27 aprile 2022
Tags : Anna Oxa (Iliriana Hoxha)
Biografia di Anna Oxa (Iliriana Hoxha)
Anna Oxa (Iliriana Hoxha), nata a Bari il 28 aprile 1961 (61 anni). Cantante. Due volte vincitrice del Festival di Sanremo: nel 1989 in coppia con Fausto Leali (Ti lascerò) e nel 1999 (Senza pietà); seconda nel 1978 (Un’emozione da poco) dietro ai Matia Bazar e nel 1997 (Storie) dietro ai Jalisse. Come cantante, ha partecipato in totale a quattordici edizioni del festival (1978, 1982, 1984, 1985, 1986, 1988, 1989, 1997, 1999, 2001, 2003, 2006, 2011). Quattordici partecipazioni al Festivalbar. Negli anni Ottanta ha duettato con Lucio Dalla, Rino Gaetano, Roberto Vecchioni e Fausto Leali. Ha pubblicato, in totale, 19 album, 44 singoli, 1 EP e 3 raccolte di canzoni • Famosa per il carattere scostante e per aver abituato il pubblico, negli anni, a una mutazione continua della sua immagine. Debuttò a Sanremo in versione punk, vestita da uomo. Trasgressiva, con l’ombelico scoperto, nel 1986. Eterea e sensuale nel 1988. Guerriera con la mutandina tanga esibita e il corpo luccicante d’olio nel 1999. Donna tribale nel 2001. «In tre decenni ci ha abituati alle più spericolate avventure umane, estetiche e artistiche. Ha inanellato voli pindarici, dagli spilloni punk alla braga smutandata. Si è innamorata di musicisti e miliardari. È passata dalla tv più patinata al silenzio più d’oro, fino al momento attuale di intensa spiritualità, che pare derivare dall’abbraccio di una filosofia induista» (Marinella Venegoni, Sta 28/9/2010) • «La sua immagine è quella di cantante gelida e distante, una vamp fatale e irraggiungibile» (Valerio Cappelli, CdS 1/10/1998) • «Sinuosa, provocante. Magra, ma allusiva. Suggerisce, promette ma non mantiene. Si dà al pubblico, ma subito si tira indietro. Ma perché tante mutazioni? Incertezza di sé o del pubblico?» (Maria Novella Oppo, l’Unità 6/6/1984) • In tivù, ha presentato varie trasmissioni tra cui due edizioni di Fantastico (Rai 1, 1988-90, una con Enrico Montesano, l’altra con Massimo Ranieri) e il Festival di Sanremo 1994 (con Pippo Baudo e la modella francese Cannelle). È stata concorrente a Ballando con le stelle (Rai 1, 2013) e giudice agli Amici di Maria De Filippi (Canale 5, 2016) • «Una bomba, una forza assoluta, una capacità vocale e interpretativa come poche altre; peccato che ci siamo persi, e mi dispiace» (Fausto Leali) • «Uno dei miti degli omosessuali. L’ultima regina, anche se in tono minore. Siamo già in zona un po’ decadente, del genere “la frocia parrucchiera”» (Platinette, gli altri miti: Raffaella Carrà, Mina, Sabrila Ferilli, Luciana Littizzetto, Carmen Consoli, Patty Pravo, Moira Orfei) • «Il personaggio meno simpatico del mondo dello spettacolo» (Minnie Minoprio, il più simpatico: Pupo) • «I figli di Anna Oxa, vedendo il film The Ring, hanno gridato: “Mamma mamma, sei in tv?”» (Fiorello).
Titoli di testa «Anna Oxa compare in quel di Sanremo ogni due o tre anni. Il resto del tempo pochi sanno che cosa faccia, e pochissimi se ne curano. Se tiene un concerto a Casteldediavolo, in provincia di Perugia, magari la radio del posto la intervista, e bon così. Ma il Festival è speciale. Quando Anna Oxa arriva e si autodichiara “una divinità”, sa di poterlo fare impunemente: perché al Festival, se Anna Oxa si autodichiara “una divinità”, anziché chiamare la neuro, lo scrivono sui giornali. Ben consigliata sul piano mediatico, la cantante erratica stavolta ha ammantato la sua performance di mistero. Per cominciare alla grande, ha negato la fotografia con il nuovo look per la tradizionale copertina-compilation che Sorrisi dedica ogni anno ai cantanti del Festival: hanno dovuto sostituirla con una sagoma e un punto interrogativo, e la cosa si è notata. Poi, arrivata all’Ariston, la divinità ha preteso di provare a porte chiuse, per mantenere il più rigoroso segreto sulla sua performance. E a quel punto, molti hanno cominciato a incuriosirsi» (Sta 28/2/2006).
Vita Mezza italiana, mezza albanese. Il padre, originario di Kruja, è un profugo, nipote del dittatore Enver Hoxha. «Da piccola ero stranissima, solitaria. Non perché non mi interessava il resto del mondo, ma perché cercavo di osservare costantemente la mia nascita e il mio luogo» (a Daria Bignardi 2011). «“Da bambina, a Bari, cantavo e già vivevo questo stato di assoluta assenza. Era come se ci fossero due frequenze parallele, una che viveva di sonorità, di bellezza, e l’altra che si accorgeva del quotidiano, del mondo degli adulti così strani, incomprensibili. Io penso di essere stata come i sassi dei ruscelli: enormi, levigati, morbidi. Ed è l’acqua che lentamente ha tolto tutti gli spigoli, ogni volta che il sasso non le ha opposto resistenza. Allo stesso modo, io sono stata modellata dal suono”. Bari, quartiere San Pasquale, otto figli, padre albanese rifugiato politico, morto che lei aveva 8 anni, famiglia modesta. Percepiva un futuro già scritto? “Io vedevo solo la strada di casa e il cortile, e cantavo. Ero innocente, pulita e, se oggi mi posso fare certe domande sull’esistenza, è grazie a quella bimba che è venuta passo passo con me”» (Candida Morvillo, CdS 25/4/2021) • Anna viene mandata da un maestro di musica e si esercita fin da bambina. Inizia con i brani italiani. Poi scopre il jazz. Fra i 13 e i 14 anni inizia con i piano-bar: repertorio anni Venti. Primo 45 giri a 15 anni, per una piccola etichetta barese, contiene la canzone Fiorellin del prato, scritta da Mario Panzeri nel 1940. «Nel tempo, ho avuto la capacità di avere più timbri e più suoni, come se avessi percorso le etnie, forse perché nasco con nonno imam albanese, nonna turca, mamma italiana. I suoni emergevano come quando, dalle cascate, si formano altri rigoli di acqua che prima non c’erano. E ho sempre cercato di fare miei tutti i brani che cantavo: li rileggevo, li riscrivevo, li rimontavo per esprimere quello che mi passava dentro, senza riprodurre quello che avevo già fatto ed ero già stata”. Quante volte hanno provato a farle rifare cose già fatte? “Sarebbero stati gentili se si fossero fermati a varie volte, ma io stavo sulla frequenza del processo creativo, loro su una più spicciola. Già a 16 anni ho vinto Sanremo Giovani con Un’emozione da poco e con un’immagine punk, e poi ho cambiato, ma tanti mi dicevano di restare uguale perché, se no, il pubblico poteva rimanerci male. Io, invece, ho sempre saputo che devi essere ciò che sei”» (Morvillo) • «Nel ’78, a Sanremo, è stato solo un gioco. Dovevo spiazzare il pubblico in tre minuti e ci sono riuscita. Era il debutto. Ma e stato solo un divertimento. Il punk non e mai stato il mio movimento. Seno andata in un negozio di abbigliamento e ho chiesto un abito da uomo stile parastato. Non si doveva capire se ero donna o uomo, grassa o magra. Il gioco era quello» (Oppo) • La trovata riesce. Anna, 16 anni, sconvolge tutti con voce e look. Il Festival, quell’anno, lo vincono i Matia Bazar con …E dirsi ciao, ma il vero fenomeno è lei: la barese punk. Il critico musical Dario Salvatori: «La Oxa ha introdotto il concetto di look, quando ancora non si chiamava neppure così». Annalena Benini: «Il senso di Sanremo è mandare per qualche giorno un po’ di ragazzi su Marte fiorito, Marte all’uncinetto, a vedere l’effetto che fa, tornare indietro nel tempo oppure molto avanti, ma comunque mai nel presente, salutare interiormente i genitori a casa, mamma guarda dove sono, e gli antenati lì accanto, e cantare vestiti da extraterrestri in cucina, cioè da Festival di Sanremo. È successo a Noemi, ad Arisa, Mietta […]. Non è successo mai ad Anna Oxa, perché è sempre stata lei, dall’inizio, l’extraterrestre che arrivava sul palco e lo faceva diventare quello che voleva» (Il Foglio, 11/2/2016) • Sempre a Sanremo, nel 1986 sfoggia l’ombelico. «Critici saccenti annotarono che era arrivata “solo seconda, sedici anni dopo la Carrà”. Vero, ma (parafrasando Antonio Ricci) quello di Raffa è sempre stato di legno, mentre Anna Oxa ha un succulento tortellino» (Santi Urso, TvSette n. 51/2001). «I parcheggi del teatro Olimpico erano stracolmi martedì sera per il concerto conclusivo della tournée di Anna Oxa, come accade solo quando cantano De Gregori e Paolo Conte. In sala, giovanissimi spettatori applaudivano incessantemente questa ragazza biondissima, alta e bella come una vikinga che, invece, arriva da Bari ed è pronipote di Enver Oxa, il leader albanese da qualche anno scomparso. Un’aderentissima tuta nera ne evidenzia il corpo da bluebell; l’ombelico stavolta è coperto (anche se il suo look sanremese ha lanciato una moda), una cintura con una grossa fibbia e sottile catena di metallo brunito sono gli unici elementi che rompono la severità dell’abbigliamento. Se lo aspettava, Anna Oxa, un tale successo? “L’anno scorso ho cantato al Tenda; andò molto bene, ma devo dire che stavolta il successo è triplicato”. Merito di Sanremo? “Senza dubbio: Sanremo è l’occasione giusta per metterti in mostra, e può dare il successo a condizione che si abbia qualcosa da dire» (Maso Biggero, CdS 25/4/1986) • «Lascia spazio all’immaginazione il vestito che indosserà stasera? “Sceglierò fra alcuni abiti all’ultimo momento. Di sicuro non saranno né ricamati né troppo ricercati. Saranno essenziali”. Scusi, in che senso essenziali? “Essenziale non vuol dire necessariamente corto. Essere sexy significa essere femminili, non volgari. La donna sexy lascia sempre spazio all’immaginazione. La sensualità è dentro di noi, non si può insegnare. Io poi sostengo che in Tv risulto sexy anche con un vestito monacale. Se andassi in giro infagottata come le donne arabe, avendo solo il viso scoperto, sarei ancora più sexy”. Hanno detto che lei fa innamorare con un sorriso e uccide con uno sguardo. Per questo portava gli occhiali scuri alla conferenza stampa di Fantastico? Ha voluto evitare una strage? “Il carisma nasce prima di tutto dagli occhi. Con un semplice sguardo si possono comunicare tante sensazioni. È bene conservare certi segreti, talvolta”» (Cappelli).
Amori Prime nozze nell’80 con Franco Ciani, musicista, cantante e produttore. Poi due figli (Francesca e Qazim) dal musicista dei New Trolls Gianni Belleno (con cui continua ad andare in vacanza «per la gioia dei figli»). Quindi le nozze con l’imprenditore albanese d’origine kosovara Begjet Pacolli («L’ho amata tanto ma se non siamo più insieme non è un caso. L’ultimo periodo con lei è stato l’unico, nella vita, i cui ho avuto la sensazione di non farcela. Anna è una donna autoritaria. Non sarebbe stato male averla presidente del Kosovo»). Nell’ottobre 2006 ha sposato la sua ex guardia del corpo Marco Sansonetti, capelli neri, alto un metro e 80, di 22 anni più giovane (nozze a Cantù, celebrate da un monaco tibetano), da cui si è separata nel 2009 • «Col senno di poi, il matrimonio è inutile? “Per me, ci sono cose che vivi, comprendi e che poi non esistono più. Non hanno più la forma. Si sformano, diventano liquefatte come orologi di Dalì. I matrimoni sono stati parte di cose che vivevo in quel momento. Oggi, dico che due persone possono creare insieme, vivere intensamente, e che sarebbe interessante se avessero la stessa energia e la condividessero. Ma molte volte, quasi tutte, uno dei due serve per stimolare all’altro la fiamma persa dentro di sé. Sarebbe stato importante fare quest’intervista nel bosco davanti a casa. Le avrei detto: provi a sentire se lo sente, l’amore. L’amore è il profumo di un fiore, l’acqua che scorre, la foglia attraversata dal vento» (Morvillo) • Nel 2011, a chi le chiedeva se fosse innamorata, rispondeva: «Io sono fidanzata con Anna Oxa, io mi amo da morire» (Bignardi).
Dolori Il più grande della sua vita: la morte della madre.
Politica Ha definito il Sanremo condotto da Fabio Fazio e da Luciana Littizzetto «un sottoprodotto del Primo maggio». Disse di essere stata esclusa da quell’edizione «per ragioni politiche. Perché sono un cane sciolto, non ho appartenenze».
Radici Ha avuto un periodo in cui era ossessionata dalla ricerca delle sue radici albanesi. «Tra il dicembre ’96 e il febbraio ’97 ho visitato più volte l’Albania, ho conosciuto gli albanesi: gente fiera, orgogliosa, pronta a lavorare sodo per la loro terra. Chiedeva solo di essere assistita nel cammino verso il progresso: noi italiani, quando emigravamo, siamo stati aiutati e assistiti e con il nostro orgoglio e la nostra forza ci siamo riusciti. Non capisco perché non ricambiare e consentire ai nostri vicini albanesi di ottenere ciò che ci è stato consentito in America» (Sta).
Autismo Nel 2006, presentatasi a Saremo con Processo a me stessa di Pasquale Panella, fece molti capricci, pretendendo di provare da sola. Cantò in una sala completamente buia, sussurrando in modo tale che quasi non si sentiva. Eliminata (ultima delle donne), abbracciò Panariello e scoppiò in lacrime. «Se sono ritenuta una donna inquietante non è certo per le mie forme fisiche, ma perché esprimo una forza che è dentro». Il critico del Corriere Mario Luzzatto Fegiz parlò di «atteggiamenti autistici». Dietro le quinte, sempre secondo Fegiz, emanava un acre odore di incenso e unguenti esotici che saturava il suo camerino e l’angusto retropalco.
Scivoloni Nel 2013 partecipò come concorrente di Ballando con le stelle in coppia con il ballerino Samuel Peron. Nella puntata del 2 novembre prima litigò con pubblico e giuria, che non avevano apprezzato il suo samba ballato a piedi nudi: «Non potete comportarvi in questo modo con qualcuno che lavora tutta la settimana, alzate le palette e giudicate, io sono per i divorzi e le dimissioni», poi rivelò di essere stata «Aggredita e insultata dietro le quinte» (Lea T., figlia dell’ex calciatore Toninho Cerezo, sua diretta sfidante, confessò “la colpa”). Ottenute le scuse a nome del programma dalla padrona di casa Milly Carlucci, tornò in scena ballando l’ultima prova “da ferma”: fu il pubblico a salvarla con il televoto, eliminando Lea T. Nella puntata della settimana successiva si procurò una lesione al ginocchio durante la diretta del programma e, dopo alcune settimane in cui fu messa momentaneamente fuori gara, comunicò durante le semifinali di non poter più rientrare.
Curiosità Alta 1 metro e 72 • Pesa 65 chili • Vive in Svizzera, «in una casa bellissima immersa nella natura, tra montagne, ruscelli, cascate, boschi, animali e un’immensa biodiversità» • Vegana • Fa colazione con pasta o riso, lenticchie, ceci e verdure • A un certo punto si fece prendere dalla moda di andare in giro scalza • «Siamo nell’epoca del Ferro, del Kali Yuga secondo la teoria induista, segnata da degrado e annichilimento, bisogna creare bellezza e interesse» • «Io non ho colleghi. Ci sono i guerrieri e ci sono le larve: io sono la guerriera» • Ha recitato in una commedia musicale Maschio, femmina, fiore, frutto (Ruggero Miti, 1979) • Nel gennaio 2020 il suo primo marito Franco Ciani si suicidò in un hotel di Fidenza (Parma): si soffocò con un sacchetto di plastica, dopo aver sostituito la sua foto profilo di Whatsapp con l’immagine di un angelo. Aveva 62 anni • Lei commentò: «Ho saputo che si è suicidato. Faccio fatica a credere a questo gesto, da parte di Ciani: sapeva molte cose, se fossi un familiare io approfondirei» • Nel 2020 il presidente albanese Edi Rama le ha consegnato personalmente il passaporto albanese • «Oggi, sei un artista perché qualcuno lo decide, perché ti fa fare dischi o programmi tv, ti fa fare business purché si arrivi a qualche forma di potere, ma è come dire a Picasso di dipingere dieci sedie perché si vendono. Invece, stare nel movimento della natura è essenziale per stare nel processo creativo» • «Lei è sempre stata definita «camaleontica» e anche sensuale, addirittura peccaminosa. “Non avendo una mente peccaminosa, non mi sono mai vista tale. Le tante cose che si sono viste dipendono dalla mente di chi guardava. Di sicuro, in me, non ho mai avvertito volgarità”. Dalla tutina a pelle di Sanremo ‘85, all’ombelico scoperto quando cantò È tutto un attimo, al tanga a vista del Sanremo ‘99 vinto con Senza Pietà, ogni sua apparizione faceva discutere. “Quella tuta la mettono tutti i ballerini e non ha mai suscitato tanto clamore. L’ombelico era una goccia scoperta mentre già tutte le donne andavano nude... La domanda è: perché solo se faccio io certe cose scateno interesse?”. E che risposta si dà? “La trovi lei una risposta. Io so che, da anni, non sono in tv, eppure, ho un pubblico enorme, e sono sui giornali anche se non dico niente”» (Morvillo) • «Anna Oxa, il 28 aprile compie gli anni: che momento sarà? “Io ho smesso di avere dei momenti. Da un po’, vivo in un flusso continuo, in un presente dove non c’è un prima o un dopo. Non faccio più caso a quanto tempo scorre, m’interessa di più usare il tempo per non sprecare la vita e per capire chi sono”» (Morvillo).
Titoli di coda «E insomma, dopo una settimana passata a interpretare la signorina Tumisfufi, ecco il miracolo: i 1256 giornalisti accreditati al Festival, i quali una settimana fa non avrebbero neppur pensato di intervistare Anna Oxa - per chiederle che cosa, poi? - e che riprenderanno quel saggio atteggiamento la settimana ventura, oggi darebbero un anno di vita per strappare quattro parole ad Anna Oxa» (Sta).