Anteprima, 15 aprile 2022
Tags : Dino Sandretto
Biografia di Dino Sandretto
Dino Sandretto (1926-2022). Imprenditore. Di Pont Canavese, in provincia di Torino. Con il fratello Modesto realizzò un piccolo miracolo industriale, trasformando l’azienda di famiglia, che produceva macchinari per lo stampaggio della plastica, in una realtà riconosciuta in tutto il mondo. «Dino Sandretto avviò l’attività insieme al fratello Modesto quando a Pont chiuse i battenti la manifattura tessile Mazzonis. Era la fine degli anni Sessanta: mentre in tutta Italia si viveva ancora del boom economico, a Pont chiude l’attività più importante della zona. Il paese si trovava allora immerso in una crisi soffocante quando, probabilmente grazie all’intercessione dell’allora canonico don Lorenzo Patrito, spuntarono i fratelli Sandretto. Modesto e Dino, appunto, che avevano iniziato l’attività in una boita di via Santa Giulia a Torino e che portarono da Collegno alcune delle lavorazioni della “Sei”, una piccola azienda avviata nel 1946 che si occupava di fanali per auto. In quegli anni, seguendo l’intuito di un ingegnere della Fiat, Dino e Modesto virarono verso lo stampaggio della plastica, dando così inizio ad un percorso lavorativo ed occupazionale che ha dato a tante persone quella speranza che avevano perduto: vedere rinascere economicamente il loro paese. Sandretto diverrà poi un marchio storico delle presse e della plastica, conosciuto a livello mondiale. Per trent’anni Dino e Modesto furono alla guida della fabbrica più importante, sia dal punto di vista occupazionale che storico, di Pont e dintorni.
Un legame indissolubile ha visto i fratelli dividersi oneri e onori nella conduzione dell’azienda. Sono sempre stati noti per il carisma e per l’intuito imprenditoriale. E sono scolpite nella memoria di tanti pontesi le parole di Dino Sandretto, padre di Patrizia, la signora dell’arte torinese che ha dato vita alla fondazione Sandretto re Rebaudengo, cittadino onorario dal 2017: il giorno che acquistò la manifattura del paese disse queste parole, “è stato un momento emozionante diventare proprietario di un sogno”. Negli anni ’90 la cessione dell’azienda incrinò il bel rapporto che i Sandretto avevano creato con la comunità locale, anche perché il passaggio dell’attività ad americani e brasiliani finì col portare al fallimento. Questa, però, è tutta un’altra storia. Della grande epopea di Dino e Modesto, resta testimone il Museo della Plastica di Pont, ospitato nella palazzina liberty dell’ex stabilimento» [ale. pre., Sta].