Anteprima, 26 aprile 2022
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Biografia di Paolo Mauri
Paolo Mauri (1945-2022). Giornalista. Critico letterario. Dal 1977 a Repubblica, per quasi vent’anni ne ha diretto le pagine culturali. «Milanese, dopo avere insegnato nelle scuole medie, il giornalismo è stato la sua missione di civiltà ma anche di gentilezza. Il critico era un maestro di sintesi straordinarie. E di chiarezza illuminista. Aveva studiato a Roma con Sapegno e Asor Rosa, laureandosi su Carlo Porta, che rappresenta un’altra sua lunga fedeltà, il nucleo da cui è nata una raccolta di saggi (Nord, Einaudi, 2000) dedicati a scrittori tra Piemonte, Lombardia e Liguria e ispirati al binomio di “geografia e storia” che fu teorizzato da Carlo Dionisotti. Mauri ci metteva – trattando di Gozzano, Ragazzoni, Maggi, Manzoni, Tessa – non solo un’acuta attenzione stilistica ma un interesse sociologico orientato in modo speciale verso il pubblico. In questa prospettiva di “critica della cultura” si presenta la raccolta di saggi sulla narrativa contemporanea L’opera imminente. Diario d’un critico (Einaudi, 1998). Altre passioni di Mauri coincidevano con autori che gli erano stati amici per una vita: su tutti, Luigi Malerba e Antonio Tabucchi, del quale ha curato il Meridiano mettendo in luce come il nutrimento della scrittura tabucchiana sia in letteratura “la sola capace di fare vedere la vita, di cogliere l’istante che illumina la mente e lo fissa per sempre”» [Di Stefano, CdS]. «Una consapevole superiorità intellettuale travestita da bonomia: solo i più sprovveduti potevano scambiarla per arrendevolezza o cedimento. Erede prediletto della zarina Rosellina Balbi, ha guidato le pagine di cultura per quasi un ventennio lasciando un’impronta inconfondibile. In perfetta sintonia con la regia scalfariana, vi ha portato dentro le migliori firme della cultura europea, intessendo con questi personaggi dialoghi quotidiani che poi si traducevano in lunghe articolesse» [Fiori, Rep]. «Un giorno gli chiesi perché avesse scelto la carriera giornalistica preferendola a quella del professore (si era laureato con Natalino Sapegno e Alberto Asor Rosa) che per qualche tempo aveva esercitato. Mi rispose che un po’ fu il caso, ma anche il desiderio di non marcire aspettando una carriera, quella universitaria, che forse avrebbe richiesto troppo tempo. E poi, aggiunse: “C’è già una professoressa in famiglia, Luana, mia moglie”» [Gnoli, Rep].