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 2022  aprile 28 Giovedì calendario

Biografia di Daniel Day-Lewis

Daniel Day-Lewis, nato a Londra il 29 aprile 1957 (65 anni). Attore. È l’uomo che ha vinto più Oscar come migliore attore protagonista nella storia di Hollywood (Il mio piede sinistro nel 1989, Il petroliere nel 2007 e Lincoln nel 2012).
Titoli di testa «Odio far perdere tempo alle persone».
Vita Figlio di Cecil Day Lewis un poeta irlandese e di Jill Balcon, attrice, con il nonno materno, sir Michael Balcon, a capo degli Studi Ealing. È stato il produttore dei primi film di Alfred Hitchcock • Inizia a recitare sin da piccolo: «Non perché figlio d’arte: in quel di Greenwich, preso in giro perché ebreo, faceva di tutto per imitare gli altri e non apparire diverso» [Comingsoon.it] • Ha 15 anni quando il padre Cecil muore di cancro al pancreas • A Bedales, il collegio in cui studia, si innamora contemporaneamente del teatro e della falegnameria. Sceglie il primo • I primi anni di attore lo vedono sul palco del National Youth Theatre, entra e esce dalle opere del Bardo [Comingsoon.it] • Studia al Bristol Old Vic di Londra • Il suo esordio sul grande schermo in Domenica, maledetta domenica (1971) non è accreditato • Seguono Gandhi (1982) e Il bounty (1984) Anthony Hopkins e Mel Gibson • La fama arriva con Camera con vista e My Beautiful Laundrette nel 1985: «Per via dei frequenti baci gay scambiati durante le riprese, dopo aver sorseggiato collutorio, l’attore e il collega Gordon Warnecke furono soprannominati “Listerine Kids”» [Vanity. • Nel 1988 recita nel film L’insostenibile leggerezza dell’essere. Per interpretare il ruolo del neurochirurgo seduttore a Praga, ha imparato il ceco ed è rimasto nel personaggio per tutti gli 8 mesi delle riprese [ibid.] • Day-Lewis e altri giovani attori britannici dell’epoca, come Gary Oldman, Colin Firth, Tim Roth e Bruce Payne, vengono soprannominati Brit Pack • Nel 1989, mentre recita l’Amleto a Londra, ha un crollo nervoso e da allora non fa più teatro: «“Ho avuto un problema con Amleto, l’ultima volta che sono salito sul palco. Me ne sono andato a metà rappresentazione, e quella cosa ha fatto parlare per un pezzo”. Anche perché, gli ricordo, leggenda vuole che la fuga sia stata provocata dalla visione del padre defunto, un inquietante parallelo con la storia del principe Amleto che vede lo spettro del vecchio re. “Posso avere detto tante cose, sul momento, e in un certo senso è probabile che io abbia visto il fantasma di mio padre ogni sera, perché quando interpreti una parte come quella è normale viverla attraverso la tua esperienza” [a Jessica Winter, Vanity] • Il primo Oscar è del 1989 ne Il mio piede sinistro di Jim Sheridan in cui interpreta un pittore paraplegico. Durante le riprese si incrina due costole a causa della postura incurvata assunta sulla sedia a rotelle: «Sul set del mentore Jim Sheridan, l’attore si rifiutò di scendere dalla sua carrozzina costringendo la crew a imboccarlo durante i pasti e a trasportarlo da un luogo all’altro, così da aderire completamente al ruolo di disabile» [ibid.] • «Era rimasto affascinato dal ruolo di Christy Brown sin dall’incipit della sceneggiatura: Christy usa il piede sinistro per mettere un disco sul giradischi, il disco salta e il piede prende la puntina e la rimette delicatamente sulla traccia. Day-Lewis era convinto di non poterlo fare. Dopo settimane di pratica – e mesi passati con pazienti affetti da paralisi cerebrale – Day-Lewis era riuscito perfettamente al primo ciak» [Lynn Hirschberg, Vanity] • Nel 1992 recita ne L’ultimo dei mohicani di Michael Mann: «Per vestire i panni di Nathaniel Occhio di Falco ha trascorso un mese nei boschi della Carolina del Nord vivendo con esperti sulla vita e le abilità degli indiani d’America» [New York Times]. Ha anche imparato a seguire e scuoiare animali, a sparare e a costruire canoe. La sua fissazione è stata così smodata che Ben Stiller ne ha fatto anche una parodia • Per L’età dell’innocenza di Martin Scorsese ha girato per le strade di New York in abiti d’epoca • Sfiora l’oscar con Nel nome del padre, sempre di Sheridan, ma se lo vede soffiare da un magistrale Tom Hanks in Philadelphia. Per prepararsi al ruolo del giovane irlandese accusato di far parte dell’Ira e condannato per strage nel 1974, s’è fatto chiudere in una cella per due giorni e due notti senza bere né mangiare: «Sul set di Sheridan, ha preteso che la troupe lo maltrattasse e gli gettasse addosso acqua ghiacciata per conferire maggior realismo al personaggio» [Vanity] Per La seduzione del male (1997) – set del film in cui incontra Rebecca Miller, la donna che diventerà sua moglie – si rifiuta per tre mesi di lavarsi e per The boxer (1997) si è allenato con il leggendario Barry McGuigan per un anno e mezzo prima delle riprese. McGuigan ha detto di lui: «Se elimini i primi dieci pesi medi in Gran Bretagna, Daniel sarebbe potuto entrare e combattere con gli altri ragazzi» [Telegraph] • Si ritira dalle scene per fare il ciabattino a Firenze: «Nel 1999 va a Firenze, ospite di due sue amiche pianiste. Un giorno va a farsi fare un paio di scarpe su misura nella rinomata bottega di Stefano Bemer. I fan lo riconoscono e lui per evitare la calca si rifugia all’interno del negozio e stringe amicizia con gli artigiani calzolai. Decide allora di chiedere se poteva lavorare come loro apprendista. La risposta è sì ma il lavoro è senza retribuzione. Day-Lewis, che di soldi non ha bisogno, rimane a bottega per dieci mesi» [Nonsolofilm] • Stando a Bemer, l’attore fu sempre puntuale sul posto di lavoro e preciso nelle varie preparazioni manuali. Daniel Day-Lewis ogni due settimane nel weekend chiedeva un permesso al lavoro per andare a Parigi a trovare il figlio, Gabriel Kane avuto con Isabelle Adjani. Usciva quindi un po’ prima il venerdì per poter prendere più comodamente l’aereo, ma si presentava poi sempre puntuale alle 8.55 del lunedì mattina successivo. E la sera, prima di andare via, spazzava sempre i pavimenti perché sapeva di essere l’ultimo arrivato • Mentre fa il calzolaio a Firenze confeziona anche un paio di scarpette per il figlio. L’attore dopo averle fatte disse con molto orgoglio: «Forse non le userà, ma potrà sempre dire: queste scarpe le ha fatte mio padre» • Solo Martin Scorsese, che lo vuole assolutamente per il ruolo di William “Bill il Macellaio” Cutting in Gangs of New York (2002), riesce a convincerlo a tornare sul set. Per farlo però il regista ha dovuto prendere un aereo per Firenze e presentarsi alla bottega [Nonslofilm] • Agli Oscar per lui solo una nomination, niente statuetta. Tuttavia si aggiudica il secondo Bafta • Sul set, durante uno scontro con Leonardo DiCaprio, si rompe il naso: «Nonostante l’infortunio e il dolore, Day-Lewis continuò a recitare, utilizzando quanto accaduto per caratterizzare ulteriormente il personaggio» [Cinefilos]Il ruolo di Daniel Plainview ne Il petroliere gli fa ottenere il suo primo Golden Globe, il suo secondo Oscar e il suo terzo Bafta. Da estremista del metodo Stanislavski colpisce realmente il giovane Paul Dano con una palla da bowling, dopo averlo preso a schiaffi per davvero come da script • In La storia di Jack & Rose, lavora per la prima volta con sua moglie, la regista e scrittrice Rebecca Miller. Però, per tutta la durata del film vive separato da lei, in modo da assimilare al meglio la sensazione di isolamento che il suo personaggio deve far trasparire • È l’alter ego di Fellini nel musical Nine • Protagonista di Lincoln (Spielberg, 2012): «“Non credevo fosse davvero possibile far rivivere Abraham Lincoln”, mi dice Day-Lewis quando lo incontro al Ritz-Carlton di New York, “la semplice idea mi intimidiva”. Timido appare anche di persona, e caldo, affabile, estremamente cortese. Rasata via la barba presidenziale, i capelli argento a spazzola, snello in trench e khaki, dimostra dieci anni di meno dei suoi: quello che gli è restato, del Lincoln cinematografico, è il carisma» [Winter, cit.] • Nei mesi precedenti alle riprese ha scritto dei messaggi alla produzione firmandosi Abraham Lincoln e sul set ha imposto a Steven Spielberg di rivolgersi a lui chiamandolo «Mr. President». S’è calato talmente tanto nel personaggio da ottenere il suo secondo Golden Globe, il suo terzo Oscar e il quarto Bafta • Nel 2017 torna a recitare in un film di Paul Thomas Anderson dal titolo Il filo nascosto. Per calarsi nei panni di Reynolds Woodcock (personaggio d’invenzione ispirato, pare, a Cristóbal Balenciaga, ma anche a Charles James, il primo couturier americano), che nella Londra degli anni 50 disegna abiti da fiaba per socialite e nobili ha imparato a cucire, facendo pratica con sua moglie Rebecca, cercando di ricreare un tubino di Balenciaga ispirato ad un’uniforme scolastica: «È stata davvero molto paziente. Alla fine l’ha anche indossato. È venuto bene» [Mattanza, Elle] • È il suo ultimo film: «Prima di iniziare le riprese del film, non sapevo che avrei smesso di recitare. Certo, Paul e io ridevamo molto prima di fare il film. Ma poi avevamo smesso di ridere perché eravamo stati entrambi travolti da una grande tristezza. Ci aveva colto di sorpresa. Non ci eravamo resi conto di cosa avevamo creato, qualcosa con cui era difficile convivere. E ancora oggi è difficile» [Hirschberg, cit.].
Curiosità Ama le moto da cross • È sempre stato un fan di Valentino Rossi. Ha tatuaggi su tutto il corpo: impronte digitali che risalgono sulla schiena fino alle spalle, per commemorare ciascuno dei suoi tre figli. Sul braccio una sirena e poi un’altra decina di immagini che raccontano storie segrete • È molto riservato. Parla poco di sé e non gli piace farsi fotografare quando non sta recitando • Nei set fotografici usa i suoi vestiti: «Il suo guardaroba è eclettico e scelto accuratamente, fatto di pezzi unici di grande fattura artigianale: “Voglio indossare cose morbide, comode, semplici”» [Hirschberg, cit.] • Nel 1993 ha preso la cittadinanza irlandese • I segreti di Brokeback Mountain è uno dei suoi film preferiti.
Amori Dal 1989 al 1995 ha una relazione con l’attrice francese Isabelle Adjani. Dopo la separazione, Adjani ha un figlio, Gabriel Kane Day-Lewis (1995), che lui riconobbe come proprio. I due sono rimasti in buoni rapporti: «Si è ritirato, lo invidio: dopo aver vinto tre Oscar di cos’altro hai bisogno? Siamo rimasti in buoni rapporti. Eravamo felici insieme perché dimenticavamo di essere attori, cosa che sta facendo ora con la sua scelta. Quando ti dai completamente, questo lavoro è duro» [a Valerio Cappelli, CdS] • Sul set de La seduzione del male conosce Rebecca Miller, figlia di Arthur. I due si sposano nel 1996 e hanno due figli, Ronan Cal (1998) e Cashel Blake (2002): «L’unica cosa che mi distrae è la signora che è seduta accanto a me, mia moglie».
Titoli di coda «Ora voglio esplorare il mondo in un modo diverso».