la Repubblica, 6 maggio 2022
Intervista a Glenn Close
Otto nomination all’Oscar senza nemmeno una statuetta è un record a cui è difficile credere. Con una filmografia da oltre novanta titoli iniziata quarant’anni fa con la prima candidatura per Il mondo secondo Garp, Glenn Close, 75 anni, è tra le migliori attrici della sua generazione. Ha costruito una carriera straordinaria su interpretazioni passate alla storia come la stalker Alex di Attrazione fatale,Sarah del Grande freddo,Crudelia de La carica dei 101,la moglie diThe Wife o la nonna diElegia americana.
Ora è protagonista della seconda stagione della serie israeliana premiata con l’Emmy Teheran, da oggi su Apple tv+. Interpreta una spia la cui strada incrocia quella della agente del Mossad interpretata da Niv Sultan.
L’intervista è al telefono da New York.
Che cosa ha trovato intrigante del personaggio di Marjan?
«Tutto: il fatto che abbia sposato un medico iraniano conosciuto in una clinica per reduci della guerra tra Iran e Iraq, che si sia convertita allo sciismo, che abbia scelto di vivere in quel paese: tutta la sua storia era interessante».
Film e serie di spionaggio hanno molto successo. Perché?
«Con tutto quello che succede nel mondo le spie fanno parte del nostro quotidiano, molto più di quanto possiamo immaginare.
Amo la saga di James Bond e ora sto guardando Slow horses con Gary Oldman, fantastica. È un genere meraviglioso e sono emozionata di farne parte anche io ora».
Ha detto che le serie tv sono i romanzi contemporanei.
«Come attrice penso che la serialità sia un ottimo modo per raccontare una storia. I film sono meravigliosi, ma spesso bisogna semplificare la storia o tagliarla per farla stare nei tempi del cinema. Ho girato la serieDamages per cinque anni e quando l’abbiamo conclusa era totalmente diversa rispetto a quella che avevamo iniziato, per un attoretutto questo è oro puro».
Le riprese di “Teheran” sono state impegnative?
«Abbiamo lavorato in velocità, tutto nelle location reali, molto intenso. Non avevamo studi, abbiamo girato tutto ad Atene, è stata dura ma avevo una compagnia straordinaria».
Ha imparato il persiano.
«Quella è stata la sfida maggiore… imparare a dire alcune parole in modo che le persone che parlano la lingua dicessero: “Oh mio Dio, ma parla persiano”. Ci è voluto moltissimo lavoro, abbiamo rifattole scene finché non sono suonate autentiche».
Ha detto che le piacerebbe vedere “Attrazione fatale” dal punto di vista di Alex.
«Scopriremmo una donna che è stata abusata dal padre in giovane età, cosa che le ha reso impossibile avere una vita normale. Di solito le donne a cui succede questo diventano autodistruttive. Il finale originale del film prevedeva che lei si suicidasse, poi l’hanno resa una psicopatica. Non era la verità del personaggio ma ha fatto diventare quel film un grandissimo successo.Provo grande empatia per Alex, sono convinta che se si raccontasse la sua storia sarebbe un’eroina tragica, non una cattiva».
Nella lista dei cento cattivi dell’American Film Institute Alex è settima, Crudelia trentanovesima.
«È assurdo. Crudelia è il diavolo: a casa sua tutti i muri sono neri e il caminetto è sempre acceso perché ama stare al caldo, da lì la sua adorazione per le pellicce. Crudelia è una strega, sono cresciuta ascoltando favole e guardando i grandi film d’animazione Disney, la regina diBiancaneve mi terrorizzava. Crudelia è una strega da favola. Interpretandola dovevo essere veramente cattiva perché più ero malvagia più sarei stata più divertente».
Ha interpretato ruoli molto drammatici ma anche esilaranti come la first lady di “Mars Attack”, Prima Nova dei “Guardiani della Galassia”...
«Sono sempre molto nervosa quando devo fare un personaggio che deve essere divertente. Devo rimanere dentro il personaggio e sperare di riuscire a renderlo esilarante. Se penso “devi far ridere”, allora non funziona. Amo questi ruoli e ho molto da imparare dalla commedia, ne ho appena finita una con Josh Brolin e Peter Dinklage ( Brothers, ndr.), interpreto la loro madre. Spero di essere abbastanza divertente».
Dal 1982, quando ha iniziato, come è cambiata l’industria?
«È cambiata totalmente. Quando ho ricevuto la prima nomination cinema e televisione erano due mondi totalmente separati e la tv era considerata il cugino povero.
Oggi tutti fanno entrambe le cose grazie alle piattaforme globali. Se, a 75 anni, sono ancora nella stanza vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatto. Onestamente non saprei dire se tutte le mie interpretazioni siano state veritiere, ma sono felice di ritrovarmi ancora in quella sala con i miei colleghi e un’industria che ha fatto tanti sacrifici».