Corriere della Sera, 5 maggio 2022
ROMA Entrare a Cinecittà, camminare sul tappeto rosso, avere 17 anni. E vincere il premio più importante del cinema italiano
ROMA Entrare a Cinecittà, camminare sul tappeto rosso, avere 17 anni. E vincere il premio più importante del cinema italiano. «Mi sono detta, stai tranquilla tanto non sarai tu a riceverlo, non hai speranze». Swamy Rotolo ha 17 anni, è minuta, ha occhi di brace, è calabrese ed è la più giovane vincitrice come migliore attrice nei 67 anni dei David di Donatello. Era l’outsider in un film da outsider, A Chiara, di Jonas Carpignano.
Se non pensava di vincere…
«Mi sono seduta e mi sono detta, ora goditi la serata. Quando hanno fatto il mio nome le emozioni mi hanno travolta. Nei giorni dei David hanno rifatto vedere Sophia Loren, Monica Vitti…».
Come ha festeggiato?
«Bevendo una bottiglia di champagne a serata conclusa in hotel con la mia famiglia».
Casa e bottega: sono tutti nel film i suoi familiari.
«Jonas, che è nostro vicino di casa a Gioia Tauro e per me è un fratello, ci aveva detto (senza fare provini), di interpretare noi stessi, come siamo nella vita, a parte mio papà Claudio che nella vita è saldatore come nel film, ma non ha nulla a che vedere con la ‘ndrangheta. Poi c’è mia madre, Carmela, casalinga, le mie sorelle Grecia, la maggiore, così riflessiva, e la piccola, Giorgia, identica a me».
E lei com’è?
«Come appaio nel film, non sono una che sta zitta, cerco risposte quando scopro una parte di mio padre, quella oscura, che mi era completamente sconosciuta».
Cosa le piace del film?
«Il modo in cui si racconta un mondo che non condivido ma che mi appartiene per nascita e identità. Tutti sanno di mio padre tranne me. Io non lo volevo fare, avevo avuto una particina in un altro lavoro di Jonas, ma questa era una responsabilità troppo grande».
Anche le attrici candidate sono quasi tutte i volti di domani.
«È stato il bello di questa edizione, mi hanno fatto i complimenti (anche i mostri sacri), è un premio per tutte noi».
Hanno pianto i due attori premiati, Orlando e Scarpetta, e il regista Capuano, tre uomini, mentre lei, la ragazzina debuttante, no…
«Ho cercato di trattenermi, la lacrima era lì… Non mi ero preparata un discorso perché non pensavo che avrei vinto io, ho improvvisato quello che mi veniva dal cuore».
Drusilla Foer?
«Ce ne vorrebbero altri di personaggi come lei in tv. Mi sono piegata dalle risate quando ha parlato della fatica del trucco, e si sente come un carro di Carnevale di Viareggio che si monta e si smonta».
Carlo Conti?
«È l’unico che ha pronunciato il mio nome in modo corretto. Swamy in indiano vuol dire amore».
L’obiettivo
«Adesso so che voglio fare l’attrice e perciò devo iscrivermi
ad un corso di dizione»
Dove vede i film?
«Al cinema con i miei amici, in tutta la piana di Gioia Tauro ci sono soltanto due sale, ci vado circa tre volte al mese».
Ai David si è ricordata una frase di Vittorio Gassmann.
«Gli attori mentono per dire la verità. Mi ha ricordato quando fingevo di star male per non andare a scuola».
Quale film avrebbe voluto recitare nella sua vita?
«Le pagine della nostra vita, con Ryan Gosling e Rachel McAdams, parla di una storia d’amore lungo tutta la vita».
Ai David è stata una vittoria per il Sud.
«Sì, Napoli ha sbancato quest’edizione, sotto l’hotel ho incrociato Antonio Capuano, il mentore di Sorrentino che l’ha definito un esempio di libertà e vitalità: mi ha visto e ha esclamato in calabrese, brava!».
L’abito per la serata l’ha comprato?
«No, prestato. E devo restituirlo, mannaggia».
Avanti tutta come attrice?
«Sì, ma chi l’avrebbe mai immaginato… Io attrice. Voglio metterci tutta me stessa restando coi piedi per terra. Profilo basso. Ma prima devo fare un corso di dizione a Roma».
E prima ancora deve tornare a scuola.
«Mi hanno scritto i compagni e la professoressa. Un mese fa gridai all’annuncio della mia candidatura; la prof (stavo seguendo in streaming di nascosto in aula) pensò che mi fosse successo qualcosa di brutto. Ora mi hanno scritto che sono l’orgoglio del paese».
Magari, chissà, sarà accolta dalla banda.
«Tutto può essere. Devo anche riposarmi, sono stanchissima, troppe emozioni».
Cambierà la sua vita dopo il David?
«E chi lo sa».