentare, guardato con diffidenza dai colleghi perché troppo giovane e sconosciuto. E, forse, troppo bravo, perché alla fine del suo show la sala esplose in un boato. In un attimo la collezione fu sold out e la madre dello stilista, che reputava illusorie le sue passioni, gli disse commossa: «Lo senti? Vogliono te, perché ce l’hai fatta. Hai vinto!».
LO SPIRITO GUIDA
Da quel momento fu un’ascesa. Le attrici americane, quelle che l’adolescente Garavani ammirava al cinema, erano sue amiche e lo definivano la Rolls Royce degli stilisti. Lui disegnava senza sosta, immaginava mondi paralleli con quell’entusiasmo da bambino che ha ancora oggi e che ha preservato anche grazie alla presenza costante di Giammetti, che gli ha costruito intorno un mondo di tranquillità sollevandolo dalle beghe pratiche. Farah Diba fuggì dal suo impero vestita Valentino, così come Jackie Kennedy quando sposò Onassis o Liz Taylor quando incontrò il suo grande amore Richard Burton, senza dimenticare Sharon Stone, Sofia Loren o le sue top Gisele Bündchen o Claudia Schiffer. Julia Roberts era in un Valentino vintage quando ricevette, nel 2001, l’Oscar come miglior attrice: gli scatti portarono alla ribalta il trend per gli abiti d’antan.
Nel 1998, però, quelli che la direttrice di Vogue America Diana Vreeland chiamava negli anni Sessanta the two boys avevano venduto la loro azienda alla Hdp, a cui subentrerà il gruppo Marzotto nel 2002. Nel 2007, in occasione dei suoi 45 anni di carriera, il couturier dà il via a quelle che sono state definite le Valentiniadi: 3 giorni di moda, spettacolo e di eventi mai visti a Roma. E anche un preludio di addio alle scene, tra lacrime di commozione e quell’uscita sulla passerella che da sempre caratterizza il signor Valentino: camminata fiera, un leggero ondeggiare che sa di danza, una mano nella tasca dei pantaloni a rompere la perfezione dell’abito e l’altra a salutare. E lo ricordano così anche a Voghera, dove da mercoledì sarà aperta una mostra presso il teatro Sociale dedicata al couturier con 60 dei suoi abiti più celebri, bozzetti e foto. Il Comune, inoltre, ha riservato a Valentino, che qui è nato e che qui disegnava i suoi primi capi per la zia e le cugine, le chiavi della città.