Il Messaggero, 5 maggio 2022
Biografia di Margherita Kaiser Parodi
«Nel Sacrario di Redipuglia, accanto alle centomila e più tombe di soldati italiani, uomini di ogni età e provenienza, ce n’è una, una sola, dove riposa il corpo di una donna». É stato il presidente Sergio Mattarella a pronunciare queste parole il 4 novembre 2018, Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, dopo aver reso omaggio ai caduti della Terza Armata, riuniti accanto al loro comandante, il duca d’Aosta. Il presidente della Repubblica ha scelto un nome a simboleggiarli tutti, l’unico nome femminile. Si tratta di una crocerossina di 21 anni, romana: il suo nome è Margherita Kaiser Parodi.
IL CONTRIBUTO
Quanti lo conoscono oggi? Abbastanza pochi. Margherita è stata, si può dire, onorata e dimenticata. Onorata per essere l’unica donna di Redipuglia; dimenticata dai più perché la sua storia si è persa nella grande tragedia della guerra, con i suoi quasi 600 mila morti. Per questo è significativo il gesto del presidente Mattarella, a dimostrazione che le istituzioni sono consapevoli del contributo femminile al conflitto mondiale.
LA STRAGE
Redipuglia, nei pressi di Gorizia, è il più importante sacrario in ricordo della Grande Guerra. Sui dieci gradoni che compongono una specie di piramide, sono sepolti oltre centomila soldati, solo la metà dei quali ha un nome. Non è l’unico monumento che rammenti la terribile strage, ma è quello con la maggiore forza evocativa. Il fatto che Margherita sia stata collocata lì, riveste un senso che è impossibile non cogliere.
La giovane aveva solo 18 anni, quando decise di partire per il fronte come crocerossina, nel 15. Apparteneva a una famiglia di imprenditori ed era stata cresciuta nell’amor di patria. Suo nonno materno, Luigi Orlando, era stato esponente della mazziniana Giovine Italia e poi senatore. Margherita venne inquadrata nell’armata del duca d’Aosta e prestò la sua opera nell’ospedale di Udine, da cui non si allontanò nemmeno quando venne bombardato dagli austriaci. Per questo, fu decorata con la medaglia di bronzo.
LE ANTESIGNANE
La sua vicenda è indicativa anche per un aspetto più generale, che riguarda la condizione femminile nei primi anni del Novecento. La Grande Guerra ha costituito infatti la drammatica circostanza attraverso cui le donne sono state spinte a svolgere un ruolo attivo nella società. Il cambiamento è stato radicale e proprio le volontarie della Croce Rossa ne sono state le antesignane. L’assistenza ai feriti era cominciata nell’Ottocento, con l’inglese Florence Nightingale in Crimea; con Cristina di Belgioioso, Margaret Fuller e altre valorose durante la Repubblica Romana del 1849. Con lo scoppio delle ostilità in Europa, tra il 1914 e 15, tuttavia, le donne entrarono collettivamente sulla scena. Furono utilizzate in tutti i teatri di guerra e pagarono spesso un prezzo di sangue. Accadde nei vari Paesi europei belligeranti, ma in Italia il fenomeno fu particolarmente significativo.
LE DISCRIMINAZIONI
Spesso le crocerossine dovettero superare i pregiudizi maschili: all’inizio, i comandi vedevano con fastidio presenze femminili a ridosso delle trincee o nelle immediate retrovie. Tuttavia, esse s’imposero, guadagnandosi il rispetto unanime, e furono inquadrate quasi militarmente. Ecco perché la storia di Margherita incarna al meglio una discriminante storica, come ha colto il presidente Mattarella. Del resto, uno dei più famosi romanzi del dopoguerra, Addio alle armi, racconta l’amore tra Hemingway, soldato americano sul fronte italiano, e un’infermiera (peraltro realmente esistita). Durante la guerra, l’assenza degli uomini nel mondo del lavoro determinò l’ingresso delle donne in numerosi settori produttivi. Fino a quel momento, invece, esse erano state tenute ai margini. Nel Regno Unito la manodopera femminile fu incrementata fino al 60 per cento, in Francia di circa il 40, in Germania del 35, in Italia di oltre il 22, quasi tutto concentrato al nord. Una rivoluzione silenziosa, che cambiò la struttura sociale con successivi riflessi clamorosi. Nel senso che le donne non avrebbero più rinunciato alla propria autonomia e relativa libertà. La strada da fare era lunga, ma i movimenti politici che annunciavano i tempi nuovi ormai erano incontenibili. A cominciare dal diritto di voto apertamente reclamato e concesso a fatica un po’ ovunque (in Italia, le donne vanno a votare per la prima volta nel 1946).
LA PANDEMIA
Un simbolo, un’antesignana del cambiamento è stata proprio Margherita Kaiser Parodi. Tanto più che morì nel dicembre del 18, colpita dalla terribile pandemia (la spagnola) che aveva ucciso altrettanti uomini e donne di quanti erano caduti nei tre anni precedenti. La spagnola, con la sua rapida diffusione in un mondo che non aveva le risorse di cui disponiamo oggi contro il Covid, fu a tutti gli effetti una conseguenza della guerra. È giusto che a Redipuglia si ricordino insieme i caduti al fronte e l’eroica crocerossina stroncata dal virus a Trieste, dove aveva continuato ad assistere i suoi malati. La lapide della sua prima sepoltura, nel cimitero degli Invitti, recava non a caso una scritta che terminava con le parole: Resta con noi sorella.