Il Messaggero, 5 maggio 2022
Il paradosso di Ama: troppi dipendenti, pochi che puliscono
«Siamo troppi in questa azienda. Anzi, siamo migliaia in più di quelli necessari rispetto ai benchmark (ai livelli di qualità, ndr) del settore». Andrea Bossola, neo direttore generale di Ama, si è confermato un falco, incontrando l’altro ieri la prima linea, i dirigenti e i funzionari di via Calderon de La Barca. Se tutti i suoi predecessori non perdevano occasione di lamentarsi per l’assenza di personale, Bossola invece non ha cercato alibi e ha posto l’accento sul problema opposto. In sintesi, e visto lo stato dei marciapiedi della Capitale e i cassonetti non sempre svuotati, il manager ha fatto intendere che la municipalizzata romana offre un servizio che altrove le altre aziende del settore garantiscono con meno dipendenti. Di conseguenza, centrale nella gestione Bossola saranno il recupero della produttività e un miglioramento delle attività di raccolta e di spazzamento. In quest’ottica il dg ha già individuato un primo fronte sul quale lavorare: l’altissimo numero di dipendenti inidonei - sono circa 1.500 con diverse gradazioni di disabilità - che incide sulle attività giornaliere. Già in questi giorni c’è stata una stretta sulle visite di controllo per scoprire i furbetti. Ma più in generale si vuole collocare questo personale in funzioni più confacenti alle loro condizioni di salute. Ama ha quasi 7mila dipendenti, di questi circa 5mila sono dedicati alle attività di raccolta. Con i concorsi lanciati dalla precedente amministrazione dovrebbero entrare circa un migliaio di addetti, pari a quelli usciti o andati in pensione nell’ultimo triennio. Sempre i predecessori di Bossola facevano intendere che servono più netturbini, più autisti dei camion e più meccanici per garantire le attività (soprattutto sul fronte del porta a porta), ma per il nuovo dg sono necessarie anche altre figure per rilanciare la municipalizzata in prospettiva delle future sfide: gli impianti da finanziare con il Pnrr, il termovalorizzatore voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, la digitalizzazione dell’azienda. Non a caso Bossola ha ipotizzato accordi con le università per selezionare i migliori progettisti (soprattutto ingegneri), mentre sul fronte del nuovo impianto che dovrebbe sorgere a Santa Palomba, ha annunciato la nascita di un’apposita task force.
REVAMPING
Intanto ieri la Regione ha autorizzato il revamping del Tmb di Rocca Cencia, come chiesto dalla magistratura anche per motivi di natura ambientali. Ad Albano Laziale la ditta che gestisce la discarica ha versato alla Regione i fondi necessari per la bonifica (la gestione del post mortem), sperando in questo modo di velocizzare il dissequestro deciso dalla procura di Velletri. Invece, sul fronte del termovalorizzatore, Gualtieri derubrica il no dei Cinquestelle come «un fenomeno locale. Nel mio programma elettorale c’era scritto che volevamo potenziare la termovalorizzazione». Mentre il leader grillino Giuseppe Conte fa sapere che «si rischia di perdere l’appoggio del M5s, dei giovani e dei cittadini che vogliono impianti più puliti». È poi polemica a Roma per un manifesto della Lega: accanto al «sì al termovalorizzatore», è stato scritto: «La Lega fa pulizia, basta Pd e Zingaretti». Parole che hanno spinto i dem capitolini ad accusare il Carroccio «di essere in confusione totale. In Campidoglio hanno votato contro il piano per la chiusura del ciclo dei rifiuti».